Cosa sta succedendo negli USA?

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« Risposta #6810 il: 20 Aprile 2024, 14:10:42 pm »
Trump avrà commentato “Loser!” ?  :(

New York, morto l'uomo che si è dato fuoco davanti al tribunale di Trump
Prima di darsi fuoco, cospargendosi di un liquido infiammabile, il 37enne Maxwell Azzarello aveva lanciato alcuni opuscoli infarciti di teorie cospirazioniste. È morto in ospedale
https://tg24.sky.it/mondo/2024/04/19/new-york-persona-fuoco-tribunale-trump



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« Risposta #6811 il: 20 Aprile 2024, 14:13:09 pm »
Livello attuale.

Morto Maxwell Azzarello. Chi era il complottista che si è dato fuoco durante il processo a Donald Trump

«Start a fucking revolution, you’ve got nothing to lose», cantava in auto alcune ore prima di darsi alle fiamme

Dopo ore in ospedale, è morto Maxwell Azzarello, l’uomo che ieri si era dato fuoco davanti al tribunale di New York in cui era in corso uno dei processi in cui è coinvolto Donald Trump. Mentre in aula veniva scelta la giuria che dovrà sentenziare sul caso che vede l’ex presidente degli Usa accusato di aver falsificato documenti della sua società per occultare, nel 2016, un pagamento di 130 mila dollari all’ex pornostar Stormy Daniels, il 37enne si era cosparso di liquido infiammabile e indossando solo dei jeans e una maglietta si era dato alla fiamme. L’uomo ha bruciato per oltre tre minuti, prima che gli estintori riuscissero a soffocare il fuoco intorno alle 13.30 ora locale. Prima di darsi alle fiamme, Azzarello si aggirava in un’area transennata che era stata riservata ai fan di Trump sollevando un cartello e distribuendo volantini con messaggi che supportano varie teorie del complotto.


Chi era Maxwell Azzarello
«Trump sta con Biden e stanno organizzando un golpe fascista» si leggeva sul cartello che l’uomo sollevava. Retorica riproposta anche nei volantini distribuiti ai passanti. Nelle ore precedenti all’atto piromane, il 37enne di St. Augustine in Florida aveva pubblicato sui social alcune anticipazioni dell’atto. «Start a fucking revolution, you’ve got nothing to lose», cantava in auto, probabilmente diretto a New York. In una storia pubblicata su Instagram si vedeva la la scritta «I love you» ripetuta dodici volte mentre in un post l’uomo aveva pubblicato un paio di pagine del manifesto contenuto nei volantini. Al suo interno, Azzarello, che non ha precedenti penali nello Stato di New York, si definiva un «ricercatore investigativo» e avvertiva i suoi lettori di un «inganno». «Scoprirete che la vostra vita è un inganno», scriveva Azzarello invitando all’azione prima di scusarsi con amici a familiari per il dolore che stava per provocare loro. Nel manifesto si legge anche che secondo Azzarello il sistema delle critpovalute non sarebbe altro che uno schema Ponzi e che molti degli eventi nefasti accaduti nel mondo nell’ultimo decennio – tra tutti il Covid – sarebbero stati organizzati per spaventare e controllare la popolazione.


https://www.open.online/2024/04/20/maxwell-azzarello-morto-fuoco-processo-trump-chi-era/

Spiace ma anche no, l'effetto della propaganda e' questo.

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« Risposta #6812 il: 21 Aprile 2024, 12:20:43 pm »
America, sesso e Donald Trump

In queste ore Donald Trump è alle prese con un altro episodio della sua infinita saga giudiziaria. Nel marzo di un anno fa, l’attorney del distretto di Manhattan aveva accusato l’ex presidente di aver violato la legge ordinando al suo legale Michael Cohen di sborsare 130mila dollari a una ex pornostar, Stormy Daniels, pronta a rivelare a un tabloid di aver avuto una relazione con l’allora candidato alle presidenziali Usa. L’intera vicenda viene trattata nel cuore finanziario di New York come una causa di stampo economico: infatti, il problema qui non è la pornostar, ma l’utilizzo di fondi della Trump Organization, spacciati poi come rimborso per una “consulenza legale fittizia”: tanto fittizia e molto poco legale.

