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Gli avvistamenti ufo nella storia - dalla notte dei tempi al 1900

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TamTam:
« Se fossimo soli nell'Universo allora l'Universo stesso sarebbe solo un grande spreco di spazio. »

Condivido pienamente E.B.E.!  :peace: ed il tuo post come al solito è completo e ricco di elementi: anche noi siamo gli UFO di altri.  :matrix neo1:

E.B.E.:

--- Citazione da: TamTam - 23 Giugno 2012, 19:57:49 pm ---« Se fossimo soli nell'Universo allora l'Universo stesso sarebbe solo un grande spreco di spazio. »

Condivido pienamente E.B.E.!  :peace: ed il tuo post come al solito è completo e ricco di elementi: anche noi siamo gli UFO di altri.  :matrix neo1:

--- Termina citazione ---


Grazie Tam Tam... :wink:

E.B.E.:
Extraterrestri dal passato?

"Nel 1997, presso la Arthur M. Sackler Gallery di Washington, fu allestita la mostra "Archeologia sulle rive del Giordano", curata da Ann Gunter e incentrata su un gruppo di cinque sculture rinvenute nel 1986 nel sito preistorico di Ain Ghazal, nei pressi di Amman (7000-6500 a.C. circa),capitale della Giordania. L'anno successivo al ritrovamento, il Conservation Analytical Laboratory della Smithsonnian Institution intraprese l'opera di studio e conservazione di queste interessanti sculture, prestate all'istituzione americana dal Dipartimento di Antichità della Giordania.

Le statue, mai pubblicate o esposte prima di questa occasione, furono casualmente rinvenute durante la costruzione di una strada e rimosse, insieme al blocco di terreno che le conteneva, per essere ricostituite e studiate in laboratorio.

Datate tra il 7000 e il 6500 a.C. circa, esse sono tra le più antiche statue antropomorfe rinvenute nel Vicino Oriente, ma non è ancora chiara l'esatta loro funzione e chi in esse sia raffigurato. In particolare un busto con due teste potrebbe essere la rappresentazione di una divinità venerata dalla locale comunità di agricoltori.

Le sculture, modellate a mano in gesso ottenuto da calcare locale  e rifinite con utensili in pietra, legno od osso, sono accompagnate in mostra da tre volti "umani" in gesso modellati sul teschio di defunti. Tale pratica - attestata in siti della Giordania, Israele e Siria - prevedeva, a distanza di qualche tempo dal seppellimento del cadavere, la dissepoltura dei resti ossei e il trattamento dei teschi che venivano decorati a fini rituali; da essi si ottenevano calchi totali o parziali, oggetto di venerazione nell'ambito di credenze religiose incentrate sul culto degli Antenati." (tratto da ARCHEO del Febbraio 1997, articolo di Filippo Salviati).


I volti che vedete fotografati qui a sinistra, sono quelli appena descritti da Salviati. A prima vista non dicono alcunché, ma esattamente due anni dopo, dovetti ricredermi.

Fu durante un documentario televisivo sul Caso Roswell che la mia attenzione fu colpita dalla fotografia di uno dei presunti alieni incidentati. Ero convinto di aver già visto un volto simile, e così andai a rovistare nei materiali raccolti alla rinfusa nella mia biblioteca. Ritrovai la rivista archeologica di cui sopra e mi ricordai delle fotografie in essa pubblicate. Ero più che mai convinto che quei volti di origini ed epoche apparentemente differenti si somigliassero, ma non ebbi il desiderio di approfondire. Poi, un collaboratore di Acam con cui ebbi l'occasione di parlarne, mi consigliò di preparare su questo argomento un articolo da inserire tra le pagine del sito.

Tuttavia, le parole stentavano a fluire e il discorso relativo era ben poca cosa. Poi, dovendo selezionare le immagini per l'articolo, volli tentare con Corel Draw 8 una sorta di sovrapposizione delle due immagini. Ebbi persino la fortuna di trovarle perfettamente proporzionate l'una all'altra, sebbene quella in bianco e nero dell'alieno fosse stata scattata con una angolazione focale leggermente differente. Ritagliai in un riquadro il calco centrale e lo affiancai al volto presunto alieno:

Effettivamente, non si può negare una qualche somiglianza nei tratti somatici dei due soggetti.

