Gli avvistamenti ufo nella storia - dalla notte dei tempi al 1900

  • 360 Risposte
  • 119587 Visite

TamTam

    *
  • Visitatore
« Risposta #195 il: 23 Giugno 2012, 19:57:49 pm »
« Se fossimo soli nell'Universo allora l'Universo stesso sarebbe solo un grande spreco di spazio. »

Condivido pienamente E.B.E.!  :peace: ed il tuo post come al solito è completo e ricco di elementi: anche noi siamo gli UFO di altri.  :matrix neo1:



Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #196 il: 24 Giugno 2012, 14:31:17 pm »
« Se fossimo soli nell'Universo allora l'Universo stesso sarebbe solo un grande spreco di spazio. »

Condivido pienamente E.B.E.!  :peace: ed il tuo post come al solito è completo e ricco di elementi: anche noi siamo gli UFO di altri.  :matrix neo1:


Grazie Tam Tam... :wink:

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #197 il: 05 Luglio 2012, 21:06:10 pm »
Extraterrestri dal passato?

"Nel 1997, presso la Arthur M. Sackler Gallery di Washington, fu allestita la mostra "Archeologia sulle rive del Giordano", curata da Ann Gunter e incentrata su un gruppo di cinque sculture rinvenute nel 1986 nel sito preistorico di Ain Ghazal, nei pressi di Amman (7000-6500 a.C. circa),capitale della Giordania. L'anno successivo al ritrovamento, il Conservation Analytical Laboratory della Smithsonnian Institution intraprese l'opera di studio e conservazione di queste interessanti sculture, prestate all'istituzione americana dal Dipartimento di Antichità della Giordania.

Le statue, mai pubblicate o esposte prima di questa occasione, furono casualmente rinvenute durante la costruzione di una strada e rimosse, insieme al blocco di terreno che le conteneva, per essere ricostituite e studiate in laboratorio.

Datate tra il 7000 e il 6500 a.C. circa, esse sono tra le più antiche statue antropomorfe rinvenute nel Vicino Oriente, ma non è ancora chiara l'esatta loro funzione e chi in esse sia raffigurato. In particolare un busto con due teste potrebbe essere la rappresentazione di una divinità venerata dalla locale comunità di agricoltori.

Le sculture, modellate a mano in gesso ottenuto da calcare locale  e rifinite con utensili in pietra, legno od osso, sono accompagnate in mostra da tre volti "umani" in gesso modellati sul teschio di defunti. Tale pratica - attestata in siti della Giordania, Israele e Siria - prevedeva, a distanza di qualche tempo dal seppellimento del cadavere, la dissepoltura dei resti ossei e il trattamento dei teschi che venivano decorati a fini rituali; da essi si ottenevano calchi totali o parziali, oggetto di venerazione nell'ambito di credenze religiose incentrate sul culto degli Antenati." (tratto da ARCHEO del Febbraio 1997, articolo di Filippo Salviati).


I volti che vedete fotografati qui a sinistra, sono quelli appena descritti da Salviati. A prima vista non dicono alcunché, ma esattamente due anni dopo, dovetti ricredermi.

Fu durante un documentario televisivo sul Caso Roswell che la mia attenzione fu colpita dalla fotografia di uno dei presunti alieni incidentati. Ero convinto di aver già visto un volto simile, e così andai a rovistare nei materiali raccolti alla rinfusa nella mia biblioteca. Ritrovai la rivista archeologica di cui sopra e mi ricordai delle fotografie in essa pubblicate. Ero più che mai convinto che quei volti di origini ed epoche apparentemente differenti si somigliassero, ma non ebbi il desiderio di approfondire. Poi, un collaboratore di Acam con cui ebbi l'occasione di parlarne, mi consigliò di preparare su questo argomento un articolo da inserire tra le pagine del sito.

Tuttavia, le parole stentavano a fluire e il discorso relativo era ben poca cosa. Poi, dovendo selezionare le immagini per l'articolo, volli tentare con Corel Draw 8 una sorta di sovrapposizione delle due immagini. Ebbi persino la fortuna di trovarle perfettamente proporzionate l'una all'altra, sebbene quella in bianco e nero dell'alieno fosse stata scattata con una angolazione focale leggermente differente. Ritagliai in un riquadro il calco centrale e lo affiancai al volto presunto alieno:


Effettivamente, non si può negare una qualche somiglianza nei tratti somatici dei due soggetti.

Ma preparatevi a vedere il risultato finale della semplice (senza trucchi) sovrapposizione della prima immagine alla seconda...


La maschera in gesso si adatta alla perfezione al volto dell'alieno di Roswell! Cosa può voler significare una simile coincidenza? Avevo forse scoperto qualcosa? Nemmeno ora oso pronunciarmi per una qualche forma di onestà intellettuale.

Ma vediamo di analizzare i dettagli della sovrapposizione.

L'unico aspetto discordante, riguarda la parte superiore della maschera in gesso, che presenta una sorta di capigliatura o copricapo. Ma se osserviamo attentamente l'arcata sopraccigliare destra dell'alieno ( di colore grigio più scuro ), ci accorgiamo che seguendo la linea inferiore del "copricapo" e proseguendola fino al lato opposto mancante, essa viene per così dire completata.

Tutto il resto sembra combaciare alla perfezione: le linee del volto, gli occhi, il naso, la bocca e il mento. Inoltre, la parte di maschera danneggiata a destra nella foto, viene riempita dalla guancia del volto alieno, mantenendo così inalterate le proporzioni generali del volto.

Provai a fare il negativo della sovrapposizione:


Dopo di che, volli eliminare i difetti visivi derivanti dal colore, ed equalizzai le due immagini sul bianco e nero, eseguendone poi di nuovo il negativo. Se nella prima sovrapposizione le due immagini combaciavano, ora mi sentivo di affermare che da quel che vedevo le due immagini rappresentavano la stessa tipologia morfologica.


Ma allora, cosa significa tutto ciò? E' una scoperta o una riscoperta? Secondo alcuni miti, tra cui quelli della tribù africana dei Dogon, intorno al 7000 a.C. una razza aliena venne sulla Terra e portò agli uomini ancora primitivi i concetti della scienza cosmica. Si fermarono sulla Terra per alcuni secoli. Prima di ripartire giurarono che un giorno essi sarebbero ritornati e si sarebbero stabiliti in mezzo a noi. Gli Egiziani credevano che anticamente furono gli dei a regnare sulla terra del Nilo per millenni, prima di consegnare nelle mani dei faraoni il potere politico e ai sacerdoti quello delle facoltà scientifiche. Secondo Robert Temple, autore de "Il mistero di Sirio", essi torneranno quando noi avremo saputo cogliere il significato delle innumerevoli tracce che hanno disseminato sul nostro pianeta, segni che l'archeologia ufficiale continua a disseppellire, ma che non sa interpretare.

Che gli alieni di Roswell siano i nostri Antenati? Qualcuno si chiederà se non sia possibile che qualcuno abbia contraffatto la fotografia di Roswell per somigliare ai calchi. Rispondo subito. Non è assolutamente possibile alcuna forma di contaminazione dei reperti, per il semplice fatto che la fotografia dell'alieno circola dagli anni cinquanta, e che le statue e i calchi in gesso risalenti al 7000-6500 a.C. sono state rinvenute soltanto negli anni ottanta.

Io non do nessuna risposta al polverone che credo verrà sollevato da questo articolo, perché la funzione di Acam è quella di aprire degli interrogativi. La filosofia nostra è: "essere scettici, ma cercare ogni prova per essere costretti a credere".

Beh, forse siamo dinnanzi ad una nuova prova...


http://www.acam.it/acamstatue.htm
http://www.acam.it/ufostorico.htm

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #198 il: 30 Luglio 2012, 16:56:39 pm »
CIELO ROSSO E DUELLI UFO

"Meravigliosi e tremendi prodigi" sulla Costa Azzurra del 1600

di Giorgio Pattera

I manoscritti ingialliti e polverosi custoditi negli archivi municipali di Nizza si rivelano autentiche miniere d'oro per gli appassionati delle "cronache Fortiane", perché ci informano che la cittadina provenzale è stata più volte testimone nel corso dei secoli di eventi eccezionali. Nel 957 e nel 1139, la popolazione fu allarmata da "due soli" che percorsero la volta celeste. Nel 1147 una croce apparve sul disco lunare, mentre nel 1217 tre "croci volanti" fluttuarono nel cielo della città. Nel 1309, una "palla di fuoco" attraversò il cielo di Nizza, mentre il 5 Gennaio 1433 un "globo luminoso" stazionò per parecchie ore sulla città. Infine, nei mesi di Agosto e Settembre 1743, una strana "cometa" fu a lungo visibile a sud-ovest, proiettando di notte un chiarore color rosso sangue.

