Il sito archeologico di Newgrange vide “l’alba” oltre 5.200 anni fa ma “riprende vita” ad ogni solstizio d’inverno


 

Il sito e la sua valle

Il sito archeologico di Newgrange giace sulla parte superiore di una collina fronteggiata da un’ansa del fiume Boyne, ad ovest e a circa 8 km dalla città irlandese di Drogheda.
La Boyne Valley, scenario di molti eventi storici, tra Newgrange, Knowth e Dowth, è una zona ricca di testimonianze storiche, sede, in scavi differenti, di numerosi ritrovamenti archeologici delle più svariate età e provenienze: sono stati rinvenuti a Newgrange phallus di pietra, un cuneo del ferro, 750 frammenti non identificabili di ossa animali e piccoli frammenti incombusti di ossa umane, due coppe, una catena e due anelli d’oro (scoperti nel 1800 da un lavoratore che scavava vicino all’ingresso del sito), 21 monete romane ecc..

 Newgrange è comunque nota al mondo intero come uno dei migliori esempi (in Irlanda e in Europa occidentale) di un tipo di monumento neolitico conosciuto dagli archeologi come “tomba a passaggio”, un imponente tumulo appartenente ad un complesso funerario che si estende nella Boyne Valley composto da altri (ma ben più modesti) tumuli e da 2 solenni pietre megalitiche.

    

Secondo una datazione effettuata al carbonio 14 il sito di Newgrange è stato edificato intorno al 3200 a.C. ; ciò lo rende anteriore di 600 anni alle piramidi egiziane di Giza e 1.000 anni più antico del sito inglese di Stonehenge.

Origine leggendaria

Il Tuatha Dé Danann, ovvero la Tribù degli dèi di Dánann, si dice abbia scelto Newgrange come posto di sepoltura per un loro capo Dagda Mór, che risiedeva nel Brúg na Bóinne (nome celtico di Newgrange) e dei suoi tre figli. Si racconta anche, sempre nei miti celtici, che Newgrange sia stato il posto in cui fu concepito l’eroe Cúchulainn, nato dall’unione tra Dechtine e Lugh, dio solare e luminoso che visitò la donna in sogno mentre ella si trovava a Newgrange.

 

La “riscoperta”

Dopo secoli in cui rimase sepolto dal tempo e dai detriti, il tumulo di Newgrange fu "riscoperto" casualmente nel 1699 dal latifondista Charles Campbell che, per alcuni lavori stradali, aveva dato ordine ai suoi operai di utilizzare “quelle pietre”: altro non erano che quelle costituenti il corpo del cairn (tumulo centrale). Aveva così luogo il rinvenimento dell'entrata alla tomba.

Bisognerà aspettare il 1928 per avere qualche dato archeologico in più su Newgrange con gli scavi effettuati dal Macalister; egli portò alla luce, scavando ad ovest della pietra d’entrata, ben 54 pietre, nell’intento di esporre l’intero perimetro del sito ma il lavoro fu fermato dal latifondista. Miglior fortuna si ebbe a partire dagli anni sessanta del secolo scorso, soprattutto con gli scavi a cura dell’archeologo Michael J. O'Kelly. L'area è tutt'oggi oggetto di studio e di campagne archeologiche nella convinzione che ci sia ancora molto da scoprire e capire su questi luoghi.

 

La  struttura esterna ed interna

Il Cairn di Newgrange è inserito in una serie di strutture megalitiche portate alla luce da O'Kelly e costruite dagli antichi abitanti della valle del Boyne durante il Neolitico e l'età del Rame; attualmente è visibile un anello di 12 pietre che lo circonda ma è convinzione che le pietre dovessero essere molte di più, fino a formare una circonferenza completa attorno al Cairn.

La civiltà che le eresse è di gran lunga anteriore a quella celtica o pre-celtica quindi le molte storie sull’origine del sito abbinate a personalità di questo popolo lasciano, archeologicamente parlando, il tempo che trovano.

Il Cairn presenta all’incirca la forma di un tronco di cono a base irregolare (m 85,3 l’asse Nord/Ovest-Sud/Est) che termina, nella parte superiore, con una piattaforma circolare di 32 metri di diametro. 

Alla base del tumulo si sviluppa un circolo di grandi pietre infisse nel terreno: 97 grandi massi posti orizzontalmente, le kerbstones ("pietre di bordo"). Questi megaliti, di forma piatta ed estremamente regolare, presentano in alcuni casi splendide incisioni. La più nota è senza dubbio la  kerbstone 1 e che si trova all’ingresso della tomba con le ormai note incisioni dell’arte megalitica tipica di Newgrange, la triplice spirale; alcuni studiosi pensano che la grande lastra posta adiacente al passaggio d’ingrasso del tumulo, costituisse la “porta” con la quale i costruttori del sito sigillarono la tomba una volta ultimata. I kerbstones sono di dimensione variabile, il più piccolo è lungo m 1.7 mentre il maggiore è lungo m 4.5.

Splendide la decorazioni che vi sono incise: cerchi, spirali, archi, figure serpentiformi, puntiformi, zigzag, losanghe, figure radiali o a stella e linee parallele. Fra queste, il motivo decorativo più ricorrente tra le pietre di Newgrange non è, come si potrebbe pensare, la spirale, bensì i motivo a losanga e zigzag (a “virgolette”).


