Cosa sta succedendo negli USA?

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« Risposta #6720 il: 14 Febbraio 2024, 21:28:31 pm »
Haley, a Ny perso un altro seggio alla Camera per colpa di Trump

"Abbiamo appena perso un altro seggio repubblicano alla Camera che si poteva vincere perché gli elettori hanno respinto a grande maggioranza Donald Trump. Finché i repubblicani non si svegliano, continueremo a perdere": così la campagna di Nikki Haley ha commentato la vittoria del dem Thomas Suozzi contro la repubblicana Mazi Pilip nell'elezione suppletiva a New York per sostituire il deputato Gop George Santos.

https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/haley-a-ny-perso-un-altro-seggio-alla-camera-per-colpa-di-trump/ar-BB1ihhGi?ocid=msedgntp&pc=U531&cvid=884d0d6b84b54dfc8113f5d4536ec619&ei=12



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« Risposta #6721 il: 14 Febbraio 2024, 23:41:48 pm »
#ULTIMORA
Stati Uniti, sparatoria a Kansas City durante la parata che celebrava la vittoria dei Chiefs al Super Bowl: almeno un morto e 15 feriti. Fermati due uomini armati. Non è escluso che si tratti di un incidente legato alle gang

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« Risposta #6722 il: 15 Febbraio 2024, 02:20:53 am »
Dovrebbero emanare una legge che stabilisca che le vecchie cariatidi over 75 non possono diventare Presidente degli Stati Uniti ...in un sol colpo si toglierebbero dalle balle Donaldo e nonno Joe.........
« Ultima modifica: 15 Febbraio 2024, 02:23:23 am da Cerberus »

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« Risposta #6723 il: 17 Febbraio 2024, 17:32:53 pm »
Dona anche tu 2 euro per Donaldo

Frode, violenza sessuale, cospirazione: tutti i processi di Trump che hanno svuotato le casse della campagna

L’ex presidente potrebbe esaurire tutti i fondi entro luglio di quest’anno, proprio mentre la corsa elettorale avrà bisogno del supporto finanziario per la probabile sfida contro l’incumbent Joe Biden. Processi permettendo

«Close your ears, and give us your money»


L’appello del team di Donald Trump ai donatori della campagna presidenziale 2024 è esplicito: nonostante i dubbi sull’eleggibilità dell’ex presidente, malgrado quasi (se non tutte) le donazioni finiranno per rimpinguare le casse destinate alle spese legali, «tappate le orecchie e dateci i vostri soldi». Il dato di fatto è che Trump è a corto di fondi. I due Pac (Political Action Committee) «Save America» e «Make America Great Again» hanno utilizzato più di 50 milioni di dollari in spese legali. Secondo il New York Times, l’ex Tycoon prosciugherà le sue casse entro luglio di quest’anno, mentre la sua corsa avrà bisogno di tutto il supporto finanziario per la probabile sfida contro l’incumbent Joe Biden. Stando ai documenti elettorali federali «Save America» ha speso 24,3 milioni di dollari in «consulenza legali» negli ultimi sei mesi. Dalla cassaforte di «Make America Great Again» sono usciti, invece, oltre 2 milioni. Per un totale di 27 milioni soltanto negli ultimi sei mesi. La cifra include, scrive Nbc news, i pagamenti ai suoi costosi legali: da John Lauro per aver tramato il ribaltamento del voto nel 2020 a Tod Blanche nel processo, fissato per il 25 marzo, sul caso Stormy Daniels, fino ad Alina Habba, l’avvocata dell’ex Tycoon per l’accusa di diffamazione avanzata dall’attrice Jean Carroll. Se da un lato le cause legali di Trump hanno rappresentato un grosso ostacolo finanziario in termini di uscite, dall’altro hanno sollecitato un’importante spinta alla raccolta fondi per le presidenziali 2024. Secondo un report presentato mercoledì da WinRed, la piattaforma di raccolta fondi online del Gop, l’ex presidente ha messo assieme 4,2 milioni di dollari in un solo giorno, ovvero il 25 agosto, quando è stata diffusa la sua foto segnaletica nella prigione di Fulton County. Frode, soldi sporchi, rovesciamento elettorale: Trump deve affrontare 91 capi d’imputazione, 4 procedimenti penali, in 4 stati diversi. Let’s rewind the tape.