SPAVENTOSI SEGNI SUL MARE
Tra tutti i resoconti ne emerge uno in Provenzale (antico dialetto francese di derivazione neolatina) datato 1608 e intitolato "Discorso sui terribili e spaventosi segni sparsi sul mare di Genova".
«Ai primi d'Agosto del 1608 - si legge nel testo - avvennero due grandi prodigi: la pioggia di sangue caduta su Nizza ed altre località costiere (della Provenza) e l'apparizione in cielo di due uomini, duellanti più volte tra loro. Questi ultimi sono stati osservati per tre giorni, con grande stupore, sull'isola di Martigues, a cinque leghe da Marsiglia.
I prodigi, che ci sono apparsi, sono senza dubbio opera di messaggeri celesti, che preannunciano future disgrazie e ci invitano a correre ai ripari, mediante preghiere e digiuno, al fine di placare l'ira di Dio, che ogni giorno offendiamo. Perfino gli antichi romani, non appena scorgevano presagi celesti, facevano sacrifici agli dei per placarne la collera. E noi che siamo cristiani (e quindi allevati in una migliore scuola), dobbiamo pentirci e supplicare umilmente l'Onnipotente affinché perdoni i nostri errori e affinché i castighi, preparati dalla giustizia divina, siano allontanati dalla Santa Misericordia».

MANOSCRITTO D'AVVERTIMENTO
Le parole del cronista oggi possono far sorridere: tuttavia non dimentichiamo che la descrizione di un fenomeno a carattere ufologico, così come tutte le manifestazioni straordinarie ed inspiegabili, non può essere estrapolata dal contesto culturale dell'epoca. È quindi comprensibile, per quei tempi, il timore che "presagi in cielo" siano forieri di punizioni ultraterrene per peccati che possono, tuttavia essere cancellati da preghiere e penitenze.
«Questi meravigliosi prodigi - conclude il cronista - hanno toccato l'animo di molti cristiani i quali, essendo stati testimoni delle divine meraviglie ed avendo riconosciuto che il Creatore, potenza e bontà infinita, ci vuole avvertire dell'imminente castigo da noi meritato, sono divenuti più credenti e fanno penitenze per placare l'ira di Dio. Lo Spirito Santo li assista in questa opera di buona volontà. Così sia».
Con questo commento che rende bene l'idea di quanto fossero terrorizzate le popolazioni rivierasche a causa degli insoliti eventi, il cronista pone fine al proprio manoscritto.

VISUALIZZAZIONE PER IMMAGINI
Alcuni anni fa il francese G.E.O.S. (Group d'Etudes des Objects Spatiaux) ha realizzato illustrazioni assai evocative degli straordinari avvenimenti dell'Agosto 1608.
Agli inizi del 17° secolo, Nizza, principale porto del Regno Piemontese, viveva un periodo di notevole prosperità. Protetta dal grande castello, la città si era sviluppata grazie al commercio coi paesi vicini. Le case dei ricchi armatori, dai lunghi balconi decorati, dominavano dal molo l'intenso traffico portuale.
Sul fare del tramonto del 5 Agosto 1608, gli abitanti di Nizza vedono comparire in cielo tre forme luminose che si muovono molto velocemente, dirigendosi sulla città. Giunte sulla verticale della fortezza, le tre luci si fermano di colpo e scendono lentamente, compiendo evoluzioni, fino ad un metro circa dalla superficie del mare.

UNA "TUTA" DI SCAGLIE ARGENTATE
Stazionando praticamente immobili sopra le onde, i tre oggetti, di forma ovoidale allungata e piatta e sormontati da una specie di pennone (che oggi potremmo chiamare antenna), fanno come ribollire l'acqua, con intensa emissione di vapore color arancio-ocra; il tutto accompagnato da un grande fragore.
[Illustrazione del Group d'Etudes des Objects Spatiaux - 34K .jpg] Ad un tratto, da uno degli ordigni fuoriesce un essere e poi un secondo, di forma vagamente umana, vestiti con una specie di tuta rossa ricoperta di scaglie argentate. Erano macrocefali e, al posto degli occhi, avevano due aperture circolari luminose.
Le due entità affondano nell'acqua fino alle anche. Le braccia sostengono in verticale due tubi, raccordati alla vita da cui parte, a mo' di cinturone, un tubo anellato che si collega alla parte posteriore della tuta. Per due ore, in questa serata del 5 agosto 1608, i tre ordigni rimangono pressoché immobili rispetto alle due entità sbucate dall'interno. Verso le ore 22,00 i tre vascelli celesti, dopo aver imbarcato i due esseri, con un rombo indescrivibile ed a gran velocità si dirigono nella notte verso est, diventando in pochi secondi tre puntini luminosi.
Interpretando il fenomeno come un avvertimento divino, i nizzardi si riversarono nelle strade della città, sfilando in lunghe processioni religiose fino all'alba del 6 agosto 1608.

CANNONATE SUI VASCELLI AEREI
Il mattino del 22 Agosto, i tre ordigni venuti dal cielo compaiono a Genova, anche questa volta di fronte al forte della città. I genovesi, già informati di quanto era successo a Nizza 17 giorni prima, reagiscono violentemente.
[Illustrazione del Group d'Etudes des Objects Spatiaux - 27K .jpg] La cittadella scatena un serrato tiro d'artiglieria contro i tre vascelli: 800 palle di cannone sono indirizzate sugli ordigni, ma nessuno dei tre subisce il minimo danno, né. interrompe le proprie evoluzioni. Tuttavia, in questo caso, nessuno tenta di uscire dagli oggetti durante le due ore e mezza in cui il fenomeno si manifesta. Dopo circa un'ora di evoluzioni a pelo d'acqua, uno degli ordigni si stacca bruscamente dal. gruppo e punta sulla città.
La popolazione è colta dal panico e si registrano numerosi morti e feriti, alcuni calpestati dalla folla, altri per essere comunque rimasti esposti allo strano vascello. Dopo questa dimostrazione i tre oggetti volanti si riuniscono nuovamente e si dirigono verso est a velocità vertiginosa.

UNA PIOGGIA ROSSO SANGUE
Cinque giorni dopo, il 25 Agosto 1608, nel cielo di Martigues, piccolo villaggio di pescatori situato all'ingresso dello stagno di Berre, appare un altro velivolo, che volteggia per un'ora e mezzo al di sopra delle case. Ne fuoriescono due entità, molto simili a quelle osservate dai nizzardi la sera del 5 Agosto, che si mantengono attorno al vascello e danno l'impressione di sfidarsi a duello nel cielo. È l'ultimo di questi avvistamenti nella regione. La settimana successiva si verificano abbondanti precipitazioni di pioggia rossa come il sangue. La gente considerò come una "vendetta divina" le inquietanti manifestazione osservate durante l'Agosto 1608.
L'interpretazione che si potrebbe dare oggi allo strano fenomeno è la seguente: questa regione del sud della Francia è ricca di bauxite. Il vortice d'aria originato dagli ordigni al momento di ripartire potrebbe aver risucchiato polveri di bauxite, che in seguito, inglobate negli alti strati dell'atmosfera dalle nuvole, avrebbero ceduto la propria colorazione rossastra alla pioggia. Per gli abitanti della regione, infatti, il fenomeno è relativamente frequente ed oggi, ormai, non li stupisce più di tanto.