    

La losanga è più prominente all'interno del tumulo. Osservando e studiando queste pietre decorate si è notato come alcuni kerbstones sono stati decorati certamente prima di essere messi in posa definitiva poiché incisi sulla facciata retrostante a quella di collocazione e cioè là dove i decori non possono essere visti; altri kerbstones sono incisi lungo la fascia laterale delle pietre o sulla superficie che poggia al suolo.

Il tumulo, nella sua struttura interna, è composto da una serie di anelli concentrici di pietre interrotti da un corridoio in fondo alla quale e' posta una camera funeraria; il tutto è ricoperto poi da migliaia di metri cubi di terra. La lunghezza totale del passaggio e dell'alloggiamento raggiungono i m 24 il che significa che occupano soltanto un terzo del diametro della tomba.

La camera posta alla fine del corridoio è circondata da altri tre alloggiamenti separati o incavi, fuori dell'alloggiamento centrale. Quello orientale è quello notevolmente più decorato anche se tutti e tre contengono delle incisioni.

Il tetto è un’altra delle meraviglie di Newgrange per la sua spettacolare struttura in relazione al tempo di costruzione: composto da 17 lastre posizionate in modo mirabile tanto che, al momento della scoperta del Cairn, questo fu trovato perfettamente intatto e, nei secoli, non solo non aveva ceduto al peso della terra sovrastante ma non aveva lasciato passare nemmeno una goccia d’acqua. Oggi è esattamente quello di un tempo, non ha subito alcuna opera di riparazione e restauro.

 

L’alba di Newgrange

Nel 1972, a seguito di una indagine del dott. Jon Patrick, si comprese come  l’ingresso della tomba di Newgrange fosse orientato verso il punto in cui il Sole viene a sorgere il giorno del solstizio d’inverno. Tale scoperta fece includere Newgrange tra le costruzioni specializzate e progettate in modo astronomicamente voluto.

Il giorno del solstizio d’inverno, infatti, la luce del Sole penetra nel passaggio d’ingresso, scorre brillando lungo il pavimento del corridoio e va ad illuminare l’alloggiamento interno. Il tutto in appena 17 minuti, poi il sito torna a “vivere” nel buio più completo per altri 364 giorni. Clicca sul link per vedere una notevole animazione dell’evento:

http://www.lorenzoblanco.it/ombredeltempo/capitoli/anim/newg.html

Nulla è stato costruito a caso nel sito di Newgrange. Il 21 dicembre, grazie a calcoli astronomici notevolmente precisi e non sconosciuti a diversi popoli dell'antichità, a partire dall’alba i raggi del Sole cominciano a risalire la valle di Boyne per proseguire fino alla collina del sito conosciuta come “montagna rossa”.

Subito dopo le 9 antimeridiane, con uno spettacolare effetto, il fascio (largo appena 34 cm) penetra dal varco creato tra le pietre d’ingresso; il raggio, appena entrato, appare come dividersi in due parti, una si posiziona in basso ad illuminare il cammino mentre l’altra scorre a metà altezza fino a giungere il fondo della camera e, per effetto di ulteriore riflessione, colpisce una pietra in cui è inciso il simbolo della triplice spirale che accende di luce tutte le camere interne. Nessun altro giorno dell’anno avrà un allineamento sole-ingresso favorevole all’evento. Dal momento in cui il raggio invade il corridoio fino a quello in cui si ritirerà, trascorrono solamente 14 minuti.

L’evento, incredibilmente affascinante e simbolico, attira centinaia di turisti e, considerato che il tumulo può ospitare un numero esiguo di persone, solamente pochi hanno il privilegio di potervi assistere dall’interno; gli altri devono accontentarsi di farlo dall’esterno. Per dar modo a tutti di comprendere lo straordinario lavoro d’ingegneria e di scienza astronomica dei costruttori di Newgrange, le autorità locali hanno istituito un servizio di “albe fittizie”: attraverso della luce artificiale, si simula quanto naturalmente accade un solo giorno all’anno. Certo, l’effetto non è il medesimo, ma comprendiamo la “necessità” turistica di tale artifizio.

Possiamo dire che un momento cosmico accomuna ancora oggi noi, uomini del 2000, con i popoli della Boyne Valley di 5000 anni fa e questo grazie al fatto che il cambiamento delle coordinate geografiche del punto di levata del Sole è un fenomeno talmente lento da permane, ancora oggi, lo stesso del tempo di Newgrange: esso dipende dalla variazione dell'obliquità dell'eclittica, un'oscillazione di circa 2 gradi (da 22 a 24 gradi e ritorno) in 41013 anni.

 

Patrimonio dell’Umanità

Newgrange è un miracolo del tempo e dell’intelligenza umana che attira ogni anno, in Irlanda, ben 200.000 visitatori, tutti ad ammirare quanto la nostra razza è stata in grado di fare col solo uso della pietra per strumento e col solo occhio nudo per studiare il cielo. Una eredità culturale eccezionale che l’uomo moderno ha il compito di conservare e far conoscere; a tale scopo, dal 1993, tutta la Boyne Valley, e quindi Newgrange unitamente a Knowth e Dowth, sono stati decretati dall’UNESCO World Heritage Site.
 

Autore: Margherita Campaniolo

Fonte: Space Freedom

Riferimento: www.margheritacampaniolo.it/archeo/newgrange.htm

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