Vulcani Sottomarini Seamount : Vulcano Empedocle etc.

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michi berto

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« il: 10 Maggio 2013, 22:59:43 pm »
Empedocle, il gigantesco vulcano sottomarino che si trova sotto la Sicilia
28 aprile 2013 - 19:07
Il vulcano Empedocle é stato scoperto pochi anni fa da un gruppo di ricercatori dell’Ingv
Qualche anno fa, un gruppo di ricercatori dellistituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha fatto la scoperta del vulcano sottomarino, durante lo svolgimento di una crociera oceanografica. Lo scopo era di effettuare un servizio, geologico e scientifico sul vulcano Ferdinandea, del quale vi abbiamo parlato nello scorso editoriale. A seguito dei rilievi effettuati e delle campionature studiate, sono arrivati a notare che, Ferdinandea non é altro che un cono del vulcano sommerso Empedocle. La sua grandezza é pari a quella dell’Etna, intorno ai 400 metri di profondità, con una base lunga 30 km per 25 km. Si suppone che la venuta a galla dell’isola nel 1831 fu frutto di un’eruzione dello stesso vulcano e all’epoca, forti terremoti, fecero tremare la Sicilia fino a Palermo, arrecando molti danni.
Empedocle é un vulcano sottomarino situato a 40 chilometri dall’isola siciliana di Capo Bianco, lungo i “Campi Flegrei del Mar di Sicilia” di cui vi parleremo nei prossimi editoriali. Il suo nome deriva dal Filosofo greco, che da quanto si apprende nella mitologia greca, si getto’ nella bocca dell’Etna per scoprire il segreto della sua attività eruttiva


A cura della Redazione
http://www.centrometeoitaliano.it/empedocle-il-gigantesco-vulcano-sottomarino-che-si-trova-sotto-la-sicilia-28-04-2013/


« Ultima modifica: 10 Maggio 2013, 23:07:29 pm da michi berto »

michi berto

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« Risposta #1 il: 10 Maggio 2013, 23:06:40 pm »


Uno dei parametri considerati dalla comunità scientifica internazionale per classificare i vulcani italiani è lo stato di attività, in base al quale si suddividono in estinti, quiescenti ed attivi.

Vulcani estinti. Si definiscono estinti i vulcani la cui ultima eruzione risale ad oltre 10mila anni fa. Tra questi ci sono i vulcani Salina, Amiata, Vulsini, Cimini, Vico, Sabatini, Isole Pontine, Roccamonfina e Vulture.

Vulcani quiescenti. Si tratta di vulcani che hanno dato eruzioni negli ultimi 10mila anni ma che attualmente si trovano in una fase di riposo. Secondo una definizione più rigorosa, si considerano quiescenti i vulcani il cui tempo di riposo attuale è inferiore al più lungo periodo di riposo registrato in precedenza. Si trovano in questa situazione: Colli Albani, Campi Flegrei, Ischia, Vesuvio, Lipari, Vulcano, Panarea, Isola Ferdinandea e Pantelleria. Tra questi, Vesuvio, Vulcano e Campi Flegrei, hanno una frequenza eruttiva molto bassa e si trovano in condizioni di condotto ostruito. Non tutti i vulcani quiescenti presentano lo stesso livello di rischio, sia per la pericolosità dei fenomeni attesi, sia per la diversa entità della popolazione esposta. Inoltre alcuni presentano fenomeni di vulcanismo secondario - come degassamento dal suolo, fumarole - che nell’ordinario possono indurre a situazioni di rischio.

Vulcani attivi. Infine, si definiscono attivi i vulcani che hanno dato eruzioni negli ultimi anni. Si tratta dei vulcani Etna e Stromboli che eruttano frequentemente e che, per le condizioni di attività a condotto aperto, presentano una pericolosità ridotta ed a breve termine.
Vulcani sottomarini. L’attività vulcanica in Italia è concentrata anche nelle zone sommerse del Mar Tirreno e del Canale di Sicilia. Alcuni vulcani sottomarini sono ancora attivi, altri ormai estinti rappresentano delle vere e proprie montagne sottomarine. Oltre ai più noti Marsili, Vavilov e Magnaghi, vanno ricordati i vulcani sottomarini Palinuro, Glauco, Eolo, Sisifo, Enarete e i numerosi apparati vulcanici nel Canale di Sicilia.
http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/vulcani_attivi.wp

michi berto

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« Risposta #2 il: 10 Maggio 2013, 23:14:21 pm »
L'Italia ha un nuovo vulcano sottomarino

 
Spento da moltissimo tempo, il vulcano che non ha ancora un nome, si trova nel Tirreno meridionale, al largo della Calabria, di fronte a CapoVaticano.

I ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), in collaborazione con l'università della Calabria, l'hanno scoperto grazie alla "firma magnetica" contenuta nelle sue rocce.

 

 

Il nuovo vulcano, che i ricercatori descrivono in un articolo in via di pubblicazione sul Journal of Geophysical Research, si aggiunge ai 28 già noti in Italia (fra attivi e non).

Con le risorse a disposizione si collocherà qualche nuovo strumento ma non certo la ragnatela necessaria. «Quello che serve — conclude Boschi— è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. Ma è costoso e complicato da realizzare. Di sicuro c’è che in qualunque momento potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire».

Si trova sulla stessa faglia che ha dato origine al terremoto di magnitudo 6,7 che nel 1905 aveva colpito la Calabria, provocando oltre 550 morti e migliaia di senzatetto. E' un vulcano spentoda moltissimo tempo (fra 670.000 e un milione di anni fa) e per gli esperti è inoffensivo: "non desta più alcuna preoccupazione", osserva Massimo Chiappini, che fa parte del gruppo di ricerca composto da Riccardo De Ritis, Guido Ventura, Iacopo Nicolosi e Fabio Speranza.

Ad attirare la loro attenzione è stato un puntino rosso sulla Carta magnetica d'Italia messa a punto nel 2000, che integrava tutti i dati magnetici acquisiti nel Paese. "Un altro campanello d'allarme erano state le pomici trovate a CapoVaticano", spiega Chiappini. Così i ricercatori hanno pensato di approfondire ricorrendo alla tecnica dell'aeromagnetismo, più volte utilizzata dall'Ingv in Antartide e basata sull'usodi un sensore magnetico a bordo di un elicottero. I dati acquisiti in questo modo sono stati combinati con quelli esistenti in letteratura e alla fine si è riusciti a identificare il nuovo vulcano.

Il nuovo vulcano non è molto grande, la sua sommità si trova a 120 metri sotto il livello del mare e si estende per circa 15 chilometri. Per De Ritis "c'é una diretta sovrapposizione tra il corpo vulcanico individuato, la struttura sismogenetica e quella magnetica misurata con la tecnica aeromagnetica; tuttavia non vi è relazione diretta tral'attività vulcanica e la sismicità dell'area di CapoVaticano". Tuttavia, rileva Chiappini, la scoperta "mette in discussione gli attuali modelli geodinamici del Tirreno e indica come i vulcani delle Eolie si estendessero verso Est ben oltre quanto fino ad oggi ritenuto". I dati attuali posizionano il vulcanismo delle Eolie fino a poco oltre Panarea e Stromboli, mentre la presente scoperta dimostra che si estende fino alla costa della Calabria.




 