La condanna per frode nel processo civile a New York

355 milioni di dollari più il divieto per tre anni di fare affari nello Stato di New York. Il giudice Arthur Engoron, che aveva già accertato i «comportamenti fraudolenti», ha condannato ieri Trump al pagamento dell’ingente somma nel processo civile per aver gonfiato gli asset della holding di famiglia allo scopo di ottenere condizioni più vantaggiose da banche e assicurazioni. L’ex presidente è stato inoltre bandito per tre anni dalla guida di qualsiasi attività imprenditoriale nello Stato, uno in più dei due figli co-imputati Donald Jr. ed Eric, che dovranno saldare una sanzione di 4 milioni di dollari ciascuno. Mentre un ispettore esterno dovrà supervisionare tutte le attività della Trump Organization, che viene così, per certi versi, commissariata. Nell’autunno del 2022 la procuratrice generale (dem) di New York, Letitia James, aveva accusato i tre di aver gonfiato il valore delle proprietà. Le dichiarazioni dell’ex presidente, stando alla denuncia di 220 pagine depositata da James, sarebbero state «piene di bugie e di valutazioni esasperate» sulle proprietà di Mar-a-Lago in Florida, l’attico della Trump Tower a Manhattan fino ai vari edifici e campi da golf dell’ex Tycoon. «Questo verdetto è una palese ingiustizia, New York non è più open for business», ha commentato uno dei suoi avvocati preannunciando appello contro quelli che ha definito «errori catastrofici». Si tratta della terza condanna in sede civile per Trump, dopo i due processi per diffamazione e violenza sessuale contro la scrittrice E. Jean Carroll.


La condanna per diffamazione e violenza sessuale a Manhattan

L’ex presidente dovrà risarcire la scrittrice E. Jean Carroll con 83,3 milioni di dollari (18,3 milioni di danni compensatori per lo stress emotivo, 65 di danni punitivi) per averla diffamata, negando nel 2019 – quando era alla Casa Bianca – un’aggressione sessuale di circa 30 anni fa in un grande magazzino di New York. Si tratta della seconda condanna civile (con quella di ieri la terza) dopo quella del maggio scorso, quando l’ex Tycoon fu riconosciuto responsabile della stessa violenza, oltre che di diffamazione, e costretto a pagare 5 milioni di dollari all’opinionista di Elle. Un totale, quindi, di 90 milioni di dollari che – sommati alla sanzione degli asset di ieri – arriva a quasi mezzo miliardo, escluse le spese legali.

Il «Caso del silenzio» a Manhattan

Nel marzo del 2023 il procuratore distrettuale progressista di Manhattan Alvin Bragg (primo afroamericano a ricoprire la carica) ha accusato Trump di aver falsificato documenti aziendali allo scopo di comprare il silenzio dell’attrice di film porno Stormy Daniels e di una modella della rivista Playboy con le quali avrebbe avuto relazioni extraconiugali durante la campagna elettorale del 2016. Con l’incriminazione decisa a fine marzo da un tribunale di Manhattan, Trump è diventato il primo ex presidente degli Stati Uniti a essere sottoposto a un procedimento penale. Il “caso-Daniels” è legato al presunto pagamento di 130mila dollari alla pornostar, che l’ex Tycoon avrebbe fatto circa 8 anni fa tramite il suo ex avvocato Michael Cohen – che anticipò i soldi di tasca propria – per convincerla a non divulgare un rapporto sessuale avuto con lui dieci anni prima. I pagamenti furono registrati come «spese aziendali». L’inizio del processo è fissato per il 25 marzo 2024.

Le carte segrete di Mar-a-Lago

Trump è diventato il primo ex presidente nella storia degli Stati Uniti ad essere incriminato anche per reati federali (il “caso-Daniels” è un procedimento statale). L’ex presidente, al termine del suo mandato, ha infatti sottratto documenti riservati e coperti da vincolo di segretezza dalla Casa Bianca. Nella sua villa a Mar-a-Lago, in Florida, l’Fbi ha trovato oltre 300 carte segrete, relative anche alla difesa militare di altri Paesi. I capi d’accusa notificati dal giudice Jonathan Goodman, su iniziativa del procuratore speciale Jack Smith, riguardano la sottrazione di documenti top secret, il complotto per nasconderli e la mancata riconsegna. L’accusa si fonda sulla violazione del Presidential Records Act, una legge che impone ai presidenti statunitensi di consegnare ai National Archives tutte le carte prodotte dalla propria amministrazione. Il processo è fissato per il 20 maggio 2024, sei mesi prima delle elezioni presidenziali. A novembre la giudice Aileen Cannon, che più volte si è pronunciata a favore di Trump, ha respinto la richiesta dei legali dell’ex presidente di posticiparne la data.

Il rovesciamento del risultato elettorale in Georgia

Trump è accusato di aver tentato di sovvertire i risultati ufficiali delle presidenziali in Georgia nel 2020, quando nello Stato del Sudest degli Usa vinse Biden con il 49,5%, contro il 49,2% dei voti ottenuti dall’ex presidente. Assieme a lui sono stati incriminati 18 suoi collaboratori, tra cui Rudy Giuliani, ex legale ed ex sindaco di New York, e Mark Meadows, ex capo dello staff della Casa Bianca durante il suo mandato presidenziale. Molti di loro, tra cui Kenneth Chesebro, Sidney Powell e Jenna Ellis, hanno patteggiato in autunno. Si tratta di un caso enorme per un procuratore locale, anche in una contea grande come quella di Fulton. La procuratrice distrettuale Fani Willis ha dalla sua prove “solide” come una telefonata in cui Trump chiede al segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, di «trovare circa 11mila voti». Eppure, Willis si troverebbe ora sotto “accusa” negli Stati Uniti a causa di una relazione sentimentale, conclusa nel 2023, con il procuratore speciale Nathan Wade da lei scelto come collaboratore nel caso.

