Vulcani Sottomarini Seamount : Vulcano Empedocle etc.

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michi berto

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« Risposta #15 il: 04 Luglio 2013, 20:02:48 pm »
Vulcani: è allarme nel Canale di Sicilia

Nell’audizione alla Commissione Ambiente del Senato è stata espressa preoccupazione da parte di molti istituti di ricerca per le aree vulcaniche nel Canale di Sicilia, interessate da fenomeni vulcanici, sismici e non solo.
Nel Canale di Sicilia, tra Mazzara del Vallo e Porto Empedocle, vi è una certa attività vulcanica, contraddistinta anche dalle scosse di terremoto che spesso precedono gli eventi eruttivi. Oltre a questo naturale evoluzione geologica, vi è un’attività petrolifera che si svolge sempre nel medesimo tratto di mare. Non solo transiti continui di petroliere – che di per sé semmai costituiscono un rischio per l’inquinamento marino – ma anche estrazione di idrocarburi in quel tratto di mare così delicato.

Questa settimana la Commissione Ambiente, in Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi, sta svolgendo una serie di audizioni sull’affare assegnato n. 52 in materi di ricerca ed estrazione di idrocarburi in mare. Martedì 2 luglio sono intervenuti i rappresentanti di Wwf, Legambiente, Marevivo, Fareambiente e Greenpeace. Mercoledì 3 luglio, sono stati ascoltati i rappresentanti di ISPRA, INGV, dell’Istituto di scienze marine del CNR e del Presidente del Consorzio bonifica Delta del Po. Oggi, Giovedì 4 Luglio, si svolgerà l’audizione degli esperti Francesco Ortolani, Maria Rita D’Orsogna, Massimo Civita e Albina Colella. In questo modo si potrà mettere forse un po’ di luce su ciò che preoccupa seriamente gli esperti del settore.
 
http://www.centrometeoitaliano.it/vulcani-e-allarme-nel-canale-di-sicilia-4-luglio-2013/



michi berto

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« Risposta #16 il: 06 Luglio 2013, 22:25:06 pm »
Il vulcano sommerso di Capo Vaticano. «Chiamiamolo “furioso”». La proposta di Gaetanina Sicari Ruffo

di Gaetanina Sicari Ruffo 

Si cerca un nome per il vulcano sommerso di quasi un  milione d'anni fa in Calabria, a 120 metri di profondità, a largo di Capo Vaticano, scoperto da una sofisticata tecnica aeromagnetica dall'Istituto  Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che ha pubblicato la notizia su Journal of Geophysical Research.
Io proporrei il nome “Furioso” per il fatto che, sembra, quando era attivo, fossero  molto violente le sue eruzioni. Nessun testimone ovvio, ma le sue pietre pomici sono state trovate a circa 100 km di distanza dalla sua posizione. Sembra una favola, ma il merito va all'altissima tecnologia che oggi è più mirata che mai a definire la morfologia d'un territorio. Ci chiediamo come sia stato possibile scoprirlo. Più facile che scattare una fotografia. Il direttore del gruppo di ricerca, Massimo Chiappini ha riferito che dalle carte magnetiche dell'Italia risultava nella zona suddetta un alto livello di magnetizzazione.  Dai riscontri fatti che continuano è risultata questa strana scoperta attraverso un opportuno studio ed una diretta comparazione. Il vulcano non fa più paura, s'è spento per fortuna, ma i riscontri per capire quante bocche avesse e di che natura fosse la sua colata e a quando risalga l'ultima  sono ora programmati. Poi seguirà uno studio dell'era geologica cui si collega questo fenomeno e quali modifiche possa avere apportato la sua presenza nella regione.
http://brunopino.blogspot.it/2010/06/il-vulcano-sommerso-di-capo-vaticano.html

gianka

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« Risposta #17 il: 07 Luglio 2013, 16:38:17 pm »
È il Banco Graham, vulcano sottomarino nel Canale di Sicilia