FREQUENZE SONORE LETALI
Per quaranta giorni le cappelle, le chiese e le cattedrali di tutta la regione, da Martigues a Genova, vedono giungere enormi folle di pellegrini a pregare, giorno e notte. I credenti ed anche i non credenti si uniscono nella stessa ed intensa preghiera, chiedendo a Dio quel perdono che eviterà loro il ripetersi delle strane e tragiche visioni di cui erano stati attoniti quanto involontari testimoni. A questo punto ognuno di noi avrà certamente formulato una propria interpretazione dei curiosi fenomeni, avvenuti quasi quattro secoli fa sulla splendida "Cote d'Azur".
Ritengo tuttavia opportuno riportare in questo contesto l'opinione dello studioso francese Guy Tarade, che troviamo nel suo libro "Soucoupes volantes et Civizations d'outre-espace".
Citiamo testualmente:
«Questa lunga e puntigliosa cronaca conferma che gli eventi l'Agosto 1608 rivestono un'importanza determinante per studio degli UFO del passato. Questo perché non viene i messa in dubbio, l'oggettività degli avvistamenti, in quanto il fragore che accompagnò il passaggio su Genova dei misteriosi ordigni provocò la morte di più persone. Le vibrazioni sonore emanate dagli UFO ricadevano evidentemente in una gamma di frequenza pericolosa per gli esseri umani. Il figlio di Gasparino De Loro ed il fratello di Antonio Bagatello, ad esempio, furono uccisi proprio da quelle terribili onde acustiche, come molte donne della città.»
Ancora:
«La tuta "coperta di scaglie", indossata dai piloti che fluttuavano nel cielo con "propulsori individuali" (i cosiddetti "serpenti volanti"), ricorda incredibilmente quella degli attuali cosmonauti.
Un altro fattore attestante la realtà delle manifestazioni visive e sonore è costituito dall'intenso fuoco di artiglieria che l'esercito piemontese sparò per difendere il porto di Nizza da questi misteriosi ordigni anfibi.»
A proposito della "pioggia di sangue", l'autore transalpino ha una propria ipotesi, che si discosta alquanto da quella suggerita dal G.E.O.S.:
«Si può pensare, quando le "piogge di sangue" caddero dopo tre giorni un po' dappertutto sul litorale, che le manifestazioni a carattere temporalesco, tipicamente stagionali, abbiano incluso delle microparticelle di ossidazione, residuate dal sistema di propulsione degli ordigni stessi».
«Cosa si può desumere ancora da una tale descrizione? - si chiede l'esperto francese - Gli UFO che terrorizzarono provenzali e genovesi nel 1608 erano gli stessi che ancora oggi fanno visita, sempre più di frequente, ai nostri cieli?»

Bibliografia:
Archivi municipalizzati di Nizza - anno 1608
Rivista "Les Extraterrestres", Edition du Cercle Français de Recherches Ufologiques, Rebais.
Guy Tarade, "Soucoupes Volantes ed Civilisations d'outre-espace", J'ai lu, 1970
Fonte: Notiziario UFO - n. 9 (Novembre - Dicembre 1996)


http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/nu09_01i.htm

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #199 il: 30 Luglio 2012, 17:36:57 pm »
L’UFO di Benvenuto Cellini

Nella sua autobiografia il celebre artista fiorentino (1500 - 1571) descrive lo strano fenomeno di cui fu testimone lui stesso assieme a un suo compagno di viaggio. I due stavano ritornando da Roma, a cavallo, verso Firenze, quando giunsero su una collina da cui si vedeva la città. Poterono così vedere una enorme “trave luminosa” stagliarsi nel cielo sopra Firenze.

Questo il è il testo estratto dalla sua autobiografia:

“LXXXIX.Montai a cavallo, venivamo sollecitamente alla volta di Roma. Arrivati che noi fummo in un certo poco di rialto, era di già fatto notte, guardando in verso Firenze tutti a dua d’accordo movemmo gran voce di maraviglia, dicendo: – Oh Dio del cielo, che gran cosa è quella che si vede sopra Firenze? – Questo si era com’un gran trave di fuoco, il quale scintillava e rendeva grandissimo splendore.”


http://www.ivanceci.it/2008/05/16/lufo-di-benvenuto-cellini/

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #200 il: 30 Luglio 2012, 19:30:20 pm »
UFO e battaglie aeree nei racconti di Plinio il Vecchio

01 02 2005 (Rubriche / Mistero e Insolito)
Chi sosterrebbe che Plinio il Vecchio avesse pensato di scrivere un libro di fiabe, quando scrisse la sua Naturalis Historia? Eppure nessun altro autore antico ha mai parlato tanto di UFO come lui.
Ecco che cosa scrive il serissimo generale romano nel secondo libro della sua opera, dal capitolo 31 al capitolo 35:
[31] E per contro hanno visto molti soli contemporaneamente, né sopra lo stesso né sotto, ma di traverso, né vicino né contro la terra né di notte, ma o all’alba o al tramonto. Una volta, riferiscono, furono avvistati a mezzogiorno sul Bosforo, e durarono da quell’ora del mattino fino al tramonto. Anche gli antichi videro spesso tre soli, come sotto i consolati di Spurio Postumio e Quinto Muzio (174 a. C.), di Quinto Marcio e Marco Porcio (118 a. C.), di Marco Antonio e Publio Dolabella (44 a. C.), di Marco Lepido e Lucio Planco (42 a. C.), e nella nostra epoca si vide sotto il principato del Divino Claudio, durante il suo consolato con il collega Cornelio Orfito (51 d. C.). Più di tre insieme non furono mai visti alla nostra epoca.
[32] Anche tre lune, essendo consoli Gneo Domizio e Caio Fannio (122 a. C.), apparvero.
[33] Riguardo a ciò che per lo più definirono soli notturni, una luce dal cielo fu vista di notte essendo consoli Caio Cecilio e Gneo Papirio (113 a. C.) e spesse altre volte, sì che la notte era illuminata come il giorno.
[34] Uno scudo ardente da occidente verso oriente scintillando attraversò (il cielo) al tramonto del sole, essendo consoli Lucio Valerio e Caio Mario (100 a. C.).
[35] Fu vista una scintilla cadere da una stella ed accrescersi mentre si avvicinava alla terra e, dopo essere diventata grande quanto la luna, illuminare come in un giorno nuvoloso, e poi, risalendo verso il cielo, diventare una torcia; (questo prodigio) fu visto una sola volta essendo consoli Gneo Ottavio e Caio Scribonio (76 a. C.). Lo vide il proconsole Silano insieme al suo seguito.
Plinio il Vecchio, da semplice cronista, non si ferma ai soli avvistamenti ma riporta anche i fenomeni tipici associati da sempre alla presenza degli UFO. Ecco cosa dice qualche capitolo dopo:
[57] Inoltre per quanto riguarda il cielo inferiore è registrato nei documenti che sia piovuto latte e sangue essendo consoli Manlio Acilio e Caio Porcio (114 a. C.) e spesse altre volte, come (una pioggia di) carne essendo consoli P. Voumnio e Servio Sulpicio (461 a. C.), e che di questa non imputridisse quella che gli uccelli non avevano portato via; inoltre (una pioggia di) ferro in Lucania l’anno prima (54 a. C.) che Crasso venisse ucciso dai Parti con tutti i soldati lucani che erano con lui, dei quali vi era un grande numero nell’esercito. La forma che piovve di quel ferro era simile alle spugne. Gli aruspici predissero ferite superiori. Essendo poi consoli Lucio Paolo e Caio Marcello (50 a. C.) piovve lana (capelli d’angelo? N.d.A.) vicino al castello di Conza, proprio dove l’anno dopo Tito Annio Milone fu ucciso. Durante il processo per la stessa causa è riportato nei documenti di quell’anno che piovvero mattoni cotti.
[58] Strepito d’armi e suoni di tromba uditi dal cielo durante le guerre cimbriche (101 a. C.) ci è stato riferito, spesse volte sia prima che dopo. Inoltre nel terzo consolato di Mario (103 a. C.) dagli amerini e dai tudertini furono viste armi celesti (che provenivano) da oriente e da occidente e che tra di loro si scontravano, ed erano respinte quelle che erano (giunte) da occidente. Non c’è nessuna meraviglia nel vedere fiamme nello stesso cielo e spesso si sono viste nubi prese da un fuoco più grande.
[85] ... un grande portento di terre nella campagna di Modena essendo consoli Lucio Marcio e Sesto Giulio (91 a. C.). Infatti due monti si scontrarono tra di loro con un grandissimo frastuono, avanzando e retrocedendo, tra di loro fiamme e fumo salivano in cielo in pieno giorno; assisteva dalla via Emilia una grande moltitudine di cavalieri romani e di loro familiari e di viandanti. Per il loro scontro tutti i casolari furono rasi al suolo, e molti animali, che si trovavano dentro, restarono uccisi.
Troviamo anche in Plinio, al capitolo 56, un curioso accenno a strani fulmini:
In Italia, fra Terracina ed il tempio di Feronia, si è smesso di fabbricare torri in tempo di guerra, perché tutte erano distrutte dal fulmine.
I resoconti di Plinio hanno fedeli ed impressionanti riscontri in tutto il mondo antico, dalla Bibbia al Mahâbhârata, dai racconti sumerici alle leggende dei popoli precolombiani.
Nella Bibbia, in Es 19, 16 leggiamo: e appunto al terzo giorno, all’alba, vi furono tuoni, lampi, una nube densa sopra il monte, e un suono fortissimo di tromba...
E più avanti, ai versetti 18-19: Ora il monte Sinai fumava tutto, perché Iahvé era sceso su di esso nel fuoco, e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava fortemente. Il suono della tromba diventava sempre più grande: Mosè parlava, e Iahvé gli rispondeva con dei tuoni.
E’ proprio lo stesso linguaggio di Plinio: i due autori stanno forse parlando delle stesse cose? Ad esempio quello che dice Plinio nel capitolo 56, a proposito di strani fulmini che distruggevano, esclusivamente e sistematicamente, soltanto le fortificazioni militari, leggiamo in Gios 6, 20 a proposito della distruzione di Gerico: Ed avvenne che, come il popolo ebbe udito il suono della tromba ed ebbe lanciato un grande grido di guerra, le mura della città furono distrutte. Fu forse uno dei “fulmini” descritti da Plinio a distruggere le mura di Gerico?
Su un arazzo giainista tessuto in memoria del 24° Gina (Maestro di vita), Mahavira, vissuto nel VI secolo a. C., l’artista indiano, nel raffigurare la processione in onore del Maestro, ha disegnato anche nel cielo sullo sfondo, a scopo celebrativo, alcune navicelle sospese in aria. Questo particolare richiama naturalmente uno dei grandi poemi dell’India, il Mahâbhârata, che è il più grande poema - lirico, epico e sapienziale - di tutta la storia dell’umanità. Nel III libro di quest’opera, il Vanaparva (Libro della foresta), il re Sâlva Salì su per il cielo con la sua nave Saubha che può andare ovunque (15, 15). La descrizione di questa nave è esattamente ciò a cui si è ispirato l’artista nel disegnare le sue navicelle nell’arazzo: frutto di magia era la nave di Sâlva, decorata d’oro, munita d’asta, di stendardo, di carena e di lanciamissili (18, 12).