Il rovesciamento del risultato elettorale: il Dipartimento di giustizia

Cospirazione per frodare gli Stati Uniti, associazione a delinquere per ostacolare un procedimento ufficiale, tentativo di ostacolare un procedimento ufficiale e cospirazione contro i diritti. Quattro i capi d’accusa, mossi ancora una volta dal procuratore federale Jack Smith definito «folle» da Trump, relativi al tentato rovesciamento dei risultati elettorali del 2020, che poi avrebbero portato all’assalto al Congresso del gennaio 2021, una delle pagine più buie della storia americana. Le sue «affermazioni false, che sapeva essere false hanno incoraggiato l’assalto senza precedenti» a Capitol Hill, aveva detto Smith poco dopo che gli atti del gran giurì sono stati resi noti al pubblico. L’inizio del dibattimento – al quale Trump si presenterà senza immunità – era stato fissato per il 4 marzo, ma è stato aggiornato a data da destinarsi.

E poi..

In più di 30 Stati Usa sono state intentate cause per stabilire se Trump debba essere escluso dal voto del 2024 per le sue responsabilità nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Le accuse a carico dell’ex presidente si fondano sulla Section 3 del 14esimo emendamento della Costituzione che estromette dalle cariche pubbliche i funzionari coinvolti in «insurrezioni o rivolte» contro la Costituzione americana dopo aver prestato giuramento. Dopo l’esclusione dalle primarie di partito del Maine e Colorado per il suo ruolo nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, Trump – forte dei sondaggi che lo indicano come netto favorito del Grand Old Party – ha presentato ricorso a inizio gennaio. Dieci giorni prima, la Corte Suprema del Colorado ha escluso l’ex presidente dalle primarie repubblicane nello Stato. Per ribaltarla, l’ex Tycoon dovrà rivolgersi alla Corte Suprema federale. I giudici non hanno indicato quando emetteranno una sentenza, ma è probabile che il pronunciamento arrivi in tempo per il Super Tuesday del 5 marzo, quando 15 Stati (e un territorio), voteranno per le primarie. I nove giudici della Suprema Corte, di fatto quelli che contano più di altri (sei conservatori, tre liberali), sono apparsi molto scettici nei confronti delle argomentazioni a favore dell’ineleggibilità dell’ex presidente durante l’udienza dell’8 febbraio.

https://www.open.online/2024/02/17/usa-trump-finanziamenti-candidatura-spese-legali-processi-coinvolto/

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« Risposta #6724 il: 21 Febbraio 2024, 09:32:02 am »
'Ex talpa dell'Fbi aiutata dagli 007 russi per infangare i Biden'
Cnn, Alexander Smirnov confessa dopo essere stato incriminato

'Ex talpa dell'Fbi aiutata dagli 007 russi per infangare i Biden'
Hunter Biden
Redazione Ansa
Febbraio 20, 2024 - News
   
La Russia entra a gamba tesa nella campagna elettorale americana. Alexander Smirnov, l'ex informatore dell'Fbi incriminato nei giorni scorsi per aver mentito al Bureau inventando le accuse di corruzione contro Joe Biden e suo figlio Hunter, ha confessato di essere stato aiutato da 007 russi nel tentativo di infangarli. La rivelazione è stata fatta dal dipartimento di Giustizia in un memo relativo alla sua detenzione, nel quale si afferma che l'ex talpa ammette contatti "estesi ed estremamente recenti" con dirigenti dell'intelligence di Mosca.

Smirnov, 43 anni, era stato arrestato nei giorni scorsi all'aeroporto internazionale Harry Reid di Las Vegas dopo il suo arrivo dall'estero. Era considerato uno dei testimoni chiave dell'indagine di impeachment lanciata dai repubblicani alla Camera contro il presidente e la sua presunta complicità nei controversi affari stranieri del figlio Hunter. L'ex informatore dell'Fbi è stato incriminato per aver mentito sul presunto coinvolgimento di Joe Biden e di Hunter nelle attività della società energetica ucraina Burisma, quando il primo era vicepresidente e il secondo sedeva nel board della compagnia a 50 mila dollari al mese.