Nel Canale di Sicilia, collegando con una linea ideale Sciacca (Agrigento) e l'Isola di Pantelleria, a 16 miglia (30 km) dalla prima e 29 (55 km) dalla seconda, si erge uno dei coni accessori del vulcano sottomarino Empedocle; gli altri due più importanti sono i vicini Banchi Terribile e Nerita. Il cono di questo vulcano, che ha un'altezza media di 500 m dal fondo marino, arriva fino a quasi 7 metri dalla superficie e costituisce l'Isola Ferdinandea. A causa dell'attività del vulcano, a periodi l'isola è arrivata ad emergere al di sopra del livello delle onde, diventando visibile, anche se la sua presenza è sempre stata effimera.
La segnalazione di un vulcano sottomarino in attività tra l'allora Eraclea Minoa e Pantelleria fu notata già all'epoca della Prima Guerra Punica, poi se ne tornò a parlare nel corso del 17° Secolo, quando l'isola apparve, sempre per breve tempo, in diverse occasioni.
Il 22 giugno del 1831 la parte occidentale della Sicilia fu scossa da un forte terremoto ed il 7 luglio il capitano Francesco Trafiletti, comandante del brigantino Gustavo, registrò sul giornale di bordo l'avvistamento di uno scoglio, evidentemente il cono terminale di un vulcano, che si ergeva dalle onde per circa 8 metri ed eruttava cenere e lapilli. Tra il 10 e l'11 luglio vi furono una forte scossa sismica ed una potente eruzione, a seguito delle quali l'isola giunse alla sua massima emersione, con una superficie di circa 5 kmq ed un'altezza di 60 metri sul livello del mare.



L'isola fu immediatamente studiata da docenti di materie scientifiche anche su disposizione del governo del Regno delle Due Sicilie.
Il 2 agosto 1931 giunse in quelle acque la St. Vincent, sulla quale vi era il vice-ammiraglio Sir Percival Otham, ed il Capt. Jenhouse vi sbarcò piantandovi la bandiera di Sua Maestà Britannica e battezzandolo Graham Island. In Sicilia quest'atto britannico non fu affatto gradito e gli abitanti della regione inviarono una petizione alla casa regnante, chiedendo che lo scoglio si chiamasse Isola Corrao, dal nome del capitano G. Corrao, del battello Teresina, che aveva avvistato l'isola dopo Trafiletti e ne aveva fornito le prime descrizioni particolareggiate.
Anche la Francia il 26 settembre inviò nelle acque dell'Isola Graham il brigantino La Flèche, al comando del capitano di corvetta Jean La Pierre, con una missione diretta dal geologo Constant Prévost. A loro volta i francesi diedero un nome all'isola che battezzarono Julia, essendo emersa dalle acque nel mese di luglio.
Il re Ferdinando di Borbone, a questo punto, ritenne di rivendicare la sovranità del Regno delle Due Sicilie sull'isolotto ed inviò la corvetta Etna, con il capitano di fregata Raffaele Cacace, e l'isola ebbe così un terzo nome ed una terza bandiera, diventando Ferdinandea.



Nell'ottobre 1831 il governo di Napoli inviò una nota ufficiale a Londra e Parigi, senza ottenere alcuna risposta conclusiva ma, nel frattempo, l'isola, aveva iniziato ad inabissarsi: il 16 novembre era ridotta ad un piccolo scoglio e l'8 dicembre scomparve del tutto.
Non sparì, tuttavia, per sempre e riapparve forse nel 1846 e certamente il 12 agosto 1863. In tempi molto più vicini a noi, nel 1968, vi fu il terremoto della Valle del Belice e nelle acque attorno al Banco Graham si vide il ribollire di gas e vapori.
Da allora Ferdinandea non è più riemersa ma nel settembre 2006 un'unità della Guardia Costiera italiana ha lasciato sulla vetta sommersa del vulcano un sismografo, recuperato, poi il 22 settembre 2007 per studiare le registrazioni dell'attività sismica sottomarina.