(Michele Manher)

http://www.recensito.net/pag.php?pag=919

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #201 il: 30 Luglio 2012, 21:16:49 pm »
1493.La prima immagine a stampa di un UFO

Nel Liber Chronicarum (Norimberga, 1493), celebre e pregiatissima opera di fine quattrocento composta dallo storico e umanista svizzero Hartmann Schedel, troviamo per la prima volta nella letteratura europea, un’immagine a stampa di quello che oggi potremmo definire letteralmente un UFO, cioè un oggetto volante non identificato.

Nel testo accanto all’immagine di quella che sembra una trave infuocata sospesa nel cielo, troviamo anche una breve descrizione di un evento che poco si adatta ad una spiegazione di tipo naturale.

Ecco il testo tratto dall’edizione latina della Cronaca:
“Ignea trabes mire magnitudinis in coelo visa et inter australem et orientalem plagam currens super solem ad occasum vergens super terram cecidit”

Questa la possibile* traduzione in italiano:
“Una trave infuocata di enormi dimensioni fu avvistata in cielo e mentre [questa] si dirigeva in direzione sud-est, cadde a terra (o ‘scese in picchiata’) virando sul sole in direzione del tramonto.

* Dico possibile perché l’assenza di una punteggiatura di tipo moderno può lasciare spazio a diverse varianti interpretative. Nessuna delle quali, tuttavia, incide sul senso generale dell’evento che rimane in ogni caso non spiegabile da un punto di vista naturale anche considerando che questo evento come tanti altri si iscrive perfettamente in una casistica molto ampia e documentata nel corso dei secoli.


http://www.ivanceci.it/2008/06/03/1493-la-prima-immagine-a-stampa-di-un-ufo/

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #202 il: 31 Luglio 2012, 16:06:02 pm »
UFO di Giulio Ossequente:

sono riuscito a trovare nel web dei testi di storici latini che descrivono fenomeni fortiani e anche di ufo.
C’è un uomo che, per pura coincidenza o per altro, non ha mai dovuto temere il presunto Cover Up sugli UFO. In viaggio tra i secoli, sopravvivendo alla caduta rovinosa del suo mondo, la sua testimonianza è giunta sino ai nostri giorni. E’ una delle fonti più autorevoli, insieme a Tito Livio, del fenomeno UFO nell’antica Roma. Giulio Ossequente è un nome sconosciuto ai più, qualche vecchio studente di liceo può al massimo ricordare una versione latina da tradurre che si rifacesse a qualche suo testo. E’ un autore minore ma un gigante, al contempo, nel suo genere. Ha di particolare che raccolse, nel suo leggendario “Libro dei prodigi”, una vasta casistica di fenomeni misteriosi, di cui molti di chiara natura ufologica, quelli che i romani definivano “scudi infuocati”. La storia che accompagna il Libro dei prodigi è ricca di retroscena e di fascino. Ha quattro protagonisti. L’autore, un frate domenicano, un noto stampatore veneziano e un ignoto studioso. Qualcuno che ritenne di dover inserire il Libro dei Prodigi tra i testi da preservare e far pervenire ai posteri. Piaccia o meno gli episodi raccontati da Giulio Ossequente erano un piccolo spaccato della società romana. Se poi qualcuno vi voglia vedere la prova dell’esistenza di entità aliene, semplici superstizioni o cultura pagana, è un altro discorso.

Giulio Ossequente può diventare, nel 2011, un simbolo per quelle correnti di ufologi che lottano contro la presunta censura, o comunque lo svilimento del fenomeno UFO. Perché, a suo modo, Giulio Ossequente fu il primo ufologo ante litteram a infrangere il “Cover Up”, parola così in voga ai giorni nostri. Il suo libro dei prodigi racconta quelli che oggi definiremmo casi di abduction, “UFO sightings”, avvistamenti, incontri del terzo tipo.
Ovviamente Ossequente e i suoi contemporanei non li classificavano con terminologia ufologica. Tuttavia la casistica del Libro dei Prodigi ne è colma. Le fonti originarie si basavano su testimonianze orali. Non esistevano video ed immagini. Nel testo non c’è un reale tentativo di spiegazione, di analisi o di interpretazione in profondità. Ossequente si limita a narrare gli episodi, che attraversano varie epoche della storia romana, per come erano o venivano raccontati. La società romana si dimostrava molto più tollerante di quella odierna, soprattutto per ciò che concerneva gli episodi insoliti. Venivano accettati, come parte del loro mondo, anche senza una spiegazione razionale.