Il sesso tra Puritani e Frontiera
Il caso di Trump non è l’unico scandalo che ha avuto per oggetto i vizietti privati di uomini al potere, ma racconta molto bene del rapporto che l’America ha con il sesso, che oscilla perennemente tra mania e fobia come un pendolo impazzito. Per capire il rapporto degli Americani con il sesso, bisogna scavare a fondo nella fragile identità americana, tornando indietro fino ai Padri Pellegrini. Il puritanesimo, come il cristianesimo riformato, è stato un processo continuo al piacere e all’eros (eccezion fatta per la doverosa unione carnale tra coniugi, che i puritani non disdegnavano), arrivando a metter bocca fin sotto le gonne delle donne e la cintola degli uomini. Un panorama culturale descritto alla perfezione dalla Lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne. Ma l’America, fin dalle origini, fu terra di contrasti. I bordelli non erano un flebile ricordo dell’Europa, e le donne nei saloon lo sapevano bene: da quelle cinesi sfruttate senza pietà dai protettori alle prostitute euroamericane, che invece sia avviarono non di rado a metter su vere e proprie fabbriche del sesso.

La geografia del sesso
Da quel momento, il sesso come croce e delizia ha accompagnato lo spostamento della frontiera con il conseguente mutamento dei luoghi. Lì dove giungeva un manipolo di uomini, che si trattasse di soldati o di minatori, lì arrivavano sia le mogli che donnacce. Tuttavia, fu il progressivo sviluppo dell’America urbana a definire la geografia del sesso: i luoghi centrali, identificati con case e quartieri residenziali, divennero simbolo della rispettabilità sessuale e del sesso coniugale tra le quattro mura; nelle periferie fumose, invece, brulicava tutto ciò che i nuovi puritani giudicavano sordido: l’alcol, il gioco d’azzardo, l’omosessualità, il malaffare e certamente anche il sesso. Era anche questa una frontiera. Ma nonostante le femministe puntellavano il matrimonio con il concetto di “schiavitù del sesso“, lo sdoganamento della libertà sessuale era un argomento ancora troppo scottante per venir fuori prima della Guerra Civile. Le rivendicazioni dei neri offrirono la spalla a quelle femministe che cercavano, con un linguaggio simile, di guadagnare l’emancipazione verso la schiavitù del matrimonio. A questo, donne come Elizabeth Cady Stanton o Victoria Woodhull aggiungevano il diritto di voto ma anche la “libertà degli affetti”, ma la loro propaganda del Libero Amore fece alienare loro le simpatie dei difensori della morale pubblica. La legge Comstock del 1873 sancì il De profundis per “letteratura oscena e articoli per uso immorale”, detto in altre parole “strumenti” per il controllo delle nascite.

La guerra, i Sessanta e la rivoluzione dei costumi
Il Novecento americano si aprì colmo di grandi possibilità, non solo per le donne. L’atteggiamento americano verso il sesso viene influenzato anche dai circoli omosessuali che, negli anni Trenta, animavano il Greenwich Village di New York e non solo. Il tema venne sdoganato anche sui giornali, nonostante la polizia indagasse perennemente su queste conventicole sgargianti, di ceto medio, sovente legate alla malavita. Del resto la sodomia era reato: e l’ordine costituito andava comunque ripristinato. Ma la Seconda Guerra Mondiale cambiò tutto: le donne rimasero sole a casa mentre i mariti combattevano in Europa e nel Pacifico. Di fronte all’evenienza della morte, ognuno si consolò come poteva. Saranno numerosi i matrimoni di giovanissimi che scoppieranno alla fine del conflitto. Ed è proprio una di queste giovanissime mogliettine rimaste a casa che si trasformerà nel simbolo del rapporto tra l’America e il sesso: Marylin Monroe. Bambina segnata dalla vita, adolescente precoce, bionda Lolita americana. La santa e la *******, quella che tutti volevano e che nessuno seppe amare. Allo stesso tempo, ella stessa vittima del pendolo tra mania e fobia del sesso, tanto da finire in un gioco molto più grande di Hollywood, rimpallata in modo indignitoso tra due fratelli Kennedy. E quando il mito di Marylin sia in qualche modo segno di questa dicotomia, lo dimostra il fatto che ancora oggi il pubblico americano resta appassionato più ai dettagli pruriginosi che alle indagini sulla morte della grande diva.