 
http://www.timestars.org/zoomon/zoom_nuovo_vulcano_italia.html

michi berto

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« Risposta #3 il: 10 Maggio 2013, 23:16:37 pm »
Altre fonti del vulcano sottomarino davanti a capo Vaticano scoperto nel 2010 ..
Non solo il Marsili: nel basso Tirreno c’è un altro vulcano sottomarino, è vicinissimo a Tropea e Capo Vaticano
L’Italia ha un nuovo vulcano: un nome non ce l’ha ancora, e’ spento da moltissimo tempo e si trova nel Tirreno meridionale, al largo della Calabria, di fronte a Capo Vaticano.
I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), in collaborazione con l’universita’ della Calabria, l’hanno scoperto grazie alla sua ’’firma magnetica’’ contenuta nelle sue rocce. Il nuovo vulcano, che i ricercatori descrivono in un articolo in via di pubblicazione sul Journal of Geophysical Research, si aggiunge ai 28 gia’ noti in Italia (fra attivi e non). Si trova sulla stessa faglia che ha dato origine al terremoto di magnitudo 6,7 che nel 1905 aveva colpito la Calabria, provocando oltre 550 morti e migliaia di senzatetto.
Gli studiosi dell’INGV coinvolti nello studio sono stati Riccardo De Ritis, Guido Ventura, Iacopo Nicolosi, Massimo Chiappini, Fabio Speranza e quelli dell’Università della Calabria Rocco Dominici, Rosanna De Rosa, Paola Donato, Maurizio Sonnino. Ad attirare la loro attenzione era stato un puntino rosso sulla Carta magnetica d’Italia messa a punto nel 2000, che integrava tutti i dati magnetici acquisiti nel Paese. ’’Un altro campanello d’allarme erano state le pomici trovate a Capo Vaticano’’, spiega Chiappini. Cosi’ i ricercatori hanno pensato di approfondire ricorrendo alla tecnica dell’aeromagnetismo, piu’ volte utilizzata dall’Ingv in Antartide e basata sull’uso di un sensore magnetico a bordo di un elicottero. I dati acquisiti in questo modo sono stati combinati con quelli esistenti in letteratura e alla fine si e’ riusciti a identificare il nuovo vulcano.
Il vulcano, che ancora non ha un nome, si trova nel Tirreno Meridionale a largo di Capo Vaticano in Calabria, localizzato a circa 120 metri sotto al livello del mare e si estende per circa 15 km (38* 50’ N; 15* 50’ E ).
La scoperta e’ stata possibile grazie all’efficace tecnica aeromagnetica che ha permesso di evidenziare una struttura sommersa con l’ausilio di strumentazione dedicata a bordo di un elicottero. “Si tratta di un magnetometro trainato da un velivolo su cui e’ installato un vero e proprio centro di calcolo’’, spiega Massimo Chiappini, firmatario della ricerca. Nell’articolo in via di pubblicazione il vulcanologo dell’INGV, Guido Ventura, riferisce che il vulcano di nuova scoperta e’ stato attivo tra 670 mila anni e 1 milione e 70 mila anni fa, come dimostrano le datazioni radiometriche gia’ effettuate su campioni di pomici a terra. E’ noto che in Calabria non esistono vulcani, ma il tutto nasce da un’intuizione maturata osservando la carta magnetica d’Italia e la presenza di alcuni prodotti vulcanici nell’area di Capo Vaticano di cui non si conosceva la sorgente. Lo studioso Riccardo De Ritis scopre che la struttura vulcanica si imposta proprio su una faglia attiva che l’8 settembre del 1905 sconvolse con un terremoto di magnitudo 6.7 la Calabria, facendo 557 morti accertati e migliaia di senzatetto. ’’C’e’ una diretta sovrapposizione – dice De Ritis – tra il corpo vulcanico individuato, la struttura sismogenetica e quella magnetica misurata con la tecnica aeromagnetica; tuttavia non vi e’ relazione diretta tra l’attivita’ vulcanica e la sismicita’ dell’area di Capo Vaticano’’. Questa importante scoperta mette in discussione gli attuali modelli geodinamici del Tirreno e indica come i vulcani delle Eolie si estendessero verso Est ben oltre quanto fino ad oggi ritenuto. Fino ad ora, gli attuali dati posizionano il vulcanismo delle Eolie fino a poco oltre Panarea e Stromboli, mentre la presente scoperta dimostra che si estende fino alla costa calabra.

http://www.meteoweb.eu/2012/03/non-solo-il-marsili-nel-basso-tirreno-ce-un-altro-vulcano-sottomarino-e-vicinissimo-a-tropea-e-capo-vaticano/125882/

michi berto

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« Risposta #4 il: 18 Maggio 2013, 09:23:12 am »
Lametini (seamount)

Sommario: Morfologia, Attività vulcanica, Note, Bibliografia, Voci correlate, Collegamenti esterni

I monti Lametini sono due seamount appartenenti all' arco EolianoL'arco Eoliano è un arco insulare lungo 200 km e composto, oltre che dai sette edifici vulcanici emersi che costituiscono le isole Eolie, da vari seamount e vulcani sottomarini (Alcione, Marsili, Palinuro, ecc.) nel Tirreno meridionale.-> Leggi tutto l'articolo su 'Lametini (seamount)'