Il libro dei prodigi sparisce dalla circolazione in seguito allo sgretolamento dell’Impero Romano e ai saccheggi delle città più fiorenti. Solo secoli dopo, Giovanni Giocondo, un frate domenicano, rinvenne in Francia il manoscritto. Nei primi anni del sedicesimo secolo lo stampatore veneziano Aldo Manuzio ne ricavò una pregiatissima edizione. La sottovalutazione del contenuto del testo, si può ipotizzare, permise di farlo sopravvivere all’Inquisizione. C’è spazio anche per la dietrologia. Bisogna infatti tener presente un particolare: l’opera di Giulio Ossequente sopravvissuta ai nostri giorni, e rinvenuta secoli dopo la caduta di Roma, è parziale. In origine doveva essere ben più vasta…
http://olivieromannucci.blogspot.it/2011/02/ufo-di-giulio-ossequente-oltre-il-cover.html

Il primo testo che vi sottopongo è "Prodigiorum liber" di Giulio Ossequente:

GIULIO OSSEQUENTE - Liber Prodigiorum

Ecco un esempio dei "prodigi":

A Capua fu visto il sole di notte. Nel Campo Stellato una parte dei montoni di un gregge fu uccisa da un fulmine. A Terracina nacquero tre gemelli. A Formia durante il giorno furono visti due soli. Il cielo bruciò. Un uomo fu bruciato da un raggio di luce uscito da uno specchio. A Gabi piovve latte. Nel Palatino parecchie costruzioni furono colpite dai fulmini. Nel tempio della Vittoria entrò un cigno e sfuggì dalle mani di chi voleva catturarlo. A Priverno una fanciulla nacque senza una mano. A Cefalonia si vide una tromba che suonava in cielo. Piovve terra. A causa di una violenta tempesta furono distrutte case e devastati campi. Spesso caddero dei fulmini. Durante la notte a Pesaro brillò una specie di sole. A Cere nacque un maiale con mani e piedi umani e fanciulli con quattro piedi e quattro mani. A Foro Esino una fiamma, uscita dalla bocca di un bue, non lo ferì.

(Ti. Graccho M. Iuventio coss. - 163 a.C.)
http://forum.cosenascoste.com/ufo-alieni/45867-fenomeni-fortiani-e-ufo-nellantica-roma.html

Un fenomeno simile al parelio, il paraselene, descritto da Giulio Ossequente nel "Liber Prodigiorum".
Le tre lune piene, viste contemporaneamente possono, in alcuni casi, essere state erroneamente interpretate in chiave ufologica. Ma in altri casi però...


Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #203 il: 11 Agosto 2012, 18:40:15 pm »
"EPPURE SCESERO SULLA TERRA...!"
PITTURE RUPESTRI AUSTRALIANE




Pitture rupestri scoperte in Australia, che sembrano testimoniare il contatto con esseri provenienti da altri mondi. Per alcuni studiosi le raffigurazioni si riferiscono a esseri che indossano caschi e tute protettive.

http://www.edicolaweb.net/h102f27g.htm

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #204 il: 23 Agosto 2012, 20:32:26 pm »
La teoria degli Antichi Astronauti

La teoria degli antichi astronauti ipotizza un contatto fra creature extraterrestri e antichi popoli come gli Egizi, Maya e Sumeri. Queste idee che hanno cominciato a prendere corpo intorno alla metà del 1900, non sono prese in considerazione dagli scienziati, a parte l’astronomo americano Josef Allen Hynek, la teoria del paleocontatto viene considerata dagli studiosi solo un mezzo di speculazione e soprannominata archeologia misteriosa.
I difensori della paleo ufologia, arrivano a mettere in discussione anche la teoria darwiniana, sostenendo che la razza umana abbia origine da civiltà superiori, come appunto quelle aliene o da creature sovrannaturali come angeli, pur sempre provenienti da altri pianeti.
I sostenitori degli antichi astronauti ritengono che l’uomo, contrariamente a quanto afferma la paleoantropologia, non sono frutto dell’evoluzione delle scimmie che gradualmente hanno assunto una posizione eretta, hanno sviluppato un livello intellettuale ed hanno formato una civiltà, bensì che l’essere umano sia stato aiutato in questa sua evoluzione da esseri extraterrestri. Secondo i simpatizzanti di questa teoria, gli alieni si sarebbero trattenuti sulla Terra per periodi abbastanza lunghi, tanto da lasciare tracce e testimonianze tutt’ora evidenti. Pur se queste idee sono state sostenute da studiosi degli anni sessanta, come Peter Kolosimo, scrittore italiano o Erich Von Daniken archeologo svizzero, oggi grazie ad internet, queste teorie sono state divulgate dai tanti siti di appassionati che uniscono leggende ad argomenti di archeologia, non tenendo conto delle opinioni degli studiosi e della scienza.

Sulle basi di idee sviluppate dai fautori del paleocontatto, l’essere umano sarebbe il risultato di esperimenti genetici fatti da creature aliene, su esseri ominidi che vivevano sulla Terra e fino a quel punto si erano sviluppati naturalmente, come vuole la teoria di Darwin. L’intromissione degli extraterrestri, avrebbe avuto come scopo, quello di accelerare il percorso evolutivo delle popolazioni terrestri e il loro arrivo sulla nostro pianeta risalirebbe ad ere remote. La teoria degli antichi astronauti, sostiene che quelle figure rappresentate come divinità nei dipinti delle antiche popolazioni come i Maya, gli Egizi e gli Aztechi, in realtà siano alieni e che la testimonianza di ciò si troverebbe addirittura all’interno della Bibbia, testi sacri e dipinti medievali, in cui accanto alle figure di angeli, Dio e Gesù, vengono raffigurate delle navicelle spaziali.

I fautori del paleocontatto, ritengono che siano presenti parecchie testimonianze della loro teoria in siti archeologici o rovine di antiche costruzioni e proprio il particolare ingegno e l’alta tecnologia di alcune strutture, sarebbe la testimonianza che l’uomo dell’epoca non può aver agito da solo e con i mezzi a disposizione all’epoca. Tra le zone archeologiche indicate dai clipeologi (dal latino clipeus, disco), come zone con evidente influenza di civiltà extraterrestri, vi sono ovviamente le piramidi di Giza in Egitto, il sito archeologico di Baalbek in Libano, Yonaguni in Giappone, i geoglifi nel deserto di Nazca in Perù e i monoliti di Stonehenge in Inghilterra. I teorici della paleo ufologia, sostengono che in molti brani di testi sacri, come la “nostra” Bibbia o gli scritti sumeri, Epopea di Gilgamesh, si possono intravedere chiari ed evidenti descrizioni di contatti delle antiche popolazioni terrestri con civiltà aliene. Di tutto ciò non vi è però alcuna prova scientifica, ma solo supposizioni dei sostenitori della teoria degli antichi astronauti.

Alcuni tenaci sostenitori della teoria, hanno via via cambiato idea, questo è anche il caso dell’egittologo inglese Alan F. Alford che inizialmente appoggiava la teoria di Sitchin, basata sulla creazione non religiosa dell’uomo, ma ad opera di creature aliene. Lo studioso britannico, infatti ritratta le sue idee sostenendo che le figure di divinità che scendono dal cielo, non è la rappresentazione di extraterrestri che approdano al nostro pianeta, bensì la raffigurazione della leggenda del cataclisma che nell’antichità era alla base di molte religioni e soprattutto di quelle orientali.

Si è creato un grande scontro negli ultimi decenni, tra la comunità cristiana fautrice del creazionismo e i fautori delle idee sugli antichi astronauti, come nel caso lo scrittore creazionista australiano, Clifford A. Wilson che con il suo libro: “Crash Go the Chariots” vuole smontare tutte le teorie del in cui ha tentato di screditare tutte le indicazioni fornite nel libro dell’archeologo svizzero von Däniken “Gli extraterrestri torneranno?” Grande sostenitore della teoria del paleocontatto.

http://www.befan.it/la-teoria-degli-antichi-astronauti/

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #205 il: 29 Agosto 2012, 17:54:38 pm »
Ufo nella Preistoria

Un gruppo di antropologi, che lavorano con le tribù di montagna in una zona remota dell’India, hanno fatto una scoperta sorprendente: Intricate pitture rupestri preistoriche raffiguranti alieni e imbarcazioni volanti difficilmente identifcabili.

ufo graffito preistoriaLe immagini sono state trovate nel distretto Hoshangabad dello stato del Madhya Pradesh a soli 70 km dal centro comunale del Raisen. Le grotte sono nascoste all’interno di una fitta giungla.

Una chiara immagine di quello che potrebbe essere un alieno o ET in una tuta spaziale può essere vista in un dipinto della grotta insieme ad un classico UFO a forma di disco volante che pare sia una cosa che splende raggiante e sembra inviare raggi in alto o in basso. Un campo di forza o qualcosa di questo tipo si vede nella parte posteriore dell’UFO.

Inoltre è visibile un altro oggetto che potrebbe raffigurare un buco nero, che spiega come gli stranieri fossero in grado di raggiungere la Terra. Questa immagine può portare gli appassionati di UFO a concludere che le immagini potrebbero essere state elaborate con la partecipazione degli stranieri stessi.