Gli anni Sessanta iniziarono a sfaldare i valori sociali condivisi, quelli che rischiavano di esplodere in nevrosi nelle villette monofamiliari della Suburbia perbenista, ove donne sempre perfette e rinchiuse in paradisi elettrodomestici sia accompagnavano ad altrettanti colletti e collettini bianchi che trovavano sollazzo fuori di casa. Eppure nell’era del libero amore, un sondaggio Gallup commissionato nel 1969, vide il 68% degli Americani contrari al sesso prematrimoniale. Chi stava mentendo a chi? Ma i Sessanta non stavano inventando nulla con la loro proposta controculturale sul sesso: erano solo i discendenti di quell’ethos bohémien degli anni Quaranta e Cinquanta che era nato ai bordi di San Francisco e New York. Il sesso dei Sixties diventò la componente fondamentale della triade che lo vide accanto alle esperienze psichedeliche alle battaglie politiche: quegli anni sdoganarono pratiche sessuali dapprima confinate al mondo transessuale e omosessuale, mentre sullo sfondo si portavano avanti le battaglie connesse in qualche modo al sesso: quella per il divorzio e per l’aborto. Ma mentre la liberazione del corpo si compiva, benedetta da padri intellettuali come Herbert Marcuse o Allen Ginsberg, la rivoluzione politica non si compì. Il sesso cominciò a essere indagato scientificamente, anche con una certa prurigine, da parte di sessuologi e psicologi, che diedero vita a una produzione scientifica quasi compulsiva.

Dagli scandalosi Settanta a oggi
I Settanta restrinsero gli abiti ma allargarono il concetto di “sesso” a ogni tipo di pratica: i locali per scambisti si diffusero a macchia d’olio così come i club omosessuali. Playboy e Penthouse diventarono beni di consumo come i biglietti del cinema o il make-up. Ma non venivano ricacciati negli scaffali seminascosti delle edicole, ma mostrati in bella vista come prodotti pop (Playboy, tra l’altro, ospitava sempre un inserto con interviste a esponenti della politica internazionale). Su questo sfondo, sono le donne a raggiungere una conquista sessuale epocale: nel 1973 la sentenza Roe vs Wade, fornì la protezione necessaria per vedersi garantito il diritto all’aborto, smantellato negli ultimi due anni. Con gli anni Ottanta la rivoluzione sessuale venne travolta dalla tragedia dell’Aids che prima gettò lo stigma sulla comunità omosessuale, poi scatenò un’ondata sessuofobica e una diffusa isteria moraleggiante. Sono gli stessi anni in cui la tv via cavo è invasa dai predicatori evangelici che denunciano l’empietà dei costumi americani. Una gigantesca restaurazione morale che spinse nuovamente il sesso verso mania e fobia. Ironia del destino, gli anni Novanta americani si identificarono con uno scandalo sessuale, nientepopodimeno ché alla Casa Bianca, precisamente sotto la scrivania del presidente Bill Clinton. L’America si divise tra i sostenitori della scappatella presidenziale come peccatuccio veniale e i pasdaran della povera first lady, costretta alla pubblica gogna e al perdono. Nel mezzo, quasi nessuno difese la dignità di Monica Lewinsky, crocifissa come una moderna Salomé. Un pasticciaccio talmente brutto che costò quasi l’impeachment (per spergiuro) al rubicondo Clinton.