In particolare, è accusato di aver fatto "false dichiarazioni" e di aver "creato un precedente falso e fittizio" in relazione a un'indagine dell'Fbi, di cui è stato a lungo una talpa. Secondo l'accusa, nel 2020 Smirnov mentì raccontando due incontri del 2015 o 2016 in cui dirigenti associati a Burisma gli avrebbero detto di aver assunto Hunter Biden per "proteggerci, attraverso suo padre, da ogni tipo di problema". L'ex informatore ha anche affermato falsamente che i dirigenti di Burisma avevano pagato 5 milioni di dollari ciascuno a Joe e Hunter Biden quando il primo era vicepresidente in modo che suo figlio "si prendesse cura di tutte quelle questioni attraverso suo padre": un riferimento a un'indagine penale sulla compagnia energetica dell'allora procuratore generale ucraino, poi silurato su richiesta dello stesso Joe Biden - ma anche dei Paesi occidentali - per presunta corruzione. I rapporti tra i Biden e Burisma sono stati a lungo al centro di accuse e sospetti, alimentati da Donald Trump e dai suoi alleati, e finiti al centro dell'inchiesta di impeachment lanciata in dicembre alla Camera. Ma l'arresto dell'ex talpa infligge un duro colpo al castello accusatorio dei repubblicani, secondo cui Biden avrebbe favorito gli affari del figlio all'estero e ne avrebbe beneficiato finanziariamente. E le ultime rivelazioni sollevano sospetti inquietanti su una regia del Cremlino per favorire Donald Trump, anche se recentemente Vladimir Putin ha detto che preferirebbe Joe Biden perché "più preparato" ma anche "più prevedibile".

L'ex talpa dell'Fbi Alexander Smirnov "ha preso di mira il presunto candidato di uno dei due principali partiti politici degli Stati Uniti", ha "propagato attivamente nuove menzogne che potrebbero avere un impatto sulle elezioni statunitensi" dopo aver incontrato spie russe alla fine dell'anno scorso e le ricadute delle sue precedenti false accuse di corruzione sui Biden "continuano a farsi sentire fino ad oggi", affermano i procuratori dell'inchiesta, facendo un evidente riferimento alla controversa indagine di impeachment lanciata ai repubblicani alla Camera americana.

https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/mondo/2024/02/20/ex-talpa-dellfbi-aiutato-dagli-007-russi-per-infangare-i-biden_3e7e6827-2f75-4ce7-a8ac-43fdbdf24c26.html

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« Risposta #6725 il: 04 Marzo 2024, 13:42:38 pm »
Usa 2024: Haley vince le primarie repubblicane a Washington, Trump la insulta

E' il primo successo per la rivale del tycoon

Nikki Haley ha vinto le primarie repubblicane a Washington, primo successo per la rivale di Donald Trump.

La vittoria della Haley nella capitale americana non è una sorpresa e per molti analisti la sfida a Washington era considerata forse l'unica chance per l'ex governatrice di superare Trump.

Il tycoon non è molto amato dai 22.000 elettori repubblicani registrati nella capitale Usa. Nel 2020 l'ex presidente vinse ma non aveva rivali, mentre nel 2016 arrivò terzo.

Trump denigra la prima vittoria di Haley in un post sul suo social media Truth e la insulta chiamandola "cervello di gallina". "Mi sono tenuto volutamente alla larga da Washington, la 'palude', con pochissimi delegati e nessun vantaggio. 'Cervello di gallina' ha speso lì tutto il suo tempo, il suo denaro e i suoi sforzi. I numeri davvero grandi arriveranno nel Super Tuesday", ha attaccato il tycoon.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2024/03/04/usa-2024-haley-vince-le-primarie-repubblicane-a-washington_d28e46fd-8514-4a26-91c8-100fd1a8d1ea.html

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« Risposta #6726 il: 04 Marzo 2024, 20:42:19 pm »
Usa 🇺🇸, la Corte Suprema ribalta la decisione del Colorado: l’ex presidente Donald Trump potrà continuare a partecipare alla corsa per la Casa Bianca.

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« Risposta #6727 il: 05 Marzo 2024, 13:37:23 pm »
Usa 2024: Haley vince le primarie repubblicane a Washington, Trump la insulta

E' il primo successo per la rivale del tycoon

Nikki Haley ha vinto le primarie repubblicane a Washington, primo successo per la rivale di Donald Trump.

La vittoria della Haley nella capitale americana non è una sorpresa e per molti analisti la sfida a Washington era considerata forse l'unica chance per l'ex governatrice di superare Trump.

Il tycoon non è molto amato dai 22.000 elettori repubblicani registrati nella capitale Usa. Nel 2020 l'ex presidente vinse ma non aveva rivali, mentre nel 2016 arrivò terzo.

Trump denigra la prima vittoria di Haley in un post sul suo social media Truth e la insulta chiamandola "cervello di gallina". "Mi sono tenuto volutamente alla larga da Washington, la 'palude', con pochissimi delegati e nessun vantaggio. 'Cervello di gallina' ha speso lì tutto il suo tempo, il suo denaro e i suoi sforzi. I numeri davvero grandi arriveranno nel Super Tuesday", ha attaccato il tycoon.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2024/03/04/usa-2024-haley-vince-le-primarie-repubblicane-a-washington_d28e46fd-8514-4a26-91c8-100fd1a8d1ea.html
Non si osi dargli del misogino

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« Risposta #6728 il: 05 Marzo 2024, 18:50:23 pm »
O Trump o il caos, la Corte Suprema ha deciso così