Un archeologo locale, Wassim Khan, ha personalmente visto le immagini. Egli sostiene che gli oggetti e le creature raffigurati in esse sono del tutto anomali e diversi

rispetto ad altri esempi, già scoperti, di arte rupestre preistorica raffiguranti la vita antica nella zona. Perciò egli ritiene che essi potrebbero suggerire che esseri provenienti da altri pianeti abbiano potuto interagire con gli esseri umani fin dalla preistoria: Si tratta di un sostegno di peso per la ‘teoria degli antichi astronauti’, che postula che la civiltà umana sia nata grazie alla benevola assistenza di stranieri, viaggiatori dello spazio.

Negli ultimi anni sono stati ritrovati anche altri graffiti rupestri simili a questo, altrettanto interessanti e misteriosi, ognuno di essi

lascia molto spazio all’immaginazione e all’interpretazione, nessuno è in grado di dare una soluzione sicura, può sicuramente interpretarlo nella maniera piu razionale possibile, a voi l’interpretazione delle immagini.



http://www.misteroonline.com/ufo-nella-preistoria.php
http://www.archaeologydaily.com/news/201002173333/Prehistoric-UFO-and-ET-images-found-in-remote-cave-in-India.html
http://www.zonafrancanews.it/scienza/nuove-scienze/786-nuove-sorprendenti-scoperte-archeologiche-ecco-gli-ufo-preistorici

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #206 il: 29 Agosto 2012, 19:26:42 pm »
L'irrazionale risposta degli scienziati all'ipotesi dell'antico astronauta


Ciò che vi proponiamo è un articolo critico scritto dal Dottor Pasqual S. Schiavella (1914-2011), in merito al discorso sulla teoria degli antichi astronauti. Pone, sulla questione, la censura degli scienziati e la ridicolizzazione della teoria degli antichi alieni da parte di quest'ultimi, senza accennarre a complotti o cospirazioni. E non poteva essere altrimenti. Infatti, il Dottor Pasquale S. Schiavella non era uno qualunque. Era Dottore in Filosofia presso la Columbia University e fu fondatore, nonchè presidente, del The National Council for Critical Analysis, e editore del The Journal of Critical Analysis e del The Journal of Pre-College Philosophy. L'articolo in questione è apparso sul sito di Antiguos Astronautas
Buona lettura.
Traduzione a cura di Antonio De Comite per Centro Ufologico Ionico

Che intelligenze extraterrestri abbiano visitato la Terra in tempi antichi e alterato il corso della storia umana è una vecchia ipotesi, riproposta da Erich von Däniken. Anche se simpatizzo per questa tesi, l'idea centrale di questo articolo è una critica sul comportamento dei critici, in modo particolare gli scienziati, nel senso più ampio del termine. Come una ipotesi storica, i meriti della ipotesi degli antichi astronauti devono essere confrontati con l'evidenza disponibile con rigoroso controllo scientifico. Sfortunatamente, questo non è avvenuto. Invece, la comunità scientifica ha attaccato l'ipotesi e von Däniken con oltraggi e insulti. Le sue prove sono state rifiutate con scherno. L'ipotesi viene attaccata con un fallace ragionamento e un appello all'autorità.

Altrettanto inquietante è il sepolcrale silenzio degli “esperti” per quanto riguarda le evidenze delle ipotesi. Questo silenzio, e gli attacchi dei critici, dimostrano chiaramente che non intendono sperare in una valutazione scientifica, almeno negli Stati Uniti. Va osservato, innanzitutto, che questo esame di tale irrazionalità da parte di molti scienziati in nessun modo può essere interpretato come mancanza di fiducia che ho nella Scienza. Sono, naturalmente, un forte difensore della Scienza. Ecco perché mi sento così irritato con gli scienziati dogmatici che distruggono la credibilità della Scienza reclamando, per se stessi, più di quanto siano in grado di fornire e rifiutando di concedere alla ipotesi degli antichi astronauti la considerazione scientifica che si merita.

Tutto il mondo sa che è possibile e probabile che vi siano esseri intelligenti in altre parti dell'Universo. Anche i critici dell'ipotesi degli antichi astronauti lo ammettono. Supporre, altre cose, è come tornare al Medioevo, quando si credeva che la Terra fosse al centro dell'Universo e l'uomo la suprema creazione. Lo storico Will Durant, nel suo "Story of Civilization", propone che noi non siamo necessariamente i discendenti di primitive culture alle quali gli archeologi e antropologi preferiscono attribuire la nostra ascendenza. La sua tesi, e i misteri che la Scienza non ha chiarito, suggerisce la possibilità che antichi viaggiatori spaziali abbiano visitato la Terra. Nessun argomento, basato con la poca informazione che abbiamo sopra i problemi dei viaggi intergalattici e la vastità dello Spazio, ha ancora dimostrato che una intelligenza superiore non possa realizzare ciò che noi, con i nostri pochi secoli di limitata tecnologia e teoria scientifica, crediamo impossibile. E' possibile e probabile che antichi astronauti abbiamo visitato la Terra. Questo non può essere negato a meno che non si consideri l'evoluzione come impossibile, o che non ci sia evoluzione e solo Dio ci abbia creati (un problema che solleva domande sopra le quali non si hanno evidenze per poter essere affrontate), o che tale evoluzione si sia verificata solo sulla Terra, o che eccetto noi non ci sono astronauti o altre intelligenze nell'Universo, o che la prova sia tutta nella nostra origine, o che abbiamo la conoscenza assoluta di queste cose, e similari. Naturalmente, nessuna persona intelligente può sostenere queste idee medievali.

A meno che non si neghi la possibilità di evoluzione in altre parti dell'Universo o pretendere di avere la conoscenza assoluta rispetto al nostro passato, dobbiamo riconoscere almeno la possibilità che le civiltà tecnologicamente avanzate siano sorte da qualche parte e che ci abbiano visitato in un remoto passato. L'ipotesi dell'antico astronauta, dunque, è come minimo possibile. Come prova delle teorie di von Däniken, dovrebbe essere ricordato che l'ipotesi dell'antico astronauta non può sperare di seguire le rigide regole e gli standard di prove stabilite dalle scienze naturali. Le sue modalità di prova sono essenzialmente simili a quelle delle scienze sociali come la psicologia, la sociologia e l'antropologia. Sperare formali rigidezze, in tali discipline informali è come esigere ciò che non può essere. Tuttavia, ci si auspica che si permetta agli scienziati di estrapolare informazioni disponibili da von Däniken, in modo che essi stessi accettino l'estrapolazione come una sorta di prova che permetta un maggiore progresso della Scienza.
Le tesi di von Daniken spiegano, fino ad ora, i misteri inspiegabili, nessuno dei quali ha ricevuto qualche chiarimento da parte delle menti accademiche imprigionate da pregiudizi e preconcetti. Non è fatale per l'ipotesi che i critici incorrano in errori. Considerati nel loro insieme, i risultati di von Däniken segnalano convincentemente una intromissione extraterrestre nel lontano passato del genere umano.

L'ipotesi dell'antico astronauta è poco differente dalla maggior parte della documentazione storica. L'ipotesi richiede solo "validazione" delle informazioni riportate per la correlazione di questi dati con gli inspiegabili e meravigliosi manufatti tecnici del lontano passato. Le prove della ipotesi dell'antico astronauta possono essere trovate nella logica dei possibili e probabili eventi, nella Storia, anche se prevalentemente religiosi, documenti che si conservano con grande considerazione in tutto il mondo, e antichi manufatti che non possono essere spiegati in termini di presunte conoscenze e capacità degli antichi. Tutto questo, studiato come un insieme di informazioni coerentemente descritte, punta ad un intervento extraterrestre. Inoltre, la descrizione in antichi documenti, quando si associano con i dati empirici, indeboliscono notevolmente la tesi secondo cui i terrestri siano i responsabili di questi manufatti, che ovviamente vanno oltre le loro competenze linguistiche, concettuali e tecniche. Sembra, quindi, come von Däniken ha ribadito, che sia giunto il momento di indirizzarsi a questi affascinanti misteri, e sulle descrizioni di essi nelle lingue dell'antichità, nuove prospettive e ipotesi praticabili sono rese possibili dal linguaggio più sofisticato e la conoscenza della nostra epoca .