Ma preparatevi a vedere il risultato finale della semplice (senza trucchi) sovrapposizione della prima immagine alla seconda...


La maschera in gesso si adatta alla perfezione al volto dell'alieno di Roswell! Cosa può voler significare una simile coincidenza? Avevo forse scoperto qualcosa? Nemmeno ora oso pronunciarmi per una qualche forma di onestà intellettuale.

Ma vediamo di analizzare i dettagli della sovrapposizione.

L'unico aspetto discordante, riguarda la parte superiore della maschera in gesso, che presenta una sorta di capigliatura o copricapo. Ma se osserviamo attentamente l'arcata sopraccigliare destra dell'alieno ( di colore grigio più scuro ), ci accorgiamo che seguendo la linea inferiore del "copricapo" e proseguendola fino al lato opposto mancante, essa viene per così dire completata.

Tutto il resto sembra combaciare alla perfezione: le linee del volto, gli occhi, il naso, la bocca e il mento. Inoltre, la parte di maschera danneggiata a destra nella foto, viene riempita dalla guancia del volto alieno, mantenendo così inalterate le proporzioni generali del volto.

Provai a fare il negativo della sovrapposizione:

Dopo di che, volli eliminare i difetti visivi derivanti dal colore, ed equalizzai le due immagini sul bianco e nero, eseguendone poi di nuovo il negativo. Se nella prima sovrapposizione le due immagini combaciavano, ora mi sentivo di affermare che da quel che vedevo le due immagini rappresentavano la stessa tipologia morfologica.


Ma allora, cosa significa tutto ciò? E' una scoperta o una riscoperta? Secondo alcuni miti, tra cui quelli della tribù africana dei Dogon, intorno al 7000 a.C. una razza aliena venne sulla Terra e portò agli uomini ancora primitivi i concetti della scienza cosmica. Si fermarono sulla Terra per alcuni secoli. Prima di ripartire giurarono che un giorno essi sarebbero ritornati e si sarebbero stabiliti in mezzo a noi. Gli Egiziani credevano che anticamente furono gli dei a regnare sulla terra del Nilo per millenni, prima di consegnare nelle mani dei faraoni il potere politico e ai sacerdoti quello delle facoltà scientifiche. Secondo Robert Temple, autore de "Il mistero di Sirio", essi torneranno quando noi avremo saputo cogliere il significato delle innumerevoli tracce che hanno disseminato sul nostro pianeta, segni che l'archeologia ufficiale continua a disseppellire, ma che non sa interpretare.

Che gli alieni di Roswell siano i nostri Antenati? Qualcuno si chiederà se non sia possibile che qualcuno abbia contraffatto la fotografia di Roswell per somigliare ai calchi. Rispondo subito. Non è assolutamente possibile alcuna forma di contaminazione dei reperti, per il semplice fatto che la fotografia dell'alieno circola dagli anni cinquanta, e che le statue e i calchi in gesso risalenti al 7000-6500 a.C. sono state rinvenute soltanto negli anni ottanta.

Io non do nessuna risposta al polverone che credo verrà sollevato da questo articolo, perché la funzione di Acam è quella di aprire degli interrogativi. La filosofia nostra è: "essere scettici, ma cercare ogni prova per essere costretti a credere".

Beh, forse siamo dinnanzi ad una nuova prova...

http://www.acam.it/acamstatue.htm
http://www.acam.it/ufostorico.htm

E.B.E.:
CIELO ROSSO E DUELLI UFO

"Meravigliosi e tremendi prodigi" sulla Costa Azzurra del 1600

di Giorgio Pattera

I manoscritti ingialliti e polverosi custoditi negli archivi municipali di Nizza si rivelano autentiche miniere d'oro per gli appassionati delle "cronache Fortiane", perché ci informano che la cittadina provenzale è stata più volte testimone nel corso dei secoli di eventi eccezionali. Nel 957 e nel 1139, la popolazione fu allarmata da "due soli" che percorsero la volta celeste. Nel 1147 una croce apparve sul disco lunare, mentre nel 1217 tre "croci volanti" fluttuarono nel cielo della città. Nel 1309, una "palla di fuoco" attraversò il cielo di Nizza, mentre il 5 Gennaio 1433 un "globo luminoso" stazionò per parecchie ore sulla città. Infine, nei mesi di Agosto e Settembre 1743, una strana "cometa" fu a lungo visibile a sud-ovest, proiettando di notte un chiarore color rosso sangue.