Altre parole correlate: Arco Eoliano, seamount, arco Eoliano, arco insulare, isole Eolie, vulcano sottomarino, Alcione (seamount), Marsili (seamount), Palinuro (seamount), Mar Tirreno, scarpata continentale, Calabria, Glabro (seamount), Isola di Stromboli, tsunami, Isole Eolie, sonar, fondale, carotaggio, fondale batiale, basalto, sedimento, APAT, Vulcano sottomarino, Seamount, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, URL


L'articolo Lametini (seamount) fa parte dell'enciclopedia Wikipedia ed e' sotto licenza Creative Commons Attribution/Share-Alike License

michi berto

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« Risposta #5 il: 19 Maggio 2013, 13:24:06 pm »
 geologi dell’Usgs scoprono un nuovo potente vulcano sottomarino
Grazie ad un software per computer, viene analizzato un edificio vulcanico sottomarino che ha eruttato circa 10.000 anni fa. Necessario considerarlo tuttora attivo ma in stato di quiescenza
Circa 10.000 anni fa, nel Canale di Behm, un vulcano sottomarino eruttava con tutta la sua potenza. Il fatto che rende interessante questo edificio vulcanico scoperto da pochissimo dai geologi, è che il vulcano si trovava in superficie e non in profondità come rilevato durante gli studi che sono stati fatti dall’Istituto geologico americano. La nuova indagine eseguita in collaborazione con il Noaa, secondo quanto riferisce Jim Baichtal, uno dei principali artefici della ricerca, ha permesso di vedere cose che non erano mai state viste prima.
Baichtal ha detto che dopo aver individuato la massa a forma di cono situata in profondità, ha usato un programma speciale per computer  con il fine di guardare più da vicino le immagini prelevate in loco ed hanno potuto mostrare che la struttura era ancora intatta. Un’ipotesi che è stata fatta dallo stesso e da diversi geologi, potrebbe essere quella di una violenta esplosione che abbia completamente disintegrato la parte sommitale del vulcano, in modo tale da farlo ‘sprofondare’ virtualmente in profondità.

http://www.centrometeoitaliano.it/geologi-usgs-scoprono-nuovo-potente-vulcano-sottomarino-16-5-2013/

michi berto

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« Risposta #6 il: 19 Maggio 2013, 13:27:55 pm »
I VULCANI SOTTOMARINI IN ITALIA
Le acque del Mediterraneo sono ricche di vulcani sommersi. A mappare i fondali sono i geologi del progetto Magic. Di recente scoperto un nuovo cratere al largo di Capo Vaticano.


Il vulcanismo in Italia deve la sua origine ad un ampio processo geologico che ha interessato tutta l’area mediterranea, legato alla convergenza tra la placca tettonica eurasiatica e quella africana. Oltre ai numerosi vulcani presenti sulla terra ferma, molti si nascondono sotto la superficie del mare, ma studiarli non è sempre semplice. Il progetto Magic della Protezione Civile è nato nel 2007 con l'obiettivo di osservare, mappare e tenere sotto controllo i fondali, per prevenire eventuali disastri che potrebbero avvenire.

La zona del nostro Paese maggiormente interessata da questo fenomeno è il bacino tirrenico e il largo delle coste della Sicilia, dove vi è la presenza di numerose dorsali sottomarine e rilievi di tipo vulcanico. Questi hanno dimensioni simili o a volte anche maggiori rispetto a quelli in superficie. Alcuni sono ancora attivi e manifestano la loro presenza rilasciando gas e deformandosi molto lentamente.

Il più grande vulcano sottomarino d'Europa è il Marsili, scoperto nei primi anni ’60, mostra ancora segni di attività. È situato nel Tirreno, a sud-ovest del Golfo di Napoli, ossia in direzione dei vulcani delle Isole Eolie, da cui dista circa 70 km.  Presenta dimensioni notevoli, con una lunghezza di circa 50km e una larghezza di 20km. Ha un’altezza di 3.000 metri rispetto ai fondali circostanti e la sua “cresta” si estende linearmente in direzione nord – nord est e sud – sud ovest per 20km, raggiungendo profondità inferiori a 1000m.

