Un nuovo progetto che partirà nel 2018 tenterà di entrare in contatto con civiltà intelligenti.

Da dove deriva il forte desiderio, intrinseco nel genere umano, di riuscire ad entrare in contatto con gli alieni? E’ un mistero a cui nessuno sembra saper dare una risposta, ma probabilmente vogliamo (e speriamo di) avere la certezza di non essere gli unici in questo immenso Universo. Anche in assenza di prove scientifiche, molte sono le persone che si definiscono “addotti”, dichiarando di essere in contatto con entità aliene e di tenere frequenti incontri con questi esseri. Purtroppo però, per la comunità scientifica, data la scarsità di elementi certi, continuiamo ad essere gli unici intelligenti dell’Universo. Per questo motivo è in programma un nuovo progetto per mandare messaggi ai possibili alieni presenti lì fuori, nel tentativo di ottenere una risposta convincente.

Il progetto METI

Il progetto METI (Messages Extraterrestrial Intelligence, dalla sigla inglese) prevede di inviare messaggi mirati a possibili civiltà aliene, e inizierà nel 2018. Questo, da un certo punto di vista, è una maniera per accelerare i tempi spingendo entità intelligenti a rispondere ai nostri messaggi, piuttosto che attendere passivamente il “contatto massivo” da parte loro. Non tutti però credono che questo progetto sia positivo. Stephen Hawking aveva già annunciato recentemente di smetterla di tentare di entrare in contatto con gli alieni, perché se una razza ostile si accorgesse della nostra esistenza, potrebbe arrivare con l’intenzione di sterminarci e prendersi il nostro Pianeta. Alla base di questa diffidenza, c’è la natura dell’uomo e gli avvenimenti storici: infatti in passato è già successo di sterminare intere popolazioni per occupare i loro territori.

Gli alieni contattati potrebbero essere ostili
Il METI non sembra aver stabilito un protocollo, non è ancora ben chiaro che tipo di messaggi verranno inviati. Gli scienziati vorrebbero trovare una maniera per condividere informazioni e renderle comprensibili da chi le riceverà. Per il progetto si prevede di raccogliere la cifra di 1 milione di euro e usare un potente radiotelescopio per l’invio.