Proviene dallo spazio profondo, è più grande di Giove e la sua traiettoria è opposta a quella degli altri pianeti del sistema solare. La sua presenza, accertata dalla Open University britannica, confermerebbe le tesi di Zacharia Sitchin sul mondo degli Anunnaki che si avvicina alla Terra.

Diffusa dalla BBC la probabile scoperta di un ulteriore pianeta del nostro sistema solare la cui grandezza sarebbe superiore a quella di Giove. Nonostante fossimo abituati a considerare lo spazio attorno al nostro pianeta blu pieno di satelliti e sonde in viaggio verso i punti più remoti, non possiamo nascondere che la notizia di un altro fratello orbitante attorno alla stella che chiamiamo Sole, ha causato un forte impatto emozionale in gran parte delle persone e forse anche in "uomini di scienza".Il grafico da cui John Murray ha tratto lo studio che ha portato alla scoperta del X Pianeta Fino ad oggi si andava in cerca di buchi neri, di ammassi globulari, di galassie, si auscultava il rumore di fondo dell'Universo, si andava alla ricerca di messaggi intergalattici segno dell'esistenza di altre civiltà, ma era stata ormai chiusa la pagina del libro relativa ai nomi dei pianeti componenti il nostro sistema solare. Si dovrà rivedere e correggere la cantilena mnemonica: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone, aggiungendo un altro nome? Pare di sì. C'è chi potrebbe darci una mano a decidere il nome del nuovo pianeta; già molto tempo prima di Cristo infatti i Sumeri lo chiamarono Nibiru.

Il dodicesimo pianeta

In un testo mesopotamico (K.3558), tradotto da Charles Virolleaud, nel quale vengono descritti i membri del gruppo mulmul, ovvero del nostro sistema solare, nell'ultima riga si legge esplicitamente:
Il numero dei suoi corpi celesti è dodici.
Dodici sono le stazioni dei suoi corpi celesti.
Il totale dei mesi della luna è dodici.
La riga 20, poi, della cosidetta tavola TE diceva: "naphar 12 sheremesh ha.la sha kakkab.lu sha Sin u Shamash ina libbi ittiqu" che significa "in totale 12 membri a cui appartengono il Sole e la Luna, e dove orbitano i pianeti".
Il conto è presto fatto: Sole, Luna, i nove pianeti oggi conosciuti più un altro: quello che lo storico Zecharia Sitchin chiama il Dodicesimo Pianeta.

A questo punto, e alla luce dei recenti avvenimenti, nasce ovvio fare le seguenti considerazioni; o i Sumeri avevano mezzi e conoscenze scientifiche pari o superiori alle nostre (va ricordato che Plutone è stato scoperto solo nel 1930), oppure, come afferma Sitchin, i Nefilim, abitanti del pianeta Nibiru, diedero la conoscenza agli antichi sacerdoti-astronomi, fra l'altro, dei pianeti che orbitano attorno al Sole.
Lo studioso Zecharia Sitchin Antichi testi mesopotamici, risalenti al 2000 a C., parlano non solo di presenze aliene, ma di una cosmogonia nella quale è chiara la presenza di un pianeta dalle stesse caratteristiche di quello "scoperto" dal Dr. Murray. Provenienza: dalla profondità dello spazio, grandezza: superiore a quella di Giove e, cosa più strabiliante: traiettoria opposta a quella degli altri pianeti del nostro sistema solare.

Già vedo scienziati che posti di fronte all'enigma chiedono di attendere "dati ufficiali" o tutt'al più, con sorrisi ironici – che più volte abbiamo visto esibire in trasmissioni televisive riguardanti tali argomenti – affermare che senz'altro si tratta di coincidenze fra storie fantastiche e odierne scoperte scientifiche.
Possiamo capire che uno scienziato si chiuda su posizioni di riscontro dati o prove empiriche (ci stupirebbe l'inverso!), quello che non accettiamo è il rifiutare a priori l'analisi di certe ipotesi. Questi scienziati ci devono dire, sempre che non contestino prima le traduzioni dei testi mesopotamici, da cosa può essere derivata la conoscenza, ben 4000 anni fa, del nostro sistema solare, dilettandosi a calcolare quante probabilità esistono statisticamente che nel racconto si potesse prevedere un pianeta con traiettoria opposta agli altri. Ci potrebbero anche spiegare perché i Dogon, un popolo dell'Africa, conosce da generazioni la stella Sirio e la sua compagna, che chiamano Po Tolo, stella seme, invisibile ad occhio nudo e scoperta solo nel 1844 con il nome di Sirio B.

Così comincia il racconto

Tralasciamo queste considerazioni per ritornare al nostro tema.
Esiste un testo mesopotamico – la Enuma Elish ("Quando nell'alto"), risalente al 2000 a C., scritta in caratteri cuneiformi, composta da sette tavole, ciascuna di 115/170 righe – nel quale, in chiave narrativa, si descrive la formazione del nostro sistema solare. Ne evidenziamo alcune parti significative per la nostra ricerca.