http://www.naturasegreta.it/BancoGrahamVulcanoSottomarinoCanaleSicilia.php

gianka

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« Risposta #18 il: 09 Luglio 2013, 17:37:09 pm »
Vulcani sommersi nel Canale di Sicilia, nuovo allarme lanciato in parlamento dai geologi

martedì 9 luglio 2013, 17:15 di Peppe Caridi



Un ennesimo allarme e’ stato lanciato oggi in Commissione Ambiente del Senato dai geologi sul rischio vulcanico nel canale di Sicilia, in particolare nel tratto di mare tra la cosiddetta isola Ferdinandea e l’area dell’Empedocle. ”Interesse e apprezzamento per le parole del presidente dei Geologi Gianvito Graziano” e’ stato espresso dal presidente della Commissione Giuseppe Marinello secondo cui ”resta confermata la necessita’ che gli istituti pubblici di ricerca Ingv e Ispra entrino nella sfera decisionale vincolante e autonoma per le nuove prospezioni”, cioe’ le indagini del sottosuolo.

http://www.meteoweb.eu/2013/07/vulcani-sommersi-nel-canale-di-sicilia-nuovo-allarme-lanciato-in-parlamento-dai-geologi/214215/

michi berto

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« Risposta #19 il: 11 Luglio 2013, 09:03:31 am »
Ferdinandea, l’isola siciliana che appare e scompare

Vicino alla Sicilia, sempre nascosta dalla superficie marina
Ferdinandea é un’isola vulcanica che attualmente si trova a 6 metri sotto la superficie marina, tra Sciacca e Pantelleria. Nel 1831 all’improvviso la fece spuntare dall’acqua e si innalzo’ per 65 metri su una superficie di 4 km quadrati. Venne formata dalle colate laviche che avvennero all’epoca e fu motivo di grande stupore e litigi. Lo stupore avvenne nel giugno del 1831, ad avvistare lapilli di cenere e fumate furono addirittura dei pescatori locali. L’attività sismica di quel periodo caratterizzò l’intera regione della Sicilia e le scosse venivano avvertite fino a Palermo. Continua moria di pesci segnalata all’interno del mare

Schizzo dell’eruzione dell’Isola Ferdinandea nel 1831, fonte Storie di Scienza
Il 7 luglio il capitano Trafiletti, della nave Gustavo,dichiaro’ di aver  visto un’isolotto di 8 metri, sopra il livello del mare, che sputava cenere e lava . Nella notte tra il 10 e l’11 luglio, un forte terremoto, decreto’ la nascita di Ferdinandea che si inalzo’ per 65 metri. Molte diatribe iniziarono, tra inglesi, francesi ed italiani, i quali tutti volevano impossessarsene. Il 24 agosto, l’ammiraglio Percival Otham si trovava, con le sue flotte, nelle vicinanze dell’isola, quindi vi approdo’ e fisso una bandiera Britannica dandole come nome ,”Graham”, il quale ancora oggi é usato dalle truppe britanniche per indicare l’area. Poco dopo, il 26 settembre fu la volta dei francesi, che per andare contro all’azione inglese, inviarono delle truppe, le quali approdate fissarono una bandiera battezzandola con il nome di, Iulia, in onore al mese della sua nascita “luglio”. Le varie discussioni tra inglesi e francesi non facevano certo piacere ne al popolo siciliano, che ne rivendicava la proprietà, ne a l Re, del Regno delle due Sicilie, Ferdinando, il quale organizzo’ una spedizione per fissare la bandiera Borbonica e battezzare l’isola Ferdinandea. Tutto questo litigare non piacque molto a Ferdinandea che, dopo un’anno fuori dall’acqua, si inabisso’ sotto le onde del mare nel gennaio 1832. Da quel giorno, non si é più fatta vedere fuori dall’acqua, ma nessuno puo’ sapere se magari un giorno tornerà.
a cura della Redazione
http://www.centrometeoitaliano.it/ferdinandea-l-isola-siciliana-che-appare-e-scompare-27-aprile-2013/

michi berto

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« Risposta #20 il: 16 Luglio 2013, 21:12:27 pm »
Marsili, i pericoli del gigantesco vulcano sottomarino

Vulcano sottomarino Marsili: i pericoli del gigante
Si stima che l’età d’inizio dell’attività vulcanica del Marsili sia inferiore a 200 mila anni. Nel febbraio 2010 la nave oceanografica Urania, del CNR, ha iniziato una campagna di studi sul vulcano sommerso. Sono stati rilevati rischi di crolli potenzialmente pericolosi che testimoniano una notevole instabilità. Il vulcano Marsili è il più esteso d’Europa: è lungo ben 70 chilometri e largo 30, si eleva per 3000 metri rispetto al fondo sul quale poggia e raggiunge i 450 metri di altezza nella sua parte più alta. Si tratta di un imponente vulcano sottomarino. Fu scoperto negli anni venti del XX secolo e battezzato in onore dello scienziato italiano Luigi Ferdinando Marsili.

