Fine del Mondo

13 Maggio 2017 , una data che ultimamente circola molto online. Si deve al veggente texano Horacio Villegas secondo il quale proprio in quella data scoppierà la Terza Guerra Mondiale.

Secondo i sostenitori della teoria dell’imminente Terza guerra mondiale, Villegas avrebbe già predetto con anticipo l’ascesa di Trump alla casa bianca e altri fatti che si sono verificati realmente. Quest’ultima profezia da fine del mondo sarebbe scaturita da un sogno del veggente cattolico texano: racconta di aver visto popolazioni di tutte le etnie correre per nascondersi. La data, 13 maggio 2017, non è casuale ma coincide con il centesimo anniversario della visita della Madonna ai 3 pastorelli di Fatima. Anche la profezia sulla terza guerra mondiale di Villegas quindi sarebbe legata alla figura della Madonna: il conflitto si concluderà, sempre secondo questa previsione, il 13 ottobre 2017.

La fine terribile di papa Francesco

Se fosse Francesco il Pontefice del Terzo segreto di Fatima? Se quel “vescovo vestito di bianco” che viene “ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce”, secondo quanto disse la veggente di Fatima suor Lucia dos Santos, fosse Bergoglio? Anche questo coinciderebbe appunto con il 13 di questo mese. Infatti è previsto il viaggio del papa proprio a Fatima in occasione del centenario.

Abbiamo scritto già un articolo su quello che potrebbe accadere e le profezie di Malachia sembrano aggiungere un ulteriore pezzo al già complicato puzzle di questo periodo. Il quadro completo sarà la fine del mondo?

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Malachia e la profezia sull’ultimo papa

Le Profezie di Malachia e la fine del mondo

Le profezie di Malachia sono organizzate per motti, piccoli epiteti che dovrebbero caratterizzare e distinguere l’essenza di ogni pontefice. Sono accompagnate anche da una brevissima e sintetica descrizione. Molti autori sostengono che, fino ad oggi, le profezie di Malachia hanno trovato riscontro su ogni pontefice. Ad esempio (trasalendo sui pontificati lontani), Giovanni Paolo II è stato descritto come “De Labore Solis” (levante del Sole), alludendo al fatto che Papa Woytila proveniva dell’est in quanto di origine polacca. A sua volta, Papa Ratzinger è stato definito “De Gloria Olivae“. In effetti, Papa Benedetto XVI appartiene all’ordine dei benedettini (noto anche come ordine degli olivetani) e porta sulla sua veste l’effige dell’ulivo.

« Pietro Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine. »

Malachia descrive l’ultimo papa come “Pietro il Romano“. L’espressione può adattarsi alla figura di papa Bergoglio? Nel suo primo discorso pubblico, immediatamente dopo l’elezione, papa Francesco si è presentato come pontefice delle genti ma come il “Vescovo di Roma”. Papa Francesco ha ribadito questo concetto in altre circostanze, richiamando l’attenzione sul fatto che il Papa vive in una realtà diocesana ed è un vescovo uguale ad altri vescovi, con l’unica differenza che il suo ministero di svolge a Roma.

Ora il primo vescovo di Roma è stato proprio “Pietro“ che, fin dalla sua elezione e pur rappresentando l’unificazione della cristianità, si presentò come “Vescovo di Roma“. Le figure presentano significative analogie in relazione al ruolo attribuito al pontificato ed alla stessa figura del pontefice. Inoltre, le espressioni usate da Bergoglio non sembrano esser state usate da altri pontefici.

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Malachia e Nostradamus profetizzarono la distruzione di Roma

La distruzione di Roma

Nei termini sopra descritti, Papa Bergoglio potrebbe tranquillamente essere definito “Pietro il Romano“, con coincidenze metaforiche perfettamente collimanti con la profezia di Malachia sull’ultimo pontefice.

La profezia continua affermando che “Pietro il Romano” pascerà il suo gregge tra grandi tribolazioni, al termine delle quali la città dei sette colli sarà distrutta. Questa parte del vaticinio si riferisce ad eventi che devono ancora verificarsi. Le grandi tribolazioni potrebbero alludere ad una grave compromissione della fede cristiana o ad altri importanti avvenimenti tali da minacciare il credo. Dopo questi eventi, prendendo alla lettera la profezia, dovremmo assistere alla distruzione di Roma  (la città dei sette colli).

Come potete leggere nel nostro articolo sulla profezia di Nostradamus circa la terza guerra mondiale il più famoso dei veggenti scrive in questi termini della distruzione della nostra capitale:

“Ci saranno tanti cavalli dei cosacchi che berranno nelle fontane di Roma, il fuoco cadrà dal cielo distruggendo tre città. La città perderà la fede e diventerà il regno dell’Anticristo, Roma sparirà e il fuoco cadrà dal cielo e distruggerà tre città. Tutto si crederà perduto e non si vedranno che omicidi; non si sentirà che rumori di armi e bestemmie”

Coincidenze per questo mese? sicuramente si, molte volte si è gridato alla fine del mondo senza alcun, fortunatamente, riscontro reale. Unendo però le varie profezie e l’attuale instabilità globale un senso di inquietudine ci rimane. E se i profeti questa volta avessero ragione?