Se le istituzioni scientifiche e religiose lo permetterano, e se i governi o fondazioni concedino dei finanziamenti, i ricercatori potrebbero introdurre dati provenienti da tutto il mondo su computer per stabilire le similitudini comparative tra le descrizioni empiriche delle "divinità dello Spazio” e determinare se queste descrizioni non siano, come i critici preferiscono credere, altro che le creazioni di menti folli o immaginazioni troppo eccessive. Integrate da computers, esperti in linguistica comparata, traduzione, culture antiche e lingue antiche, sarà possibile determinare se l'informazione tecnica, i concetti e le realizzazioni che si trovano nei musei, esistenti nei siti archeologici, e descritti nei documenti storici e religiosi possano aver avuto origine con un popolo pre-scientifico che parlava solo un linguaggio semplice e non tecnico. Allo stato attuale, l'ipotesi dell'antico astronauta è principalmente una ipotesi storica e secondariamente una scientifica. Fondato su prove documentali e circostanziali, e in alcuni casi, sopra una forte evidenza che non dovrebbe essere negata se non altro per la distorsione dei fatti che vanno oltre la ragione e la probabilità.

Gran parte della critica negativa a Erich von Däniken e sull'ipotesi dell'antico astronauta proviene da un piccolo numero di scienziati che affermano che non esiste "uno straccio di prova" per sostenere tale ipotesi. L'affermazione è che dimostrano le loro teorie, mentre l'ipotesi dell'antico astronauta non lo fa. Voglio ricordare che ci sono molti tipi di prove. Che la prova non può essere solo empirica, osservazionale, sperimentale, o induttiva, ma anche teorica, logica, matematica, ipotetica, deduttiva, statistica, probabile, e documentale. Queste varie forme contano molto nell'esame critico ed è fondamentale all'interno della Scienza stessa. L'uso, di molte di queste classi di prova, da parte dei teorici che difendono l'ipotesi dell'antico astronauta, non è meno valida rispetto al loro uso da parte degli scienziati. Naturalmente, devono essere direttamente o indirettamente verificabili e compatibili con un corpo comprensivo di fatti rilevanti, teorie, generalizzazioni e ipotesi. Per il grado in cui questi elementi si adattano in modo coerente, senza contraddizioni, possiamo legittimamente affermare che abbiamo le prove, l'evidenza, o conoscenza.

Avere un deliberato disinteresse per queste differenti tipi di prove è il modus operandi di quegli scienziati che sono colpevoli di dogmatismo e pregiudizio. I critici di von Däniken suggeriranno mai che non esiste una verità o conoscenza se non quella che si trova nelle scienze naturali?Affermeranno mai che non c'è "uno straccio di prova" che il presidente Lincoln sia stato colpito nel Ford Theater di Washington, o che la storia degli Stati Uniti accadde sostanzialmente come è stata registrata sulla base del fatto che non c'era nessuno nel viverla e vedere cosa è successo? Metteranno mai in dubbio documenti che indicano la scoperta della penicillina di Fleming, o che Cesare abbia governato Roma? Tale conoscenza non può essere verificata mediante le tecniche della scienza naturale, con la sperimentazione, o informazioni non falsificabili.

Naturalmente, la Scienza deve svolgere la sua ricerca della verità in modo obiettivo. Ma la Scienza non è gli scienziati. Questi sono ben lungi dall'essere infallibili e spesso lungi dall'essere obiettivi, alcuni sono anche disonesti, inclini all'autoritarismo e ai sogni di infallibilità scientifica anche quando ammettono che stanno speculando. Essi dimenticano che i risultati attuali della Scienza sono poco più di uno sviluppo embrionale nella continua ricerca della verità. Elevandosi al trono della propria infallibilità, suggeriscono che sono gli unici a detenere la chiave per i misteri dell'Universo. Questi dimostrano il peggior tipo di mentalità provinciale non riuscendo a vedere che ci sono problemi di un tipo che non possono essere risolti da uno studio di costruzioni subatomiche o di strutture molecolari. A peggiorare le cose, le conquiste tecniche della Scienza sono spesso combinate con certezza scientifica, inducendo all'errore il grande pubblico nel credere che i prodotti della tecnologia - come la televisione, gli armamenti nucleari e i viaggi nello Spazio – siano l'ampia prova che ciò che gli scienziati dicono sia ipso facto veritiero.

Anche se von Däniken non ha alcuna esperienza nel campo della Scienza, non ha mai preteso di essere uno scienziato. Tuttavia, i suoi critici lo ignorano e argomentano, sul fatto che von Däniken abbia pensato di essere uno scienziato. Poi procedono nel mostrare ciò che egli stesso ammette – che non lo è. Questo approccio di "uomo di paglia" è tipico di molti dei suoi critici. In realtà, è a nostro vantaggio che von Däniken non sia uno scienziato. Le idee espresse da von Däniken sono state sollevate, come dice lui, migliaia di volte nel passato. Nessuno prima, tuttavia, fu sufficientemente audace e provocatorio nel sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale sulla possibilità e la probabilità dell'intelligenza extraterrestre.

In effetti, la perseveranza di von Däniken e il suo provocatorio e accusatorio stile di scrittura non ha la simpatia degli scienziati del mondo, e nemmeno dei suoi leader religiosi. Tuttavia, se le sue domande non sono appropriate, dovrebbe essere facile per i suoi critici nel dimostrarlo. Gli scienziati non hanno infatti dimostrato che la caratterizzazione che fanno di von Däniken sia sbagliata, e quel che è peggio, le carenti risposte di rigore scientifico di questi sostengono le sue opinioni. Né le prove devastanti contro le sue ipotesi sono state dimostrate. Da allora la diffamazione e i deboli reclami non furono più fatti. Gli attacchi e le risposte negative da parte delle istituzioni religiose sono facilmente comprensibili, in considerazione del loro particolare interesse. Ci si aspetterebbe, però, un atteggiamento di maggiore comprensione da parte dei membri della comunità scientifica. Il loro approccio finora odora di autoritarismo dogmatico. Ovviamente non si può pensare ad una Scienza che si distragga con affermazioni che possono risultare colme di contraddizioni interne, ambiguità e termini privi di significato. Ma questo non è il caso con l'ipotesi dell'antico astronauta.

Se la Scienza ha una sua etica morale e scientifica come anche la responsabilità di avvertire il mondo su ciò che sia razionale e cosa no, allora è necessario farlo con un approccio che non faccia discriminazioni. Se si attacca von Däniken, allora dovete attaccare tutti i sommi sacerdoti di irrazionalismo - religioso, politico e scientifico, in tutto il mondo. Come una comunità umanistica, la Scienza dovrebbe attaccare le idee, non i difensori delle idee. Si consiglia di ricorrere al metodo scientifico non con la tirannica voce dei dogmi e dell'autoritarismo. Gli scienziati farebbero bene, quindi, ad ammettere che i teorici dell'antico astronauta hanno il diritto di utilizzare lo stesso tipo di prove che utilizza la Scienza stessa. Farebbe bene a esaminare l'evidenza e le informazioni con l'obiettività di chi afferma l'utilizzo nelle scienze "concrete". Essi non dovrebbero occupare il tempo in denunce, ma piuttosto nella ricerca. Farebbero bene a prestare i loro interessi, i loro metodi, le loro tecniche, e il loro sostegno morale e finanziario per una ricerca seria di conoscenza storica in relazione all'ipotesi dell'antico astronauta.


http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.7525

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #207 il: 24 Settembre 2012, 17:58:40 pm »
L’U.F.O che si schiantò in Giappone
Questa è un’illustrazione dal libro "Ume No Chiri (Dust of Apricot)" pubblicato nel 1803. Una nave straniera ed il suo equipaggio testimoni a Haratonohama (Haratono Seashore) in Hitachi no Kuni (Ibaragi Prefecture), Japan di questo strano oggetto

Nella biblioteca giapponese Iwase Bunko è custodito un testo intitolato Hyouryuukishuu (Storie di naufragi), risalente al tardo periodo Edo (1603-1868).