Molti ricercatori, dopo che nel 2005 venne scoperto, specificarono che il vulcano risulta pienamente attivo e le sue pareti sono molto fragili. Ma attualmente si tratta solamente di ipotesi in quanto non vi è nessuna prova concreta che il Marsili sia in procinto di eruttare.  Molti allarmi sono stati lanciati nel web, ma finora i ricercatori hanno stabilito che non si può determinare con certezza se il vulcano possa avere un’eruzione ed in quale data.

http://www.centrometeoitaliano.it/marsili-i-pericoli-del-gigantesco-vulcano-sottomarino/

michi berto

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« Risposta #21 il: 25 Luglio 2013, 22:04:12 pm »
Sicilia, trivellazioni in mare nelle zone vulcaniche e sismiche. Il WWF lancia un allarme

L’associazione ‘Panda’ ruggisce sui nuovi progetti ora al vaglio nel Canale di Sicilia
L’associazione Panda è molto preoccupata per alcune trivellazioni che vengono effettuate in Mare, al centro del Canale di Sicilia. In tal senso, l’allarme nasce dal fatto che continui lavori in quella zona possono rovinare l’ambiente sottomarino circostante, ma anche risvegliare alcune zone sismiche molto pericolose anche in passato. Si tratta, tuttavia, di un allarme non ufficializzato a livello scientifico, in quanto ancora non ci sono pubblicazioni ufficiali che provano la correlazione tra trivellazioni petrolifere e terremoti, non devono infatti essere vagliati  i progetti di ricerca di idrocarburi che Eni e Edison hanno presentato nel Canale di Sicilia, al momento sotto la lente d’ingrandimento della Commissione Valutazione di impatto Ambientale. Di seguito il comunicato integrale emesso dal WWF e dall’associazione ‘Sicilia, il Petrolio mi sta stretto’.
Assieme a questi nuovi progetti ci sono altri due permessi di ricerca già concessi alle stesse compagnie in area contigua e a altri sette titoli minerari tra istanze, permessi e concessioni che pure insistono nel Canale di Sicilia, un’area ricchissima di biodiversità, di turismo, ma anche di vulcani sottomarini tuttora attivi e considerata ad alto rischio sismico: tutti elementi che rendono i potenziali impatti delle trivelle davvero ‘esplosivi’, certamente incompatibili con il delicato equilibrio ecologico e geologico della zona”
“Dove tutte le navi passano, dove tutti i pescatori pescano, nel cuore più prezioso del Canale di Sicilia, lo Stato Italiano vorrebbe trasformare il tragitto, da libero qual è, ad una corsa ad ostacoli sotto il segno del petrolio. Il WWF vuole fermarlo creando una nuova area protetta a Pantelleria, un obiettivo che possiamo raggiungere solo con l’aiuto dei cittadini di Pantelleria e dei tantissimi cittadini italiani e europei che firmeranno la nostra richiesta”. E’ quanto afferma Marco Costantini, responsabile mare del WWF Italia.
http://www.centrometeoitaliano.it/sicilia-trivellazioni-in-mare-nelle-zone-vulcaniche-e-sismiche-il-wwf-lancia-un-allarme-25-07-2013/

michi berto

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« Risposta #22 il: 28 Luglio 2013, 13:13:46 pm »
Empedocle, enorme vulcano sottomarino sotto la Sicilia