Il Marsili è formato da una serie di edifici vulcanici di dimensioni diverse. Il fianco occidentale è costituito da edifici conici, mentre quello nord-occidentale è caratterizzato da alcuni “vulcani a cima piatta” e da una scalinata di terrazzi lavici sovrapposti.  Benché non sia mai stata osservata un’eruzione in atto, l’attività del Marsili è testimoniata dalla circolazione di fluidi ad alta temperatura che depositano sul fondo marino solfuri di piombo, rame, zinco e ossidi e idrossidi di ferro e manganese.

A nord del Marsili si ritrovano altri due sistemi vulcanici di grandi dimensioni, il Vavilov (40 x 15 km di lunghezza, 2.800 m dal fondo del mare) e il Magnaghi. Oltre a questi, ve ne sono molti altri minori, tra cui il Palinuro, Glauco, Eolo, Sisifo, Enarete e i numerosi apparati vulcanici nel Canale di Sicilia.

Osservazioni e prelievi di campioni vengono effettuati attraverso l'uso di navi oceanografiche e con l'avanzare della tecnologia, la geologia marina ha fornito negli ultimi tempi sempre nuovi dati e informazioni sul loro funzionamento. Ai vulcani conosciuti di recente se ne è aggiunto un altro, ancora senza nome, scoperto a largo di Capo Vaticano in Calabria. Esso è localizzato a circa 120 metri sotto il livello del mare e si estende per circa 15 km.

Conoscere e studiare il mondo sommerso risulta molto importante sia da un punto di vista economico che sociale. I pericoli che si corrono a sottovalutare l'attività dei vulcani sono molti. Il più importante  rischio associabile ai vulcani sottomarini è sicuramente il maremoto, che può essere innescato da grandi eruzioni o da collassi delle fiancate del tipo di quelli che interessarono lo Stromboli nel 2002, vulvano la cui  superficie  è al 95% situata sotto la superficie del mare.

Inoltre la fuoriuscita di gas tossici può mettere a repentaglio la salute dei fondali, provocando la moria della vita marina.

Con l'obiettivo di conoscere a fondo le caratteristiche geologiche e riconoscere i processi potenzialmente pericolosi è nato il progetto Magic, finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale nell'ambito di un accordo con l'Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Per fare questo sono state prodotte mappe interpretative dei margini continentali tra  i 50 e i 600 m di profondità. Queste mappe vanno a formare la "Carta degli elementi di rischi geologici dei mari Italiani", composta da 72 fogli in scala 1:50.000.

Uno strumento fondamentale per la mappatura dei fondali è un sonar multibeat, che utilizza un singolo impulso diretto sotto la nave da cui viene inviato. Dopo l'emissione, lo strumento riceve l'energia riflessa da cui si calcola la profondità dell'acqua.

Con tutti i dati raccolti viene creato un database batimetrico, messo a disposizione del Dipartimento della Protezione Civile e della comunità scientifica.

Per informazioni sul progetto Magic: www.magicproject.it/

A cura di Redazione Torinoscienza, del 05/02/2013
http://www.torinoscienza.it/articoli/i_vulcani_sottomarini_in_italia_24609

gianka

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« Risposta #7 il: 04 Giugno 2013, 15:48:09 pm »
Scienza: alle Eolie la campagna geofisica ed oceanografica “Panarea-13″ con la nave ammiraglia Magnaghi

martedì 4 giugno 2013, 15:00 di Peppe Caridi

La Marina Militare, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche partecipa alla campagna geofisica ed oceanografica “Panarea-13″ in corso da ieri e fino al 7 giugno. E’ impegnata la nave idro-oceanografica “Ammiraglio Magnaghi” che, nell’ambito dell’accordo di collaborazione con il Coordinamento nazionale per la geofisica marina, svolgera’ attivita’ di ricerca e campionamento nell’arcipelago delle Isole Eolie, con riguardo anche alle fumarole sottomarine di Panarea. Il comando del capitano di Fregata Marco Grassi, l’unita’ ha lasciato il porto di Napoli per raggiungere l’area di operazioni a Est dell’Isola di Panarea e svolgervi rilievi volti alla caratterizzazione ambientale dei fondali della zona degli “Scogli” (Lisca Bianca e Lisca Nera, Bottaro, Dattilo e Panarelli) attraverso campionamenti dei parametri chimico-fisici della colonna acquea, l’analisi magnetometrica e batimetrica volta all’individuazione di strutture marine di interesse. Sara’ infine effettuato un censimento delle sorgenti di emissione gassose presenti zona (fumarole), ed il campionamento del fondo mare con benne e carote, per analisi microbiologiche, mineralogiche, e la misura di flussi alla interfaccia acqua/sedimento. Il complesso di Panarea e degli isolotti circostanti viene attualmente considerato inattivo, con attivita’ fumaroliche presenti sino da epoca storica. Tali fenomeni continuano tuttora, alternando periodi di attivita’ piu’ o meno intensa. I dati raccolti, che saranno accuratamente confrontati con quelli gia’ a disposizione dalle precedenti campagne (nave “Aretusa” 2012), per fornire valutazioni il piu’ possibile dettagliate sull’evoluzione dell’attivita’ di natura vulcanica nell’area.
Vulcani: Panarea sembrava spento, ma dal 2002 è tornato attivo e si sta deformando.