SPAVENTOSI SEGNI SUL MARE
Tra tutti i resoconti ne emerge uno in Provenzale (antico dialetto francese di derivazione neolatina) datato 1608 e intitolato "Discorso sui terribili e spaventosi segni sparsi sul mare di Genova".
«Ai primi d'Agosto del 1608 - si legge nel testo - avvennero due grandi prodigi: la pioggia di sangue caduta su Nizza ed altre località costiere (della Provenza) e l'apparizione in cielo di due uomini, duellanti più volte tra loro. Questi ultimi sono stati osservati per tre giorni, con grande stupore, sull'isola di Martigues, a cinque leghe da Marsiglia.
I prodigi, che ci sono apparsi, sono senza dubbio opera di messaggeri celesti, che preannunciano future disgrazie e ci invitano a correre ai ripari, mediante preghiere e digiuno, al fine di placare l'ira di Dio, che ogni giorno offendiamo. Perfino gli antichi romani, non appena scorgevano presagi celesti, facevano sacrifici agli dei per placarne la collera. E noi che siamo cristiani (e quindi allevati in una migliore scuola), dobbiamo pentirci e supplicare umilmente l'Onnipotente affinché perdoni i nostri errori e affinché i castighi, preparati dalla giustizia divina, siano allontanati dalla Santa Misericordia».

MANOSCRITTO D'AVVERTIMENTO
Le parole del cronista oggi possono far sorridere: tuttavia non dimentichiamo che la descrizione di un fenomeno a carattere ufologico, così come tutte le manifestazioni straordinarie ed inspiegabili, non può essere estrapolata dal contesto culturale dell'epoca. È quindi comprensibile, per quei tempi, il timore che "presagi in cielo" siano forieri di punizioni ultraterrene per peccati che possono, tuttavia essere cancellati da preghiere e penitenze.
«Questi meravigliosi prodigi - conclude il cronista - hanno toccato l'animo di molti cristiani i quali, essendo stati testimoni delle divine meraviglie ed avendo riconosciuto che il Creatore, potenza e bontà infinita, ci vuole avvertire dell'imminente castigo da noi meritato, sono divenuti più credenti e fanno penitenze per placare l'ira di Dio. Lo Spirito Santo li assista in questa opera di buona volontà. Così sia».
Con questo commento che rende bene l'idea di quanto fossero terrorizzate le popolazioni rivierasche a causa degli insoliti eventi, il cronista pone fine al proprio manoscritto.

VISUALIZZAZIONE PER IMMAGINI
Alcuni anni fa il francese G.E.O.S. (Group d'Etudes des Objects Spatiaux) ha realizzato illustrazioni assai evocative degli straordinari avvenimenti dell'Agosto 1608.
Agli inizi del 17° secolo, Nizza, principale porto del Regno Piemontese, viveva un periodo di notevole prosperità. Protetta dal grande castello, la città si era sviluppata grazie al commercio coi paesi vicini. Le case dei ricchi armatori, dai lunghi balconi decorati, dominavano dal molo l'intenso traffico portuale.
Sul fare del tramonto del 5 Agosto 1608, gli abitanti di Nizza vedono comparire in cielo tre forme luminose che si muovono molto velocemente, dirigendosi sulla città. Giunte sulla verticale della fortezza, le tre luci si fermano di colpo e scendono lentamente, compiendo evoluzioni, fino ad un metro circa dalla superficie del mare.