Ma oggi cos’è il sesso per gli Americani? In un Paese sempre più imbizzarrito, il sesso oggi viene travolto da un’ondata di rigorismo morale che sta restringendo sempre più i diritti delle donne (si pensi all’aborto o all’accesso alla contraccezioni)e quelli della comunità Lgbtq+. Senza dimenticare poi la fobia “gender”, che etichetta come indottrinamento qualsivoglia iniziativa volta all’educazione sentimentale e sessuale dei più giovani. Dall’altro, lato, una serie di scandali che hanno portato nel mirino della cronaca e della giustizia abusi e molestie, come ad esempio il movimento #metoo. Nel mezzo, una delle principali economie mondiali nonché superpotenza che fa registrare il più alto tasso di gravidanze tra adolescenti.

https://it.insideover.com/societa/america-sesso-e-donald-trump.html

Offline el.@

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« Risposta #6813 il: 22 Aprile 2024, 11:43:54 am »
Biden ha detto che le tribù della Nuova Guinea hanno mangiato suo zio. Chiunque stia gestendo Joe Biden, è evidente che ha come obiettivo la demolizione del partito democratico.

Cesare Sacchetti

Offline Cerberus

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« Risposta #6814 il: 22 Aprile 2024, 11:48:48 am »
Possibile che the americans debbano scegliere tra due dementi ? .....

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« Risposta #6815 il: 22 Aprile 2024, 13:24:42 pm »
Possibile che the americans debbano scegliere tra due dementi ? .....
non è che anche noi abbiamo tanta scelta.....

Offline Cerberus

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« Risposta #6816 il: 22 Aprile 2024, 13:40:22 pm »
non è che anche noi abbiamo tanta scelta.....

Come non hai scelta.........Melons ...Elly...Tajanus...il Conte Tacchia....la figlia di Fantozzi... ....Matteo and Matteo....la Calendula greca.................Fratojannis & Bonetti !  .dimentichi Fratojannis & Bonetti   da non confondere con Tequila & Bonetti .....
« Ultima modifica: 22 Aprile 2024, 13:42:15 pm da Cerberus »

Offline erised

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« Risposta #6817 il: 22 Aprile 2024, 14:17:21 pm »
Come non hai scelta.........Melons ...Elly...Tajanus...il Conte Tacchia....la figlia di Fantozzi... ....Matteo and Matteo....la Calendula greca.................Fratojannis & Bonetti !  .dimentichi Fratojannis & Bonetti   da non confondere con Tequila & Bonetti .....
:w00t: :w00t: :w00t:
hai dimenticato il più importante....Krusty il clown io voto lui :dizzy:

Offline Feral

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« Risposta #6818 il: 25 Aprile 2024, 16:01:31 pm »
Rivolta dei alligatori nelle Ever Glades Florida hanno invaso le highway di Miami

#CNN

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« Risposta #6819 il: 25 Aprile 2024, 16:11:37 pm »
Manifestano anche loro

Offline Feral

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« Risposta #6820 il: 25 Aprile 2024, 16:12:37 pm »
Manifestano anche loro

Forse gli animali hanno piu motivi di quelli degli umani


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« Risposta #6821 il: 25 Aprile 2024, 18:53:53 pm »
Immunità a Trump: Corte suprema Usa scettica. E il 56% degli americani è contro

Trump, candidato repubblicano alle presidenziali del 2024, ha spinto per ritardare il processo fino a dopo le elezioni di novembre

La Corte Suprema sembra molto scettica nei confronti della richiesta di assoluta immunità dai procedimenti giudiziari avanzata dall’ex presidente Donald Trump, ma è meno chiaro che i giudici siano diretti verso una rapida risoluzione.

Il presidente della Corte Suprema John Roberts era uno degli almeno cinque membri della corte che giovedì sembravano intenzionati a respingere la richiesta di immunità assoluta che avrebbe fermato il procedimento giudiziario del consigliere speciale Jack Smith contro Trump con l’accusa di aver cospirato per ribaltare la sua sconfitta elettorale del 2020 contro il democratico Joe Biden.

Dubbi sui tempi
Le discussioni erano alla seconda ora nella tarda mattinata. La tempistica della decisione della Corte Suprema potrebbe essere importante quanto il risultato. Trump, candidato repubblicano alle presidenziali del 2024, ha spinto per ritardare il processo fino a dopo le elezioni di novembre, e quanto più tardi i giudici emetteranno la loro decisione, tanto maggiori saranno le probabilità di successo.

