BRAD 17 RESEARCH

Nel precedente articolo era stata avanzata l’ipotesi che il “metro” sia stato già utilizzato dai costruttori delle piramidi per effetto di una formula matematico-geometrica relativa alle peculiarità delle figure circolari.
Una ipotesi piuttosto discutibile, soprattutto perché il “metro” vede la sua ufficializzazione come unità di misura lineare in un’epoca abbastanza recente ( fine 1700 circa), una ipotesi che assume aspetti sconcertanti se utilizziamo il metro per le misurazioni dei monumenti di Giza, poiché esso dimostra di avere una ragione di esistere anche senza la presenza del valore di pi-greco.
Procediamo nella dimostrazione con piccoli ma significativi passi, isolando le cifre numeriche dei perimetri delle due piramidi maggiori (924m e 861m) otteniamo un insieme numerico eterogeneo, ovvero i numeri: 9, 2, 4, 8, 6, 1,
esulano da questo gruppo i numeri 3, 5, 7,  e se vogliamo lo zero,
sulla base di questa piccola anomalia possiamo dilettarci in osservazioni e calcoli degni della migliore rivista di enigmistica,
innanzitutto il doppio della somma dei due perimetri ci riporta al gruppo numerico mancante:
(924 + 861) x 2 = 3570
un chiaro sintomo della capacità e della volontà dei progettisti delle piramidi di usare il “metro” presentandolo con cifre rotonde e sotto molti aspetti simboliche,
è emblematica la lettura della somma degli spazi vuoti tra le tre piramidi considerando la posizione dell’osservatore ad Est oppure ad Ovest del sito archeologico (fig.3), che si presenta come segue:
spazio compreso tra lato Sud della piramide di Cheope e lato Nord della piramide di Chefren uguale a 130.735m,

 spazio compreso tra lato Sud della piramide di Chefren e lato Nord della piramide di Micerino uguale a 225.955m , sommando i due valori:
130.735 + 225.955 = 356.69m
un’ottima approssimazione di 357, con un margine d’errore di 0.31m, poco più di trenta centimetri (0.09%), approssimazione che in futuro sarà ridotta a zero, approssimazione che certamente non era contemplata dal genio matematico del progettista ed esecutore del complesso architettonico.
Per ora soffermiamoci sulla volontà di imprimere nell’architettura delle piramidi di Giza, un messaggio fortemente scientifico attraverso due unità di misura distinte che convivono con armonia nelle dimensioni  dei monumenti, proponendo il primo legame tra la religione egizia ed il sito archeologico, concentrando le nostre attenzioni sui “preziosi” o “saggi consigli” della dea Maat.
Vale certo la pena di ricordare che la dea Maat era una delle divinità maggiormente tenute in considerazione, si riteneva che senza di essa il mondo sarebbe sprofondato nel caos, ed i suoi “preziosi o saggi” consigli per qualche millennio rappresentarono quello che si può definire un equivalente dei comandamenti biblici , non certo per il numero, poiché i “preziosi consigli” erano 42.
La cosa che merita la nostra attenzione è che nelle misure dimensionali dei monumenti di Giza il numero 42 appare in numerose circostanze, per di più espresso in entrambe le unità di misura (metro e cubito) ed anche in assenza di essi, come l’ottima approssimazione di 42° dell’angolo formato tra lo spigolo e la diagonale di base della piramide di Cheope, numero 42 di cui riportiamo alcune iterazioni:
1764 cubiti sono il perimetro della piramide di Cheope, 1764 che è l’equivalente di 42²,
differenza tra le altezze delle piramidi maggiori 3.5m (147 – 143.5), dove 3.5m sono esattamente 1/42 dell’altezza della grande piramide (147 / 42 = 3.5m),

3.5m che a loro volta rappresentano il raggio di un cerchio di circonferenza pari a 42 cubiti reali una buona approssimazione la rileviamo nella lunghezza dello spigolo della grande piramide, circa 420 cubiti reali (42 x 10), oppure accedendo nella grande piramide ci si accorge che la quota sulla base della medesima dello snodo (fig.4) tra cunicolo discendente e cunicolo ascendente è di 4.2m
(42 / 10),
anche i condotti detti di “ventilazione” sono una reiterazione, la superficie della sezione dei condotti è di 42cm²,
sostanzialmente una manifestazione palese di fissare sulle dimensioni dei monumenti questo numero simbolico, espresso in tutte le salse possibili ed immaginabili, numero che troverà una esplosione di riscontri quando giungeremo alla “cassa” costruita da Seth, argomento ancora lontano dall’essere toccato, poiché ancora deve finire la dimostrazione della reale conoscenza del “metro” e soprattutto della capacità di utilizzarlo con sistema numerico decimale,
un tema spinoso, perché anche se i dati finora raccolti supportano in modo sufficientemente soddisfacente la conoscenza e l’uso della “moderna” unità di misura non è detto che la stessa sia stata usata con un sistema decimale,
certamente il raggruppamento numerico eterogeneo depone a favore di questo sistema, dire che sia sufficiente però è abbastanza prematuro,
tuttavia analizzando in maniera più accurata le misure dei monumenti, il sistema decimale assume una presenza “giustificata” dalla logica.