Enuma elish la nabu shamamu
Quando nell'alto il Cielo non aveva ancora un nome
Shaplitu ammatum shuma la zakrat
E in basso anche il duro suolo non aveva nome

Così comincia il racconto. Esistono all'inizio solo tre dèi, o pianeti, AP.SU (uno che esiste fin dal principio), MUM.MU (uno che è nato) e TIAMAT (vergine della vita). Dal rimescolamento delle acque (le acque primordiali, gli elementi base dell'universo) nascono LAHMU e LAHAMU. Comparvero poi AN.SHAR e KI.SHAR che generarono ANU e GAGA; quest'ultimo, da identificarsi con Plutone, era inizialmente un emissario (satellite) di AN.SHAR per poi allontanarsi, come vedremo fra poco.
Abbiamo quindi:

  • APSU, il Sole, "che esiste fin dal principio".
  • MUMMU, Mercurio, consigliere di APSU.
  • LAHAMU, Venere, "signora delle battaglie".
  • LAHMU, Marte, "dio della guerra".
  • TIAMAT, "la vergine che dà la vita"; vedremo in seguito le sue vicessitudini.
  • KI.SHAR, Giove, "primo delle terreferme".
  • AN.SHAR, Saturno, "primo dei cieli".
  • GAGA, Plutone, consigliere e messaggero di AN.SHAR
  • ANU, Urano, "quello dei cieli".
  • EA, Nettuno, "abile creatore".

Il testo prosegue poi descrivendo la turbolenza (orbite irregolari) dei pianeti e di tutta una serie di contese che portarono ad una relativa pace, interrotta dall'arrivo di MARDUK, un nuovo dio, un nuovo pianeta formatosi nel Profondo.

Morte e rinascita del pianeta Terra

Nella Camera dei Fati, nel luogo dei Destini, un dio fu generato, il più capace e saggio degli dèi; nel cuore del Profondo fu creato Marduk. Attraente era la sua figura, scintillante il levarsi dei suoi occhi; maestoso era il suo passo, imponente come nei tempi antichi….Lo schema del sistema solare secondo la cosmologia sumera Egli era il più alto tra gli dèi, superiore in tutto… Superbo fra gli dèi, superava tutti per statura; le sue membra erano enormi, egli era eccezionalmente alto.

Il racconto seguita con l'entrata di MARDUK nel sistema solare e, dopo una serie di correzioni di traiettoria a seguito del passaggio vicino agli altri corpi celesti, si dirige contro TIAMAT, dando inizio ad uno spettacolare scontro epico. All'inizio TIAMAT viene colpita da un satellite di MARDUK che la rende inoffensiva, eliminandone la vita.

Il Signore distese la sua rete per avvilupparla; il Vento del Male, che gli stava dietro, le scatenò contro. Quando Tiamat aprì la bocca per divorarlo, Egli le spinse contro il Vento del Male, in modo che non potesse più chiudere le labbra. I feroci Venti di tempesta quindi caricarono il suo ventre; il suo corpo si gonfiò, la bocca si spalancò. Egli scagliò una freccia che le dilaniò il ventre; penetrò nelle sue viscere e le si conficcò nel grembo. Dopo averla così domata, egli spense il suo soffio vitale.

MARDUK prosegue la sua corsa e la sua nuova traiettoria orbitale lo riporta a passare da TIAMAT; e questa volta è lo stesso MARDUK a colpirla, dividendola in due (una metà frantumata formerà la fascia degli asteroidi) mentre uno dei satelliti di MARDUK si scontra con la metà separata (che diventerà la Terra) spingendola in un'orbita nuova assieme a KINGU (la Luna), già suo satellite.

Il Signore calpestò la parte posteriore di Tiamat; con la sua arma le tagliò di netto il cranio; recise i canali del suo sangue; e spinse il Vento del Nord a portare la parte ormai staccata verso luoghi che nessuno ancora conosceva. L'altra metà di lei egli innalzò come un paravento nei cieli: schiacciatala, piegò la sua coda fino a formare la Grande Fascia, simile a un bracciale posto a guardia dei cieli.

Dopo di ciò, nel suo giro orbitale, attrasse il satellite di AN.SHAR (Saturno), GAGA (Plutone), che così ebbe una propria orbita attorno ad APSU (il Sole).Una bella fantasia non c'è che dire! Stranamente coincidente, ripeto, 4000 anni fa, con la conoscenza attuale del nostro sistema solare!

Le influenze di corpi celesti ancora sconosciuti

Il testo epico afferma chiaramente che MARDUK era un invasore proveniente dall'esterno del sistema solare; i Sumeri lo chiamavano NIBIRU, "il pianeta che attraversa". I testi mesopotamici affermano che MARDUK arrivava fino a regioni sconosciute dei cieli e alle profondità dell'Universo.
Che il dodicesimo pianeta, il pianeta degli dèi, come dice Sitchin, tornasse, nella sua grandiosa orbita, nelle vicinanze della Terra, rappresentava un punto centrale delle convinzioni astronomiche e religiose del mondo antico. Le fonti mesopotamiche e bibliche parlano di un suo periodo orbitale di tremilaseicento anni.
Sitchin si domanda ad un certo punto : "… l'esistenza dei pianeti al di là di Saturno fu scoperta dagli astronomi dapprima matematicamente, non visivamente: gli astronomi, in pratica, si accorsero che le orbite dei pianeti che già si conoscevano sembravano influenzate da altri corpi celesti, ancora sconosciuti. Non potrebbe essere questo il metodo con cui gli astronomi 'scopriranno' in futuro il dodicesimo pianeta?"
Il Dr. Murray, oggi, sembra dargli ragione.

Fonte: http://www.isolachenonce-online.it