I giudici Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh, due dei tre nominati da Trump all’alta corte, hanno suggerito che gli ex presidenti potrebbero avere una certa immunità e che in questo caso, i tribunali di grado inferiore potrebbero dover decidere se ciò si applica a Trump. Ciò potrebbe ritardare ulteriormente il processo.

Il giudice Amy Coney Barrett, l’altro nominato da Trump, è sembrato meno aperto alle argomentazioni avanzate dall’avvocato di Trump D. John Sauer.

La squadra di Smith chiede una rapida risoluzione. La corte generalmente emette i suoi ultimi pareri entro la fine di giugno, circa quattro mesi prima delle elezioni.

Sondaggio, il 56% degli americani contro l’immunità a Trump
Il 56% degli americani ritiene che l’ex presidente Donald Trump non dovrebbe avere l’immunità dai procedimenti penali per le azioni intraprese durante la sua presidenza, mentre il 28% è a favore e il 17% che non ne è sicuro: è quanto emerge da un sondaggio della Marquette Law School. I sondaggisti hanno posto la domanda riferendola sia a Trump sia agli ’ex presidenti’. Nel primo caso il 55% dei repubblicani intervistati ritiene che al tycoon dovrebbe essere concessa l’immunità, mentre la percentuale scende al 32% con la formulazione ’ex presidenti’. Nel campione dem, solo il 4% pensa che a Trump dovrebbe essere data l’immunità e il 9% crede lo stesso per gli ’ex presidenti’.

Il caso Stormy Daniels
Trump, il primo ex presidente accusato di crimini, aveva detto che giovedì avrebbe voluto essere alla Corte Suprema. Invece, si trovava in un’aula di tribunale di New York, dove è sotto processo con l’accusa di aver falsificato documenti aziendali per nascondere informazioni dannose agli elettori quando ha diretto pagamenti in denaro a un’ex porno star - Stormy Daniels -per tacere le sue affermazioni secondo cui avevano avuto un rapporto sessuale. incontrare.

Gli avvocati di Trump sostengono che gli ex presidenti hanno diritto all’immunità assoluta per i loro atti ufficiali. Altrimenti, dicono, i procedimenti giudiziari motivati politicamente contro gli ex occupanti dello Studio Ovale diventerebbero routine e i presidenti non potrebbero fungere da comandante in capo se dovessero preoccuparsi di accuse penali.

I tribunali di grado inferiore hanno respinto tali argomentazioni, compreso un collegio unanime di tre giudici in una corte d’appello a Washington, D.C.

Le voci del Sole 24 Ore
Mattarella cita Aldo Moro: sul 25 aprile non ci si può dividere
Mattarella cita Aldo Moro: sul 25 aprile non ci si può dividere
Nella giornata della Liberazione, nel suo discorso a Civitella Val di Chiana il presidente della Repubblica cita lo statista pugliese in un passaggio dove si chiarisce che «sull’antifascismo è possibile...

Ascoltalo ora
Quattro procedimenti in corso
Il caso di cospirazione per interferenza elettorale portato da Smith a Washington è solo uno dei quattro casi penali che Trump deve affrontare.

La squadra di Smith afferma che gli uomini che hanno scritto la Costituzione non hanno mai voluto che i presidenti fossero al di sopra della legge e che, in ogni caso, gli atti di cui Trump è accusato – inclusa la partecipazione a un piano per arruolare falsi elettori negli stati campo di battaglia vinto da Biden – non lo sono in alcun modo parte dei doveri ufficiali di un presidente.

Quasi quattro anni fa, tutti e nove i giudici hanno respinto la richiesta di Trump di assoluta immunità dalla citazione di un procuratore distrettuale per i suoi documenti finanziari. Quel caso si è svolto durante la presidenza Trump e ha comportato un’indagine penale, ma nessuna accusa.