Per l’ex presidente Donald Trump si tratta di un pericoloso ostacolo superato, che di fatto apre ufficialmente la strada verso la sua candidatura alle presidenziali di novembre. A 24 ore dal l’appuntamento elettorale del Super Tuesday, rigettando la decisione presa dalla Corte statale del Colorado, in una sentenza storica, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha infatti stabilito all’unanimità che Trump è eleggibile e il suo nome può comparire così sulla scheda elettorale. I giudici hanno deciso che la “responsabilità di far rispettare” la clausola di “insurrezione” del 14° emendamento “contro i titolari di cariche federali e i candidati spetta al Congresso e non agli Stati”. La Corte ha affermato che “il testo del Quattordicesimo Emendamento, di per sé, non delega in modo esplicito tale potere agli Stati”: se questi ultimi fossero autorizzati a determinare quali candidati sono ammissibili al voto, un candidato potrebbe essere “dichiarato ineleggibile in alcuni Stati, ma non in altri, sulla base della stessa condotta”, hanno scritto i giudici. “Lo sconvolgimento sarebbe ancora più grave” se un candidato venisse giudicato ineleggibile dopo che i cittadini hanno votato alle elezioni. “Nulla nella Costituzione ci impone di sopportare un tale caos”.

The Donald supera il primo ostacolo: è eleggibile
La decisione annulla la sentenza della Corte Suprema del Colorado che aveva giudicato Trump ineleggibile a causa della Sezione 3 del 14° Emendamento, che contiene una clausola che vieta alle persone “impegnate nell’insurrezione” di ricoprire cariche. L’Alta Corte di Stato ha affermato che il magnate ha violato l’emendamento a causa del suo presunto coinvolgimento nei tentativi di rovesciare le elezioni del 2020 e nella successiva rivolta a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.  È la prima volta che la Corte Suprema degli Stati Uniti si pronuncia sulla Sezione 3 del Quattordicesimo Emendamento. Secondo i giudici, infatti, tale clausola, “proposta dal Congresso nel 1866 e ratificata dagli Stati nel 1868”, ampliò il “potere federale a scapito dell’autonomia statale” e quindi “alterò radicalmente l’equilibrio tra potere statale e federale stabilito dalla Costituzione”.

I giudici progressisti Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Ketanji Brown Jackson hanno presentato un’opinione separata concordando però nel giudizio finale secondo cui nessuno stato può impedire a un candidato di presentarsi alle elezioni. Poco dopo la sentenza della corte, Trump si è rivolto a Truth Social spiegando che si tratta di una “grande vittoria per l’America”. Secondo il Comitato Nazionale Repubblicano (Rnc), “la sentenza conferma ciò che sostengono i repubblicani: è il popolo americano a scegliere i propri candidati, non attivisti o burocrati”. E ancora: “Il tentativo di espellere Donald Trump dal ballottaggio è stata una pura interferenza elettorale da parte della sinistra”.

In attesa dei processi penali
Superata la sentenza del Colorado, quali altri ostacolo – di natura giudiziaria – ha davanti a sé l’ex presidente? Complessivamente, Trump deve affrontare 91 capi d’accusa in due tribunali statali e in due diversi distretti federali, ognuno dei quali potrebbe potenzialmente comportare una pena detentiva, derivanti, in particolare, dalle accuse di aver incitato la folla di sostenitori Maga ad assaltare Capitol Hill il 6 gennaio 2021 e di aver portato documenti top secret dalla Casa Bianca alla sua residenza di Mar-a-Lago e, soprattutto, di essersi rifiutati di restituirli.

Ai guai giudiziari del tycoon si aggiungono anche la condanna per frode finanziaria a New York – da cui deriva multa da 355 milioni di dollari – e la causa per diffamazione intentata contro il magnate dalla scrittrice E. Jean Carroll, che ha affermato che il candidato repubblicano l’ha aggredita sessualmente nel camerino di un grande magazzino negli anni ’90. Il primo processo penale che vede coinvolto Trump inizierà il 25 marzo, come stabilito dal giudice Juan Merchan, che ha fissato la data del processo dopo aver respinto il tentativo dei legali dell’ex presidente di archiviare le accuse derivanti dal pagamento di denaro alla pornostar Stormy Daniels, con la quale avrebbe avuto una relazione. Nel marzo 2023, il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg è stato infatti il primo a presentare un’accusa di reato contro l’ex inquilino della Casa Bianca, sostenendo che l’ex presidente avrebbe falsificato i registri aziendali al fine di pagare segretamente alcune donne con le quali avrebbe avuto dei rapporto sessuali in cambio del loro silenzio. Trump aveva sostenuto che l’accusa mossa al procuratore democratico fosse motivata politicamente.