Il vulcano Empedocle é stato scoperto pochi anni fa da un gruppo di ricercatori dell’Ingv
Qualche anno fa, un gruppo di ricercatori dellistituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha fatto la scoperta del vulcano sottomarino, durante lo svolgimento di una crociera oceanografica. Lo scopo era di effettuare un servizio, geologico e scientifico sul vulcano Ferdinandea, del quale vi abbiamo narrato in alcuni editoriali.  Durante alcunieffettuati e delle campionature studiate, sono arrivati a notare che, Ferdinandea non é altro che un cono del vulcano sommerso Empedocle.
La sua grandezza é pari a quella dell’Etna, intorno ai 400 metri di profondità, con una base lunga 30 km per 25 km. Si suppone che la venuta a galla dell’isola nel 1831 fu frutto di un’eruzione dello stesso vulcano e all’epoca, forti terremoti, fecero tremare la Sicilia fino a Palermo, arrecando molti danni. Empedocle é un vulcano sottomarino situato a 40 chilometri dall’isola siciliana di Capo Bianco, lungo i “Campi Flegrei del Mar di Sicilia” di cui vi parleremo nei prossimi editoriali. Il suo nome deriva dal Filosofo greco, che da quanto si apprende nella mitologia greca, si getto’ nella bocca dell’Etna per scoprire il segreto della sua attività eruttiva
http://www.centrometeoitaliano.it/empedocle-enorme-vulcano-sottomarino-sotto-la-sicilia/

michi berto

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« Risposta #23 il: 03 Agosto 2013, 22:10:28 pm »
Sorprendente ritrovamento di oltre 100 vulcani sottomarini in Norvegia

Da pochi giorni pubblicato il referto, il Mare a largo della Norvegia viene popolato da centinaia di vulcani sottomarini
I ricercatori dell’Università di Bergen (UiB) hanno scoperto centinaia di vulcani nei mari profondi che circondano la Norvegia. I risultati sono emersi da una lunga catena di origine vulcanica che si estende dal Jan Mayen allo Stretto di Fram tra le Svalbard e la Groenlandia. Il contenuto del fondale marino di questa zona era prima sconosciuto, ma grazie alla tecnologia utilizzata dai geologi che riescono a costruirne interamente i dettagli, adesso è possibile analizzare questi edifici che giacciono a grandi profondità
iSembrerebbero esserci ricchi giacimenti minerali e delle risorse idrotermali notevolissime, ma i dettagli della ricerca cominceranno ad essere emessi solo nei prossimi mesi. Si ipotizzano ferro zinco e rame come fonti primarie, ma anche dal punto di vista biologico sarà importante scoprire i microrganismi che riescono a vivere a quelle profondità, dato che vulcani di tali dimensioni possono rendere difficile la vita bentonica di alcune specie che si pensava abitassero tranquillamente quella porzione di mare.
http://www.centrometeoitaliano.it/sorprendente-ritrovamento-di-oltre-100-vulcani-sottomarini-in-norvegia-03-08-2013/

Wind

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« Risposta #24 il: 03 Agosto 2013, 22:29:05 pm »
Sorprendente ritrovamento di oltre 100 vulcani sottomarini in Norvegia

Da pochi giorni pubblicato il referto, il Mare a largo della Norvegia viene popolato da centinaia di vulcani sottomarini
I ricercatori dell’Università di Bergen (UiB) hanno scoperto centinaia di vulcani nei mari profondi che circondano la Norvegia. I risultati sono emersi da una lunga catena di origine vulcanica che si estende dal Jan Mayen allo Stretto di Fram tra le Svalbard e la Groenlandia. Il contenuto del fondale marino di questa zona era prima sconosciuto, ma grazie alla tecnologia utilizzata dai geologi che riescono a costruirne interamente i dettagli, adesso è possibile analizzare questi edifici che giacciono a grandi profondità
iSembrerebbero esserci ricchi giacimenti minerali e delle risorse idrotermali notevolissime, ma i dettagli della ricerca cominceranno ad essere emessi solo nei prossimi mesi. Si ipotizzano ferro zinco e rame come fonti primarie, ma anche dal punto di vista biologico sarà importante scoprire i microrganismi che riescono a vivere a quelle profondità, dato che vulcani di tali dimensioni possono rendere difficile la vita bentonica di alcune specie che si pensava abitassero tranquillamente quella porzione di mare.
http://www.centrometeoitaliano.it/sorprendente-ritrovamento-di-oltre-100-vulcani-sottomarini-in-norvegia-03-08-2013/