Il giudice Clarence Thomas, che avrebbe impedito l’esecuzione del mandato di comparizione a causa delle responsabilità di Trump come presidente, ha comunque respinto la richiesta di Trump di immunità assoluta e ha sottolineato il testo della Costituzione e come è stato interpretato dalle persone che l’hanno ratificata.

“Il testo della Costituzione… non garantisce al presidente l’immunità assoluta”, ha scritto Thomas nel 2020.

La mancanza di apparente sostegno da parte della corte per il tipo di immunità totale che Trump cerca ha indotto i commentatori a speculare sul motivo per cui la corte abbia preso in carico il caso in primo luogo.

Phillip Bobbitt, costituzionalista della facoltà di giurisprudenza della Columbia University, ha detto di essere preoccupato per il ritardo, ma di vedere valore in una decisione che equivale a “un’espressione definitiva da parte della Corte Suprema che siamo un governo di leggi e non di uomini”.

La possibili implicazioni
La corte potrebbe anche essere più preoccupata di come la sua decisione potrebbe influenzare le future presidenze, ha scritto sul blog Lawfare il professore della facoltà di giurisprudenza di Harvard, Jack Goldsmith.

Ma Kermit Roosevelt, professore di diritto presso l’Università della Pennsylvania, ha affermato che la corte non avrebbe mai dovuto prendere in considerazione il caso perché un gruppo ideologicamente diversificato della corte d’appello federale di Washington ha affrontato adeguatamente la questione.

“Se avesse voluto accettare il caso, avrebbe dovuto procedere più velocemente, perché ora, molto probabilmente, ciò impedirà che il processo venga completato prima delle elezioni”, ha detto Roosevelt. “Persino Richard Nixon ha detto che il popolo americano merita di sapere se il suo presidente è un truffatore. La Corte Suprema sembra non essere d’accordo”.

La corte ha diverse opzioni per decidere il caso. I giudici potrebbero respingere le argomentazioni di Trump e sbloccare il caso in modo che il giudice distrettuale americano Tanya Chutkan possa riprendere i preparativi del processo, che secondo lei potrebbe durare fino a tre mesi.

La corte potrebbe porre fine al procedimento giudiziario contro Smith dichiarando per la prima volta che gli ex presidenti non possono essere perseguiti per atti ufficiali compiuti durante il loro mandato.

Potrebbe anche precisare quando gli ex presidenti sono protetti dai procedimenti giudiziari e dichiarare che la presunta condotta di Trump è facilmente superabile.



https://www.ilsole24ore.com/art/immunita-trump-corte-suprema-usa-scettica-e-56percento-americani-e-contro-AFebw4jD?refresh_ce=1

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« Risposta #6822 il: 27 Aprile 2024, 20:09:52 pm »
La possibile vice di Trump confessa nella sua autobiografia di aver ucciso il suo cane di 14 mesi: "Era indisciplinato. Lo odiavo".

«Ci si può riprendere da molte cose in politica, ma non dall’uccidere un cane». Le parole di Meghan McCain, la figlia del defunto senatore repubblicano John McCain, riassumono la valanga di polemiche bipartisan che si è scatenata contro Kristi Noem, la governatrice del South Dakota e una delle possibili candidate alla vicepresidenza di Donald Trump.

In un libro che uscirà nelle prossime settimane, Noem ha confessato di aver ucciso uno dei suoi cani, un cucciolo di 14 mesi. «Lo odiavo», ha scritto. «Era indisciplinato e non poteva essere addestrato», ha aggiunto spiegando di aver inserito l'episodio nel libro per mostrare la sua determinazione ad agire anche nelle cose più difficili.