Documenti top-secret e Capitol Hill
Se quest’ultima è forse la causa che meno desta preoccupazione tra lo staff del tycoon, anche quella del consigliere speciale del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, Jack Smith, in relazione ai documenti top secret, sembra impensierire fino a un certo punto il suo entourage. Sono 37 i capi d’imputazione a carico del magnate, tra cui conservazione intenzionale di informazioni sulla sicurezza nazionale, l’ostruzione della giustizia, l’occultamento di documenti e le false dichiarazioni: tuttavia, come nota The Atlantic, se le accuse contro Trump sono serie e piuttosto gravi, il problema di Smith è che la data del processo non è ancora stata fissata ed è improbabile che l’udienza si potrà svolgere durante l’estate, mentre aleggia lo “spettro” – almeno per l’accusa – della prescrizione. Se eletto, Trump potrebbe inoltre chiudere facilmente il caso una volta rientrato allo Studio Ovale.

C’è poi il caso del procuratore distrettuale Fani Willis, nella contea di Fulton, in Georgia, che ha accusato Trump e altre 18 persone – tra cui l’ex sindaco di New York ed ex avvocato del tycoon, Rudi Giuliani – di aver cospirato per aver tentato di rovesciare il risultato elettorale durante le elezioni del 2020 e, infine, l’accusa (simile) avanzata dal consigliere speciale Smith verso il tycoon, relativa a quattro reati federali, circa il suo presunto tentativo di rimanere al potere dopo aver perso le elezioni del 2020. A differenza di Willis, in quest’ultimo caso è il Dipartimento di Giustizia tramite Jack Smith ad accusare l’ex presidente di aver tentato di ribaltare il risultato elettorale. Politicamente un processo pesantissimo, anche se ad oggi i sostenitori dell’ex presidente Usa non sembrano curarsene più tanto, mentre l’ex presidente sfrutta i processi in cui è implicato a suo vantaggio per assumere l’immagine del perseguitato politico. Una strategia che, a giudicare dai sondaggi, sembra al momento funzionare.

https://it.insideover.com/politica/trump-e-eleggibile-quali-sono-gli-altri-ostacoli-per-il-tycoon.html

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« Risposta #6729 il: 06 Marzo 2024, 13:22:59 pm »
Usa 2024 🇺🇸, Cnn: Nikki Haley si ritira della corsa presidenziale.

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« Risposta #6730 il: 06 Marzo 2024, 17:55:16 pm »
Super Tuesday, Donald Trump domina in 14 Stati su 15. Nikki Haley si ritira dalla corsa: «È tempo di lasciare»

L’ex ambasciatrice all’Onu ha vinto solo nel Vermont, rispetto al tycoon che spopola. In un risultato che appare scontato anche Joe Biden ha vinto dappertutto tranne nei territori delle Samoa americane

«Ho lanciato la mia campagna per la presidenza perché amo il mio Paese e una settimana fa mia madre, un’immigrata, ha votato per sua figlia. Ma ora è tempo di lasciare». La repubblicana Nikki Haley annuncia il ritiro dalla corsa per la Casa Bianca. La scelta all’indomani del Super Tuesday in cui Donald Trump ha vinto in 14 dei 15 stati in cui si sono disputate le primarie repubblicane, mentre l’ex ambasciatrice all’Onu ha vinto solo nel Vermont. «Lo chiamano Super Tuesday per un motivo», ha dichiarato, senza aspettare i dati definitivi Donald Trump per festeggiare il suo trionfo nelle primarie da una costa all’altra del giorno più importante delle primarie nel ciclo elettorale presidenziale del 2024. Dal suo resort a Mar-a-Lago ha detto: «Abbiamo fatto una cosa che nessuno avevo fatto prima nella storia». «Il mondo sta ridendo di noi», ha aggiunto, prendendosela poi con il suo avversario nella corsa alla presidenza: «È il peggiore della storia». Gli ha risposto Joe Biden, che ha vinto dappertutto tranne nei territori delle Samoa americane, dicendo che il tycoon è «determinato a distruggere la nostra democrazia, a strappare le libertà fondamentali come la possibilità per le donne di prendere le proprie decisioni in materia sanitaria, e a approvare un altro round di miliardi di dollari in tagli fiscali per i ricchi – e farà o dirà qualsiasi cosa per andare al potere».


Quindici stati
Quindici stati hanno tenuto le primarie repubblicane. Tra questi i due più popolosi, California e Texas. In palio più di un terzo dei delegati – 865 su 2.429. Per ottenere la nomination erano necessari almeno 1.215 delegati. In Virginia Trump ha raccolto 48 delegati: si tratta di uno Stato in cui alle scorse elezioni ha vinto Biden. L’ex presidente è accreditato, al momento, al 63% contro il 34,5 di Nikki Haley. Anche la North Carolina gli ha dato 74 delegati. Qui alle scorse elezioni ha vinto Trump di un punto percentuale. Dall’Oklahoma arriveranno a Trump 43 delegati e non c’è stata gara: ha raccolto il 77% dei consensi. In Texas 116 delegati sono andati all’ex presidente. 58 i delegati in arrivo dal Tennessee e 20 quelli dal Maine. In Arkansas i delegati che voteranno Trump come candidato del Partito Repubblicano saranno 40, in Alabama 50 e 40 ancora in Massachussetts. Chiude il Colorado con 37 delegati per Trump.


