Ben pochi conoscono l'esistenza del papiro Tulli, un documento ritrovato da Boris De Rachewitz ,all'interno di vari carteggi del professor Alberto Tulli (ex direttore del museo egizio del Vaticano). Il documento è un papiro redatto all'epoca dal Faraone Thutmosis III (regnante dal 1504 al 1450 a.C.), la cui traduzione fa sorgere interrogativi a dir poco inquietanti. Il prof. Tulli trovò questo papiro durante una delle sue numerose spedizioni archeologiche in Egitto e lo aveva portato con se ma purtroppo egli non ebbe il tempo di esaminarlo perchè la morte lo colse prematuramente. Cosi Boris De Rachewitz prese l'incarico di esaminare il testo e di tradurlo iniziando così una difficile opera di traduzione che venne poi inviata nel 1953 alla Fortean Society New York.
Nel museo Egizio del Cairo, tenuto nascosto per più di 50 anni, è stato conservato un reperto con il numero di catalogo 6347. Apparentemente un modellino in legno rappresentante, secondo una delle prime classificazioni,un uccello stilizzato avente il peso di 39,12 grammi. Esso fu rinvenuto nel 1898 in una tomba di Saqqara e rimase nel museo fino al 1969 quando un certo Dr Khalil Messiha decise di rispolverarlo e sottoporlo ad accurati esami.
Messiha notò che erano assenti le zampe dell'uccello, e che non era visibile alcun intaglio che rappresentasse le piume. Inoltre nelle usuali rappresentazioni la coda dei volatili è orizzontale, mentre nell'artefatto era verticale.
Benché la coda sia alquanto diversa da quella della maggioranza delle rappresentazioni di uccelli dell'antico Egitto, quasi tutti gli egittologi sono concordi nel ritenere che si tratti della rappresentazione di un uccello dalle ali spiegate. Lo scopo invece è ancora sconosciuto. Potrebbe trattarsi di un oggetto cerimoniale: in questo caso l'oggetto ritrarrebbe un falcone (rappresentazione del dio Horus), oppure il ba egizio. La forma della coda ha suggerito che si possa trattare di una banderuola per il vento, forse collocata sulle barche sacre. Questa ipotesi sembrerebbe confermata da alcuni rilievi trovati nel Tempio di Khonsu a Karnak e datati al tardo Nuovo Regno, in cui si vedono banderuole simili che ornano la prua di tre barche usate durante le feste di Opet.
Nel 1971 fu istituita un'apposita commissione tecnica formata da esperti con al vertice l'allora ministro della cultura egiziano Gamal El-Din Moukthar per esaminare il modello. Dopo un'attenta analisi commissionata dagli esperti aeronautici si giunse alla conclusione che il modello era troppo semplice per essere un giocattolo ma possedeva canoni aerodinamici che soltanto velivoli aerei moderni posseggono. E così, in base a questi elementi,fu indicato che il modello era adatto al volo, capace di volare ribattezzandolo come "l'aereo del Faraone".
Il test conclusivo venne effettuato da Martin Gregorie, un disegnatore e costruttore di alianti con oltre 30 anni di esperienza. Ricostruì il modellino e lo dotò di una coda, per testarne le capacità di volo. Alla fine concluse che "…L'uccello di Saqqara non avrebbe mai potto volare. È totalmente instabile senza una coda… Ma anche con una coda le sue performance di volo sono assolutamente deludenti", concludendo che "l'uccello di Saqqara Bird era probabilmente un giocattolo per bambini o una banderuola per il vento."
Molti continuarono ad ipotizzare che l'oggetto era la prova lampante che gli Egizi conoscevano la tecnica del volo e possedevano una tecnologia molto più avanzata di quella da noi immaginata, altri parlavano di un'origine extraterrestre o forse un dono da parte di un'antica civiltà precedente a quella Egizia di cui oggi molti ricercatori teorizzano l'esistenza…fantasia?!? Del resto la traduzione delle piccole iscrizioni che si trovano su questo modello sussurrano questa frase:"DONO DI AMON". Forse questo "aereo del Faraone" sta a raffigurare qualche ordigno tecnologico appartenente a quell'epoca in cui gli "Dei" del cielo erano a contatto diretto con gli uomini?