«E' orribile. Un cane di 14 mesi è ancora un cucciolo e può essere addestrato», ha commentato Alyssa Farah Griffin, già parte dello staff della Casa Bianca di Trump. «Non so chi le abbia suggerito che sarebbe stata una buona idea inserire l'uccisione di un cane di 14 mesi ma sono pronta a scommettere che le creerà problemi se dovesse essere scelta come vicepresidente.
Il caso - afferma Rachel Bade di Politico - fa impallidire l'episodio di Mitt Romney del 2012 che guidò per ore con il suo cane sul tetto della macchina, chiuso in un trasportino.

https://www.gazzettadiparma.it/italia-mondo/2024/04/27/news/la-possibile-vice-di-trump-confessa-nella-sia-autobiografia-di-aver-ucciso-il-suo-cane-di-14-mesi-era-indisciplinato-lo-odiavo-781910/

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« Risposta #6823 il: 27 Aprile 2024, 21:08:31 pm »
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« Risposta #6824 il: 28 Aprile 2024, 08:29:58 am »
Guerra al 'deep state', se vince Trump promette di smantellare il governo federale

"Demoliremo il deep state". E' questo lo slogan-minaccia con cui Donald Trump, se sarà rieletto alla Casa Bianca, promette di smantellare intere porzioni del governo federale, perché infiltrato da forze ed individui che si sono opposti dall'interno al suo primo mandato, appunto il famigerato 'deep state' tanto caro ai complottisti, per poter avere mano libera nella sua seconda volta da presidente. 

Per farlo, spiega oggi la Cnn in un lungo articolo, l'ex presidente ha in programma di annullare protezioni dei dipendenti federali, che sono in vigore da oltre 140 anni. Trump ha già detto che intende fare in modo che "ogni dirigente possa essere licenziabile per volere del presidente degli Stati Uniti", con l'obiettivo di "prosciugare la palude" di Washington e trasferire fuori dalla capitale oltre 100mila posizioni federali. In realtà, oltre l'85% dei dipendenti federali Usa lavorano già fuori dalla capitale. 
Insomma, un piano per eliminare o smantellare interi dipartimenti federali, che sta ottenendo l'entusiastico appoggio dei sostenitori Maga dell'ex presidente. E che rischia, sottolineano esperti alla Cnn, di trasformare i dipendenti federali in un forza politicizzata al servizio del presidente. 

"Ristabilirò immediatamente il mio ordine esecutivo del 2020 per ristabilire l'autorità del presidente di rimuovere i burocrati canaglia, e userò in modo aggressivo questo potere", ha scritto sul sito della sua campagna Trump, riferendosi all'ordine con cui trasformava i ruoli dirigenziali di carriera in ruoli di nomina politica, una mossa allora condannata da decine di ex rappresentanti di amministrazioni sia democratiche che repubblicane che avvisarono come questa potesse "danneggiare a lungo termine istituzioni chiave del nostro governo". 

Allora l'ordine ebbe in piccolo impatto, perché poco dopo Trump perse le elezioni e fu annullato da Joe Biden subito dopo il suo insediamento. Ma in caso di sua vittoria alle elezioni del prossimo novembre, l'ex presidente intende ristabilirlo mettendo quindi a rischio il posto di lavoro di migliaia di funzionari federali che non gli giureranno fedeltà. 

"E' una vera minaccia alla democrazia - commenta con la Cnn Donald Moynihan, docente della Georgetown University - questo è qualcosa di cui ogni cittadino dovrebbe essere conscio e preoccupato perché minaccia i nostri diritti fondamentali". Per l'esperto, quella di Trump è la minaccia più grave al settore pubblico americano da quando è stato creato il sistema dei dipendenti federali basato sul merito nel 1883. 

Ovviamente diversa la lettura di uno degli architetti del piano di Trump per la guerra al 'deep state'. "Sarà rivoluzionario" ha dichiarato in un video pubblicato nei mesi scorsi dal think tank conservatore Heritage Foundation, Russell Vought, che era direttore dell'Office of Management and Budget ai tempi dell'amministrazione Trump, spiegando che servirà per schiacciare quella che definisce "la burocrazia liberal e politicizzata", spiegando che lo smantellamento interesserebbe tutti i settori, compreso dipartimento di Giustizia, Fbi e agenzia per l'Ambiente. 

https://www.msn.com/it-it/notizie/politica/guerra-al-deep-state-se-vince-trump-promette-di-smantellare-il-governo-federale/ar-AA1nLuXb?ocid=msedgntp&pc=U531&cvid=8009b1ca8d8143fe843343b96a6aa1cc&ei=11