Il testo racconta di un insolito naufragio sulle coste giapponesi. Si narra, infatti, di un vascello, largo 5,4 metri ed alto 3,3, che si arenò sulla spiaggia di Harashagahama. Il vascello sembrava di ferro e nello scafo si aprivano degli oblò che parevano di vetro. All'esterno ed all'interno del veicolo furono rinvenuti strani caratteri di un alfabeto sconosciuto. A bordo si trovava una giovane donna dalla pelle chiarissima con sopracciglia e capelli rossi. Coloro che la avvicinarono riferirono che la donna parlava una lingua ignota.
Un'illustrazione del documento mostra la figura muliebre, mentre tiene stretta tra le mani una scatola di legno che doveva rivestire per lei un'importanza vitale tanto che non permise a nessuno di avvicinarvisi.
Questo singolare racconto è riportato con alcune varianti anche in altri testi dello stesso periodo, come il libro Toen Shousetsu (1825) scritto da Kyokutei Bakin, o il romanzo Ume no Chiri (1844).
Si tratta di una testimonianza clipeologica di notevole interesse per molte ragioni: è il resoconto piuttosto preciso di un presunto incontro ravvicinato del terzo tipo; la figura femminile, proveniente da un altro pianeta presenta i tratti somatici di donne dello spazio protagoniste di qualche abboccamento con terrestri durante la seconda metà del XX secolo; la narrazione è corredata di illustrazioni inequivocabili. E', infatti, effigiato il classico U.F.O. con la parte inferiore contraddistinta da una raggiera, mentre nella calotta si notano delle probabili aperture quadrettate.
La visitatrice ha il volto di una giovane nipponica, evidentemente per una naturale inclinazione dell'illustratore a ricondurre fattezze aliene a qualcosa lui familiare. I capelli neri della visitatrice sono raccolti in una crocchia da cui scende una lunghissima coda. Ella indossa una sorta di giubba abbottonata e con colletto come rigonfio, pantaloni bicromi a zampa d'elefante ed allacciati in vita da una gala rosa. Ancora più del singolare abbigliamento, adatto più ad un uomo che ad una donna dell’epoca, colpisce la piccola arca che la donna tiene stretta a sé: è uno strumento per comunicare, ossia una sorta di traduttore?
Il disegnatore curò anche di riportare diligentemente i geroglifici osservati sull'astronave. Sono un triangolo il cui lato sinistro è intersecato da un cerchio; un glifo simile al segno fenicio zayin, pugnale, ma con una barra orizzontale al centro; un circolo; un cerchio sormontato da una croce greca (2) ; un delta con due lati intersecati da cerchi.
Non è il caso di cimentarsi in lambiccati e, alla fine, inani tentativi di decifrazione di tali simboli, ma salta all'occhio che alcuni assomigliano in modo sbalorditivo a certi caratteri impressi sulle travi a doppio T del "filmato dei rottami" diffuso dal controverso Ray Santilli. In particolare è pressoché identico il segno con le due E speculari, simili sono i triangoli qui associati ad una barra parallela al lato sinistro ed il cerchio che, però, è attraversato da due linee parallele che conferiscono al segno la forma di una testa di vite. (3)
Che cosa può significare tale analogia? Forse qualche spezzone del filmato realizzato da Santilli è autentico o il regista britannico per confezionare il falso si ispirò al documento iconografico giapponese?
E', invece, soltanto una coincidenza?
(1) Circa le apparenti fattezze nipponiche, bisogna aggiungere che gli occhi a mandorla ed i capelli rossi sono tratti riscontrati in alcune visitatrici dello spazio.
(2) Siamo in presenza di un simbolo identico al glifo che, nell’astrologia, si riferisce al pianeta Venere, ma capovolto. In questa identificazione grafica del pianeta ciprigno qualcuno ha visto uno specchio, in cui la croce sarebbe l’impugnatura; altri il sole sulla linea delle acque; altri il sole che sovrasta la materia, rappresentata dalla croce. Il glifo è simile all’ankh egizia, definita la “chiave della vita”.
(3) Nel 1947, Jesse Marcel Jr. disegnò i glifi da lui osservati sui rottami mostratigli dal padre, prima che egli li consegnasse alla base della cittadina. Il disegno mostra vari disegni (un quadrifoglio, una croce bombata, degli otto etc.), ma anche nella parte superiore una barra a doppia T su cui pare siano effigiate le stesse "lettere". Sembra che questi caratteri siano diversi da quelle della sbarra che compare nel documento di Santilli: sono segni su cui si sono arrovellati numerosi studiosi. Suggestiva, ma del tutto oziosa, se - come sembra – il video è falso, l’interpretazione di Michael Hesemann che collega i glifi a lettere dell’alfabeto fenicio cui sono accostabili per qualche affinità formale. Numerosi e talora forzati altri tentativi di decodificazione.
Fonti:

 

A. Anzaldi, L. Bazzoli, Dizionario di astrologia, Milano, 1988 

C. Berlitz,  W. Moore, Accadde a Roswell, Milano, 1981 e 1996 

I. Ceci, U.F.O. crash in Giappone, 2007

R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze –Milano, 2003 s. v.  Roswell, Santilli

A. Marcianò, Scritture e simboli alieni, 2008

http://www.usac.it/articoli/marcian%C3%B2_giappone/marciano_giappone.htm

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #208 il: 24 Settembre 2012, 18:11:14 pm »
Ufo in una moneta francese del 1680?

Questa è una moneta francese del 1680, una moneta utilizzata come strumento educativo che normalmente si usa per aiutare a le persone a contare il denaro, o a volte utilizzata per sostituire denaro nel gioco (come fiches ad esempio per il poker).

E’ del 16° – 17° secolo e sembrerebbe rappresentare un ufo che ha l’immagine di una ruota. Alcune persone che hanno investigato sulla possibile immagine, dicono che potrebbe rappresentare la ruota di Ezechiele.

La scritta in Latino “Opportunus Adest” tradotta significa “E’ qui nel momento giusto” o “Si trova qui nel momento giusto”.

Dopo una ricerca approfondita durata decenni, le possibili risposte riguardanti l’oggetto misterioso raffigurato sulla moneta francese del sedicesimo secolo, secondo un esperto numismatico non può che trattarsi di un ufo.

La moneta francese datata 1680, rappresenta un disegno che mostrerebbe un oggetto simile ad un ufo in mezzo delle nuvole sopra un campo, ad affermarlo è Kenneth E. Bressett di Colorado Springs, Colorado, ex presidente dell’Associazione Numismatica Americana e proprietario della curiosa moneta. “Penso sia un qualche tipo di Ufo , o una rappresentazione simbolica della ruota biblica di Ezechiele”.

Dopo 50 anni di investigazioni, ho sentito parlare solo di un altro esemplare, ma nessuno è stato ancora in grado di spiegare il suo disegno.

Bressett disse che questo pezzo in realtà non è moneta ma un gettone, di quelli che servivano appunto per aiutare le persone a contare il denaro, a volte utilizzata come fiches per i giochi. Ha le dimensioni simili ad una moneta di 25 centesimi statunitensi, ed è simile ad altri mille gettoni con differenti disegni religiosi ed educativi che furono prodotti e utilizzati in Europa nei secoli 16 e 17.

L’immagine di questo pezzo, in particolare, potrebbe essere interpretata come un Ufo o la ruota di Ezechiele. Alcune persone credono che la referenza del vecchio testamento della ruota di Ezechiele potrebbe essere una descrizione di un antico Ufo.

Read more: http://coscienza-universale.com/ufo-in-una-moneta-francese-del-1680/#ixzz27P6j4wKo

http://coscienza-universale.com/ufo-in-una-moneta-francese-del-1680/#axzz27P632uU8

Offline E.B.E.

    *
  • Anunnako
  • *******
  • Post: 14.097
  • Nibiruano/a 502
  • Io sono l'isola.
« Risposta #209 il: 29 Ottobre 2012, 17:35:38 pm »
Ruote Incandescenti

Tante Ruote!, Questa immagine mostra l’avvistamento di un UFO su Amburgo, Germania il 4 Novembre 1697. Gli oggetti erano descritti come “Ruote Incandescenti”.