Osservando le misure della “grande Galleria” ci si rende conto che la sezione presenta rapporti proporzionali con la piramide di Chefren,ad esempio l’altezza massima della galleria è di 8.60m, misura che riconduce agli 861m del perimetro della piramide di Chefren, probabilmente quel centimetro mancante è dovuto ad un assestamento della struttura, si rileva inoltre che l’altezza della prima sporgenza della “falsa” volta rispetto alla quota più bassa è di 2.29m, che ricordano i 231m del lato di base della piramide di Cheope, e che la differenza tra 8.60m e 2.29m è di circa 6.30m, i quali riconducono alla differenza tra i perimetri delle piramidi maggiori, ovvero 924 – 861 = 63m,

 la ragione che spinge a presumere l’adozione del sistema decimale si basa sulla espressione numerica dei rapporti proporzionali,
questo perché utilizzando il metro ed una numerazione decimale nella seguente proporzione otterremo:
861m / 100 = 8.61m
dove viene in pratica spostata la posizione della virgola, non mutando le cifre numeriche,
la stessa misura espressa in cubiti reali non avrebbe osservato l’uguaglianza numerica delle cifre, corrispettivo in cubiti di cui riportiamo il passaggio precedente stavolta con l’ausilio del cubito reale:
1644 cubiti 2 palmi 3 dita ( 861m) / 100 = 16 cubiti 3 palmi 0 dita (8.61m),
come si può notare le cifre numeriche sono uguali per i cubiti, e totalmente differenti per i sottomultipli del cubito, certamente il rapporto proporzionale non avrebbe subito alterazioni, tuttavia la chiaro leggibilità avrebbe incontrato seri ostacoli, quindi è ragionevole e logico presumere che i costruttori delle piramidi non solo utilizzassero il metro, ma anche il sistema decimale,
d’altronde accettando la validità del metro e del cubito in relazione al posizionamento geografico di Giza sarebbe stato superfluo parafrasare sui sistemi numerici, poiché una civiltà in grado di misurare il globo terrestre non avrebbe certo limitato le proprie nozioni matematiche atrofizzandosi su una sola unità di misura o sui pochi problemi matematico geometrici di cui abbiamo notizia.
Con non poche difficoltà si ottengono riscontri anche sull’opera sculturea che sembra l’incarnazione dell’ “enigma”, la sfinge,
raccogliendo le possibili misurazioni dimensionali si ottengono i seguenti dati e relativo grafico (fig.6):
73.5m lunghezza totale (1/2 dell’altezza della grande piramide),
larghezza 6 m,
lunghezza dorso 57m
altezza al dorso 11m
altezza massima 20.25m (misura approssimata dalla mia persona)
lunghezza zampe 16.5m (data da 73.5-57 = 16.5m);
lavorando su queste misure emergono riscontri interessanti,
ad esempio il rapporto tra altezza al dorso e lunghezza zampe è il medesimo rilevabile sulla piramide di Chefren rapportando la base e l’altezza della stessa costruzione:
11/16.5= 0.66666666666666 per la sfinge
143.5/215.25=0.6666666666666 per la piramide di Chefren,
oppure sottraendo alla metà della lunghezza totale il valore dell’altezza massima otteniamo la lunghezza delle zampe, come segue:
(73.5/2)-20.25= 16.5m,
quest’ultima rende almeno l’idea dell’armonia e della razionalità di un’opera che potrebbe tranquillamente fare a meno di nozioni matematico geometriche, in aggiunta le misure sono di nuovo chiaro leggibili in metri.
L’affidabilità dell’altezza massima con i suoi 20.25m è dovuta anche ad altre  particolarità, tra cui  20.25 è uguale a 4.5².
Concludiamo questo articolo con due brevi osservazioni, la prima è relativa alla misura dell’apotema della grande piramide, poiché essa corrisponde a 187m circa, 10000 volte un dito egiziano, dito che a sua volta oltre a rappresentare il sottomultiplo del cubito reale viene utilizzato per indicare l’insieme numerico 10000, quindi un timbro ufficiale per dare connotati matematici alla grande piramide,
la seconda osservazione è sulla stessa falsa riga, perché l’altezza della piramide di Cheope espressa in metri richiama alle antiche unità di misura egizie, cioè i suoi 147m possono essere letti in chiave simbolica come segue:
1 un dito,
4 quattro dita (un palmo),
7 sette palmi (un cubito),
anche questa lettura ha connotati matematici, soprattutto questa lettura è stata la chiave per accedere al “duat” ed a molti suoi segreti.

Nota: alcune  misure della sfinge sono state raccolte da Wikipedia,
voce: Sfinge di Giza inserita dall’utente Luisa il 24 maggio 2005 ore 9:14