UNA "TUTA" DI SCAGLIE ARGENTATE
Stazionando praticamente immobili sopra le onde, i tre oggetti, di forma ovoidale allungata e piatta e sormontati da una specie di pennone (che oggi potremmo chiamare antenna), fanno come ribollire l'acqua, con intensa emissione di vapore color arancio-ocra; il tutto accompagnato da un grande fragore.
[Illustrazione del Group d'Etudes des Objects Spatiaux - 34K .jpg] Ad un tratto, da uno degli ordigni fuoriesce un essere e poi un secondo, di forma vagamente umana, vestiti con una specie di tuta rossa ricoperta di scaglie argentate. Erano macrocefali e, al posto degli occhi, avevano due aperture circolari luminose.
Le due entità affondano nell'acqua fino alle anche. Le braccia sostengono in verticale due tubi, raccordati alla vita da cui parte, a mo' di cinturone, un tubo anellato che si collega alla parte posteriore della tuta. Per due ore, in questa serata del 5 agosto 1608, i tre ordigni rimangono pressoché immobili rispetto alle due entità sbucate dall'interno. Verso le ore 22,00 i tre vascelli celesti, dopo aver imbarcato i due esseri, con un rombo indescrivibile ed a gran velocità si dirigono nella notte verso est, diventando in pochi secondi tre puntini luminosi.
Interpretando il fenomeno come un avvertimento divino, i nizzardi si riversarono nelle strade della città, sfilando in lunghe processioni religiose fino all'alba del 6 agosto 1608.

CANNONATE SUI VASCELLI AEREI
Il mattino del 22 Agosto, i tre ordigni venuti dal cielo compaiono a Genova, anche questa volta di fronte al forte della città. I genovesi, già informati di quanto era successo a Nizza 17 giorni prima, reagiscono violentemente.
[Illustrazione del Group d'Etudes des Objects Spatiaux - 27K .jpg] La cittadella scatena un serrato tiro d'artiglieria contro i tre vascelli: 800 palle di cannone sono indirizzate sugli ordigni, ma nessuno dei tre subisce il minimo danno, né. interrompe le proprie evoluzioni. Tuttavia, in questo caso, nessuno tenta di uscire dagli oggetti durante le due ore e mezza in cui il fenomeno si manifesta. Dopo circa un'ora di evoluzioni a pelo d'acqua, uno degli ordigni si stacca bruscamente dal. gruppo e punta sulla città.
La popolazione è colta dal panico e si registrano numerosi morti e feriti, alcuni calpestati dalla folla, altri per essere comunque rimasti esposti allo strano vascello. Dopo questa dimostrazione i tre oggetti volanti si riuniscono nuovamente e si dirigono verso est a velocità vertiginosa.

UNA PIOGGIA ROSSO SANGUE
Cinque giorni dopo, il 25 Agosto 1608, nel cielo di Martigues, piccolo villaggio di pescatori situato all'ingresso dello stagno di Berre, appare un altro velivolo, che volteggia per un'ora e mezzo al di sopra delle case. Ne fuoriescono due entità, molto simili a quelle osservate dai nizzardi la sera del 5 Agosto, che si mantengono attorno al vascello e danno l'impressione di sfidarsi a duello nel cielo. È l'ultimo di questi avvistamenti nella regione. La settimana successiva si verificano abbondanti precipitazioni di pioggia rossa come il sangue. La gente considerò come una "vendetta divina" le inquietanti manifestazione osservate durante l'Agosto 1608.
L'interpretazione che si potrebbe dare oggi allo strano fenomeno è la seguente: questa regione del sud della Francia è ricca di bauxite. Il vortice d'aria originato dagli ordigni al momento di ripartire potrebbe aver risucchiato polveri di bauxite, che in seguito, inglobate negli alti strati dell'atmosfera dalle nuvole, avrebbero ceduto la propria colorazione rossastra alla pioggia. Per gli abitanti della regione, infatti, il fenomeno è relativamente frequente ed oggi, ormai, non li stupisce più di tanto.