A me invece non sorprende affatto, l'ho sempre saputo, quella zona in passato ha subito tzunamy incredibili...stanno sotto l'acqua le testimonianze, ma fa un freddo cane per andare a scoprirle!  :eek:

michi berto

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« Risposta #25 il: 28 Agosto 2013, 21:14:26 pm »
Terremoto di oggi Tirreno Meridionale, quanto vicino al Marsili?

Il sisma avvenuto oggi nel Tirreno meridionale, ma a quanta distanza dal Marsili?
Come vi abbiamo riportato anche questa mattina, un sisma di magnitudo pari a mL di 3,0 è avvenuto oggi vino il Marsili, un vulcano sottomarino che si trova  a nord della Sicilia e a ovest della Calabria che viene considerato ancora molto attivo. La distanza che si è instaurata tra l’epicentro ed il cuore del vulcano risulta di circa 38 chilometri, mentre tra questo e le pendici dello stesso edificio intercorrono all’incirca 20 chilometri. Difficile capire tuttavia vi sia un collegamento tra lo steso vulcano ed il sisma, al momento non ci sono particolari comunicati da parte degli enti specifici come Ingv e Protezione Civile.

Questo terremoto risulta diverso dagli altri che si verificano in mare aperto a grandi profondità, anche con epicentro simile a quello odierno che ha avuto invece un ipocentro fissato a 7 chilometri.
http://www.centrometeoitaliano.it/terremoto-di-oggi-tirreno-meridionale-quanto-vicino-al-marsili-28-08-2013/

gianka

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« Risposta #26 il: 12 Novembre 2013, 11:56:44 am »
Isole Eolie, l’Ispra scopre tanti camini idrotermali al largo di Panarea

martedì 12 novembre 2013, 11:46 di Peppe Caridi



Un’area idrotermale molto estesa, tra i 90 e i 210 metri di profondita’, caratterizzata dalla presenza di diversi “camini idrotermali”, strutture che emergono dal fondo del mare prodotte dalla deposizione di minerali di che provengono da attivita’ di emissione vulcanica. Questo e’ quanto e’ stato trovato e monitorato dall’Ispra nell’area Eoliana al largo di Panarea, alla profondita’ di oltre 200 metri. Gia’ negli ultimi 3 anni, spiega una nota, l’Ispra ha identificato un’area idrotermale profonda a largo dell’isola di Panarea, nell’ambito di una ricerca nell’Arcipelago Eoliano mirata alla studio della biodiversita’ associata ai fenomeni vulcanici sommersi. Nei giorni scorsi, l’Ispra ha condotto una campagna di ricerca con la nave dell’Istituto, l’Astrea e in collaborazione con l’Ismar di Bologna, l’Iamc di Messina e l’Ingv.



“I camini trovati rappresentano i piu’ numerosi e profondi riscontrati nel Mediterraneo centrale e raggiungono altezza di circa 80 centimetri- spiega Ispra- si presentano con varie forme e con una colorazione arancione nell’estremita’ e grigia alla base”. Le strutture idrotermali sono state individuate sul fondale marino con l’utilizzo del Multibeam e visti attraverso il Rov, il robot filoguidato dotato di telecamere. Con questo strumento sono stati prelevati e portati in laboratorio, per la prima volta in Mediterraneo, per ottenere informazioni importanti sulla composizione mineralogica, sulle comunita’ batteriche, sullo stato dell’attivita’ idrotermale. Secondo l’Ispra “questo ritrovamento e le analisi sui camini consentiranno di ampliare le conoscenze sulla biodiversita’ associata agli ambienti vulcanici sottomarini e alla produzione di energia biologica idrotermale e potranno contribuire a identificare e monitorare nuove aree di attivita’ geotermica sottomarina”.

http://www.meteoweb.eu/2013/11/isole-eolie-lispra-scopre-tanti-camini-idrotermali-al-largo-di-panarea/238015/