Il neoplatonismo è una corrente filosofica diventandone praticamente la più diffusa scuola nel 1200’ interessando sempre un maggior numero crescente di pensatori e filosofi.
Non scendo nei particolari dell’interpretazione del pensiero di Platone, ma è importante capire il contesto di cui stiamo parlando, l’impero romano è crollato ed ormai prendono sempre più forme in europa di vere e proprie potenze o egemonie tra le quali il neoplatonismo sin da subito si impose come corrente predominante sia in ambito pagano che in ambito cristiano.
La dottrina del neoplatonismo , considerando che le scuole principali furono tre, si distingueva nelle seguenti nomenclature:
-L'intero cosmo deriva la sua esistenza da un principio primo ineffabile, totalmente trascendente e buono, chiamato UNO
-La potenza infinita dell'uno genera l'universo attraverso un processo spontaneo e necessario, chiamato processione , tramite il quale l'energia vitale emanata dall'uno penetra ovunque, formando i diversi livelli di cui è costituita la realtà: l’Intelletto e l’Anima
-Il processo di emanazione avviene per natura, non meccanicamente o in vista di un fine deliberato, come quando l’uomo compone artificialmente più parti tra di loro, bensì in maniera organica, a partire da un principio assolutamente semplice e irriproducibile. La visione neoplatonica del mondo è pertanto agli antipodi del meccanicismo determinista, perché anti-antropomorfa
-Al punto più basso dell’emanazione c’è la materia, la quale è un inganno perché in realtà è un semplice non-essere. Essa è il luogo delle presenze oscure e maligne, ma è anche indice di qualcosa di superiore: è un segnale, “nunzio dell’Intellegibile”, decifrando il quale l’uomo riconosce il primato dell’uno rispetto al molteplice
-Le anime umane sono decadute dalla loro condizione iniziale, nella quale erano unite all'anima del tutto e assolutamente libere dai bisogni del corpo. In seguito a questo atto di tracotanza, che le ha portate a volersi separare dall'anima del mondo e ad interessarsi eccessivamente del corpo a loro affidato, esse vivono in una condizione di dimenticanza e di lontananza dalla loro reale condizione, "come prìncipi in esilio"
-Lo scopo dell'uomo si configura perciò come un cammino di liberazione dalle conseguenze della caduta, e dai falsi bisogni che la eccessiva attenzione per i corpi ha imposto alle anime. Al termine di questo percorso l'anima riacquisirà il suo status iniziale, e la coscienza della propria felicità.
Tramite questi principi è normale che la dottrina riempie il pensiero di credenti e non credenti, aprendosi a nuovi modi di interpretare il mondo, che poi si evolverà ulteriormente in umanesimo mettendo al centro del pensiero proprio l’uomo, ma senza trascurare i canoni principali, ora è l’uomo che deve essere e deve fare.
Dicevo prima che la maggior divulgazione di tale dottrina, essendo l’europa dominata dallo spirito santo e quindi dal credo cristiano, si ebbe per l’appunto tramite pensatori di tale fede, su di tutti un certo S.Agostino, In lui il tema tipicamente neoplatonico della polarità/unità lo si ritrova ad esempio nel rapporto che egli instaura tra la fede e la ragione, tra dubbio e verità.
Alla reminiscenza platonica, Agostino sostituì la dottrina dell’illuminazione: le idee si rivelano non per un atto deliberato dell’uomo, ma per una loro autonoma volontà. Concetto questo più facilmente accettabile da Plotino, per la sua teoria dell’involontarietà e del carattere inconscio del pensiero umano, che da Platone. Come in Plotino, inoltre, Agostino identifica il male con il non-essere: egli salva in questo modo il dualismo tra Dio e materia evitando la caduta nel manicheismo, poiché il non-essere non è una realtà vera e propria contrapposta all’essere, ma è solamente assenza, mancanza di luce. Da un punto di vista teologico, si può dire in generale che avviene un profondo cambiamento rispetto alla prospettiva pagana. L’uno viene visto ora come un dio personale, e non più come un atto impersonale che genera per necessità. La difficoltà di spiegare il processo di emanazione, cioè il motivo che spinge dio a creare il mondo, viene superato così dall’idea dell’amore e del dono: dio crea perché ama.
Il pensare di Agostino e di chi segue tale dottrina conquista sempre più pensatori perché mai si contrappone tra il credente , il pagano e persino i non credenti che al tempo per dire la verità erano ben pochi. La dottrina invade l’europa annoverando tra le proprie fila i più grandi filosofi del tempo e non solo.
I principi del neoplatonismo, dell’umanesimo conquistano i cuori di medici, letterati,ricchi signori e persino un semplice uomo d’affari come Gutenberg che affascinato da tale forza espressiva insieme a degli amici, creando una società commerciale, inventata la stampa a caratteri mobili iniziano con lo stampare la bibbia e i libri della dottrina in modo che la divulgazione sia veloce, perché consapevole che il sapere ed il pensare fosse determinante allo sviluppo della mente e dello spirito.