Nikki Haley
Trump ha vinto anche in California, così come Biden. Il tycoon ha conquistato anche lo Utah. E secondo Edison Research, riferisce Reuters, anche l’Alaska. A Nikki Haley rimane il Vermont mentre il conteggio provvisorio dei delegati dice che siamo 413 a 52. Per vincere la nomination servono 1215 delegati. Nello Utah l’ex presidente e’ avanti di oltre venti punti. I seggi in California, lo Stato che assegna il maggior numero di delegati repubblicani, 169, si chiuderanno tra pochi minuti. Secondo la Cnn ora Haley dovrà decidere se sostenere Trump.

La base di Trump
Intanto il Washington Post, analizzando gli exit poll delle primarie in Iowa, New Hampshire e South Carolina dice che la base elettorale di Trump è invecchiata, è diventata più conservatrice e più evangelica. Ma non l’hanno abbandonato né le donne, né gli elettori di provincia. L’età è la variante che salta più all’occhio: gli elettori oltre i 65 anni sono il 36% del suo elettorato, mentre prima erano il 24%. I giovani repubblicani invece si sono allontanati da lui. Gli elettori sotto i 50 anni rappresentavano il 37% della sua base a questo punto della campagna del 2016; ora rappresentano meno del 29%. Anche la sua quota di elettori di mezza età è in calo, passando da quasi il 40% a circa il 35%. Più del 52% dei suoi elettori finora si è definito «molto conservatori», rispetto al 32% circa della prima corsa. La percentuale dei suoi elettori che si definiscono «un po’ conservatori» è scesa dal 46% al 38%. Meno del 10% degli elettori di Trump si è definito «moderato», in calo rispetto a oltre il 20% di prima.

Joe Biden
Joe Biden ha perso a sorpresa i caucus alle isole di Samoa contro il candidato locale Jason Palmer. Ha però vinto in Minnesota, Colorado e Texas, oltre che in Arkansas, Alabama, Maine, Oklahoma, Virginia, Iowa, North Carolina e Tennessee. La campagna non ha in programma alcun discorso elettorale e nemmeno l’ex presidente e favorito per la nomina repubblicana ha alcun evento in agenda.

https://www.open.online/2024/03/06/usa-2024-super-tuesday-donald-trump-joe-biden/

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« Risposta #6731 il: 06 Marzo 2024, 22:31:17 pm »
Se invece di prediligere il web le nuove leve ogni tanto  dedicassero anche parte del loro tempo alla tanto bistrattata TV e nel caso ad una interessantissima trasmissione serale su LA7 (emittente che ultimamente mi piace assai poco) dedicata al mondo USA, troverebbero una molto molto interessante ed equilibrata analitica esposizione di F. Rampini

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« Risposta #6732 il: 07 Marzo 2024, 19:03:03 pm »
Usa 2024, che fine ha fatto Melania Trump?

Donald Trump celebra il trionfo al Super Tuesday e, per citare un vecchio film... la signora scompare. "Dovʼè finita Melania?" è la domanda di queste ore, che vedono il tycoon a"un passo dalla nomination per la corsa alla Casa Bianca. Trump sul palco ha ringraziato la sua famiglia, Melania e Barron primi fra tutti, eppure della ex first lady"nessuna traccia. Cinquantatré anni, ex modella dalla statuaria e silenziosa presenza scenica, negli anni da first lady fu soprannominata "la sfinge".

https://www.tgcom24.mediaset.it/2024/video/usa-2024-che-fine-ha-fatto-melania-trump-_78714946-02k.shtml

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« Risposta #6733 il: 11 Marzo 2024, 19:29:33 pm »
Debole per gli uomini forti mi ricorda il nostro inviato Tonino da Pechino

Donald Trump e gli apprezzamenti shock per Adolf Hitler: «Ecco cosa lui è riuscito a fare e io ancora no»

Le lodi dello sfidante di Biden al dittatore nazista svelate dal suo ex capo di gabinetto in un libro: «Ha un debole innato per gli uomini forti, come Putin, Xi o Orban»

Donald Trump adora Viktor Orbán e i leader populisti d’Occidente della sua pasta. E sin qui nulla di nuovo. Nasconde a fatica il suo debole per autocrati e dittatori sanguinari come Vladimir Putin o Kim Jong Un. Boccone questo ben più indigesto, ma che ci si è dovuti abituare a masticare. Ma ora c’è di più. Il leader Repubblicano in corsa per un clamoroso ritorno alla Casa Bianca avrebbe espresso in conversazioni private con i suoi consiglieri pesanti apprezzamenti politici pure per Adolf Hitler, il Führer nazista che scatenò il massacro europeo della seconda guerra mondiale e architettò lo sterminio di 6 milioni di ebrei. Lo scrive Jim Sciutto, giornalista della Cnn, nel suo nuovo libro The Return of Great Powers, in uscita domani negli Usa. I clamorosi commenti sono ora riferiti al giornalista da John Kelly, il generale che Trump volle al suo fianco come capo di gabinetto da luglio 2017 a gennaio 2019 come capo di gabinetto. Le conversazioni riportate, anticipate oggi sul sito dell’emittente Usa, risalgono dunque con ogni probabilità a quel periodo. «Mi disse “Beh, ma Hitler ha fatto diverse cose buone”. “Cosa?”, gli rispondo io. “Beh, ha ricostruito l’economia”», prosegue il tycoon nel conciliabolo privato, secondo quanto ricostruisce Kelly. Che si racconta incredulo di fronte alle affermazioni dell’allora presidente. «Cosa fece però dopo aver ricostruito l’economia? La rivoltò contro il suo stesso popolo e contro il mondo», trova il pelo nell’uovo poi Trump. «Signore, non può mai dire qualcosa del genere di quel tizio. Niente», prova ad opporsi con scarso successo il generale.