FREQUENZE SONORE LETALI
Per quaranta giorni le cappelle, le chiese e le cattedrali di tutta la regione, da Martigues a Genova, vedono giungere enormi folle di pellegrini a pregare, giorno e notte. I credenti ed anche i non credenti si uniscono nella stessa ed intensa preghiera, chiedendo a Dio quel perdono che eviterà loro il ripetersi delle strane e tragiche visioni di cui erano stati attoniti quanto involontari testimoni. A questo punto ognuno di noi avrà certamente formulato una propria interpretazione dei curiosi fenomeni, avvenuti quasi quattro secoli fa sulla splendida "Cote d'Azur".
Ritengo tuttavia opportuno riportare in questo contesto l'opinione dello studioso francese Guy Tarade, che troviamo nel suo libro "Soucoupes volantes et Civizations d'outre-espace".
Citiamo testualmente:
«Questa lunga e puntigliosa cronaca conferma che gli eventi l'Agosto 1608 rivestono un'importanza determinante per studio degli UFO del passato. Questo perché non viene i messa in dubbio, l'oggettività degli avvistamenti, in quanto il fragore che accompagnò il passaggio su Genova dei misteriosi ordigni provocò la morte di più persone. Le vibrazioni sonore emanate dagli UFO ricadevano evidentemente in una gamma di frequenza pericolosa per gli esseri umani. Il figlio di Gasparino De Loro ed il fratello di Antonio Bagatello, ad esempio, furono uccisi proprio da quelle terribili onde acustiche, come molte donne della città.»
Ancora:
«La tuta "coperta di scaglie", indossata dai piloti che fluttuavano nel cielo con "propulsori individuali" (i cosiddetti "serpenti volanti"), ricorda incredibilmente quella degli attuali cosmonauti.
Un altro fattore attestante la realtà delle manifestazioni visive e sonore è costituito dall'intenso fuoco di artiglieria che l'esercito piemontese sparò per difendere il porto di Nizza da questi misteriosi ordigni anfibi.»
A proposito della "pioggia di sangue", l'autore transalpino ha una propria ipotesi, che si discosta alquanto da quella suggerita dal G.E.O.S.:
«Si può pensare, quando le "piogge di sangue" caddero dopo tre giorni un po' dappertutto sul litorale, che le manifestazioni a carattere temporalesco, tipicamente stagionali, abbiano incluso delle microparticelle di ossidazione, residuate dal sistema di propulsione degli ordigni stessi».
«Cosa si può desumere ancora da una tale descrizione? - si chiede l'esperto francese - Gli UFO che terrorizzarono provenzali e genovesi nel 1608 erano gli stessi che ancora oggi fanno visita, sempre più di frequente, ai nostri cieli?»

Bibliografia:
Archivi municipalizzati di Nizza - anno 1608
Rivista "Les Extraterrestres", Edition du Cercle Français de Recherches Ufologiques, Rebais.
Guy Tarade, "Soucoupes Volantes ed Civilisations d'outre-espace", J'ai lu, 1970
Fonte: Notiziario UFO - n. 9 (Novembre - Dicembre 1996)

http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/nu09_01i.htm

E.B.E.:
L’UFO di Benvenuto Cellini

Nella sua autobiografia il celebre artista fiorentino (1500 - 1571) descrive lo strano fenomeno di cui fu testimone lui stesso assieme a un suo compagno di viaggio. I due stavano ritornando da Roma, a cavallo, verso Firenze, quando giunsero su una collina da cui si vedeva la città. Poterono così vedere una enorme “trave luminosa” stagliarsi nel cielo sopra Firenze.

Questo il è il testo estratto dalla sua autobiografia:

“LXXXIX.Montai a cavallo, venivamo sollecitamente alla volta di Roma. Arrivati che noi fummo in un certo poco di rialto, era di già fatto notte, guardando in verso Firenze tutti a dua d’accordo movemmo gran voce di maraviglia, dicendo: – Oh Dio del cielo, che gran cosa è quella che si vede sopra Firenze? – Questo si era com’un gran trave di fuoco, il quale scintillava e rendeva grandissimo splendore.”

http://www.ivanceci.it/2008/05/16/lufo-di-benvenuto-cellini/

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