Egli si pose come faro, egli fece divampare l’illuminazione, insieme ai suoi amici creò quella sottocorrente alla quale un giorno avrebbero fatto parte la maggior parte delle persone del continente, erano nati gli ILLUMINATI i portatori e divulgatori del pensiero pi divenuta conoscenza grazie all’apporto di altri pensatori, filosofi,letterati,medici,inventori, grazie ai libri che potevano essere stampati, messi in circolazione e dotare il popolo della capacità di comprendere l’essere.
Poi si cominciò con i problemi con la chiesa, perché non si poteva permettere all’uomo di pensare libero, il pensiero doveva obbligatoriamente essere vincolato dal credo, la sapienza, la conoscenza, lo scambio di idee avrebbero portato all’anarchia e questo la chiesa, dato che acquisiva sempre più potere non poteva permetterlo.
Sorvoliamo sulla grandezza di Lorenzo de Medici, servirebbero migliaia di pagine anche se la sua vita fù breve per narrare di un grande illuminato come lui,all’artefice per antonomasia del rinascimento arriviamo a Giordano Bruno
“È dunque l'universo uno, infinito, immobile; una è la possibilità assoluta, uno l'atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo et ottimo; il quale non deve poter essere compreso; e perciò infinibile e interminabile, e per tanto infinito e interminato e per conseguenza immobile; questo non si muove localmente, perché non ha cosa fuor di sé ove si trasporte, atteso che sia il tutto; non si genera perché non è altro essere che lui possa derivare o aspettare, atteso che abbia tutto l'essere; non si corrompe perché non è altra cosa in cui si cange, atteso che lui sia ogni cosa; non può sminuire o crescere, atteso che è infinito, a cui non si può aggiungere, così è da cui non si può sottrarre, per ciò che lo infinito non ha parti proporzionabili”
Giordano Bruno elabora una nuova teologia dove Dio è intelletto creatore e ordinatore di tutto ciò che è in natura, ma egli è nello stesso tempo Natura stessa divinizzata, in un'inscindibile unità panteistica di pensiero e materia, che lo porterà al rogo per via dell’inquisizione per via delle sue nuove idee, come quelle di Cartesio impegnato in ambito scientifico ma seguace di quei modelli di pensiero comune che furono presi come esempio soprattutto in germania, dove altre dottrine si facevano strada ma il pensiero di divulgare , insegnare oramai aveva preso il sopravvento.
La vita era importante ma ancor di più insegnare al popolo che il libero ragionamento non doveva prescindere da canoni impostati e bloccati ma sempre aperti verso un'unica certezza, la conoscenza e la consapevolezza.
Attraversiamo velocemente il periodo dei Botticelli, dei Galileo ed arriviamo alla svolta.
La guerra tra chiesa e conoscenza, tra chiesa e illuminazione non risparmia nessuno, soprattutto curatori, medici o forse dovrei dire streghe e stregoni, divulgatori di verità e sapienza chiamati eretici, ma in un ben preciso luogo della germania si era arrivati a fondare far crescere una comunità, una città fondata su tali giusti principi, una città fiorente per commercio e per pensiero, una città che ogni re avrebbe voluto avere, dominare perché era un crogiuolo di sapienza, di scambi di idee, di illuminazione: Magdeburgo.
Ma la chiesa non poteva permettere lo svilupparsi di tale luogo eretico e perverso fin a tal punto senza nessun motivo decise di distruggere incurante di tante vite innocenti di uomini, donne e bambini non sicuramente una città di soldati malvagi come amava dire il papa del tempo.
La città fu presa in poche ore da un esercito declamato lega cattolica, una città senza difese se non qualche mura come era costume del tempo per difendersi dai predoni, furono uccisi senza pietà, trucidati, ogni soldato della lega cattolica aveva il permesso di come meglio credeva disporre dei prigionieri, più ne ammazzava più guadagnava oro, distrussero con all’interno donne e bambini appiccando il fuoco la maestosa biblioteca e i pochi fatti prigionieri furono schiavizzati e giustiziati al rogo dall’inquisizione per volontà di uomini fatti dio.
E chi era a capo del numeroso esercito di mercenari assoldati dalla chiesa? Guarda un po’ un certo
Gottfried Heinrich, conte di Pappenheim di Baviera divinizzato un secolo dopo dalla chiesa e dagli illuminati di baviera.
Ma quella notte, in quel giorno, la chiesa ed i suoi mercenari hanno dimenticato di uccidere la cosa più importante, il pensiero, l’idea, la perseveranza di essere umani pronti a nuovi sacrifici, a sfidare qualunque male, ha subire ogni cosa per il bene di tutti, la conoscenza, la sapienza, la luce, gli illuminati veri.
Continua…..
Semper solus, nunquam dominator