Il teorema della lealtà
Quel che è più allarmante è che, secondo Kelly, l’ammirazione di Trump per il dittatore nazista andrebbe ben oltre il riconoscimento di più o meno circoscritti meriti economici. Ma al cuore della sua personalità e metodo di gestione del potere. Tratto questo che lo accomuna alla radice agli altri «uomini forti» per cui stravede il boss Repubblicano. In un’altra conversazione, Trump si sarebbe soffermato sulla capacità fuori dal comune di Hitler di assicurarsi la lealtà dei ranghi più alti dello Stato – cosa a lui evidentemente non riuscita nel corso del primo mandato. «Mi chiese conto delle questioni di lealtà e di come i generali poterono complottare per assassinarlo più volte, senza che lui lo sapesse. Credeva che noi generali gli saremmo stati leali, che avremmo fatto qualsiasi cosa ci avrebbe mai chiesto», sostiene Kelly, che dopo la rottura con Trump, come molti altri ex consiglieri, si è “pentito” e ora è impegnato a mettere in guardia l’opinione pubblica americana contro i pericoli di un secondo mandato. «È sconvolgente pensare alla facilità con cui perdeva di vista l’Olocausto o i 400mila soldati americani uccisi nel teatro europeo» (per salvare il continente da Hitler, ndr), dice ancora l’ex generale nel libro, «ma come detto è soprattutto la questione dell’uomo forte».


Modelli politici
«Si vede come un tipo tutto d’un pezzo (big guy)», conferma John Bolton, un altro “pentito” della prima amministrazione Trump (era consigliere per la sicurezza nazionale). «Gli piace avere a che fare con altri tipi così, tipi come Erdogan in Turchia che può mettere qualcuno in prigione a suo piacimento senza dover chiedere il permesso a nessuno. Sono queste le cose che gli piacciono». Gestire un Paese come una delle sue aziende o il suo vecchio reality show insomma, dove tutto e tutti dipendono (e pendono) da lui, e chi non va più a genio può essere buttato fuori con un sospiro. In termini politici, si chiama dittatura. Di qui il fascino irresistibile che esercitano su di lui gli uomini forti anche del mondo di oggi. Primo in termini se non altro puramente “demografici”, il leader cinese Xi Jinping: «Decisioni centrali, tipo brillante – disse Trump a un dibattito organizzato da Fox News a luglio scorso – Governa 1,4 miliardi di persone col pungo di ferro: intelligente, brillante, perfetto: non c’è nessuno a Hollywood come lui», si spellò le mani il tycoon. Comunione di spirito la sua pure con Vladimir Putin, come ebbe a dire o far capire più volte, ricorda ancora Bolton al giornalista della Cnn. Come quando dopo un giro di incontri estenuanti con gli altri leader occidentali al summit Nato del 2018 confessò ai giornalisti: «L’incontro più facile di tutti per me sarebbe quello con Putin». Un OK guy, così come Kim Jong Un, secondo chi gli stava a fianco tutti i giorni. Più o meno quanto ripetuto nelle scorse ore dopo la visita “a domicilio” del premier ungherese Viktor Orbán: «Non c’è nessuno che sia un leader migliore o più smart di lui: è un leader fantastico», ha detto il tycoon. Il modello politico cui aspira non potrebb’essere più chiaro. L’America voterà se sceglierlo tra meno di otto mesi.

https://www.open.online/2024/03/11/donald-trump-apprezzamenti-shock-adolf-hitler-rivelazioni/

Offline Viandante in Cammino

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« Risposta #6734 il: 12 Marzo 2024, 07:57:08 am »
Non esprimo un mio giudizio su Trump.
Non serve e non cambia niente il mio giudizio.
Esprimo però un parere.
Secondo me lo “seccano” entro l’anno.
Inutile dirvi che lo “estrapolo” dalla mia comprensione (presunta) delle Profezie.
Chiedo :
Secondo voi è accettabile arrivare all’assassinio politico pur di far fuori un così scomodo concorrente ?
E quali sarebbero poi le conseguenze ?
Si eviterebbe in questo modo la futura Grande Guerra ?