http://www.meteoweb.eu/2013/06/scienza-alle-eolie-la-campagna-geofisica-ed-oceanografica-panarea-13-con-la-nave-ammiraglia-magnaghi/207764/

michi berto

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« Risposta #8 il: 04 Giugno 2013, 20:04:02 pm »
Scienza: alle Eolie la campagna geofisica ed oceanografica “Panarea-13″ con la nave ammiraglia Magnaghi

martedì 4 giugno 2013, 15:00 di Peppe Caridi

La Marina Militare, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche partecipa alla campagna geofisica ed oceanografica “Panarea-13″ in corso da ieri e fino al 7 giugno. E’ impegnata la nave idro-oceanografica “Ammiraglio Magnaghi” che, nell’ambito dell’accordo di collaborazione con il Coordinamento nazionale per la geofisica marina, svolgera’ attivita’ di ricerca e campionamento nell’arcipelago delle Isole Eolie, con riguardo anche alle fumarole sottomarine di Panarea. Il comando del capitano di Fregata Marco Grassi, l’unita’ ha lasciato il porto di Napoli per raggiungere l’area di operazioni a Est dell’Isola di Panarea e svolgervi rilievi volti alla caratterizzazione ambientale dei fondali della zona degli “Scogli” (Lisca Bianca e Lisca Nera, Bottaro, Dattilo e Panarelli) attraverso campionamenti dei parametri chimico-fisici della colonna acquea, l’analisi magnetometrica e batimetrica volta all’individuazione di strutture marine di interesse. Sara’ infine effettuato un censimento delle sorgenti di emissione gassose presenti zona (fumarole), ed il campionamento del fondo mare con benne e carote, per analisi microbiologiche, mineralogiche, e la misura di flussi alla interfaccia acqua/sedimento. Il complesso di Panarea e degli isolotti circostanti viene attualmente considerato inattivo, con attivita’ fumaroliche presenti sino da epoca storica. Tali fenomeni continuano tuttora, alternando periodi di attivita’ piu’ o meno intensa. I dati raccolti, che saranno accuratamente confrontati con quelli gia’ a disposizione dalle precedenti campagne (nave “Aretusa” 2012), per fornire valutazioni il piu’ possibile dettagliate sull’evoluzione dell’attivita’ di natura vulcanica nell’area.
Vulcani: Panarea sembrava spento, ma dal 2002 è tornato attivo e si sta deformando.

http://www.meteoweb.eu/2013/06/scienza-alle-eolie-la-campagna-geofisica-ed-oceanografica-panarea-13-con-la-nave-ammiraglia-magnaghi/207764/
:stretta:

gianka

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« Risposta #9 il: 04 Giugno 2013, 20:04:54 pm »

michi berto

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« Risposta #10 il: 10 Giugno 2013, 20:05:48 pm »
Ferdinandea, l’isola fantasma: Ingv, importantissimi risultati in arrivo
10 giugno 2013 - 19:07
Ferdinandea, l’isola fantasma: Ingv, importantissimi risultati in arrivo
Secondo quanto riportato dal giornale Sicilia Agrigento, sono terminate le verifiche per il monitoraggio della misteriosa isola di Ferdinandea che scompare e ricompare, sita a largo della Sicilia. Secondo quanto riportato dalla stessa testata, uno dei principali artefici della ricerca, quale il professore d’Anna, specifica che <<adesso scaricheremo subito i dati nell’osservatorio di Gibilmanna. Poi occorrerà qualche mese per avere il quadro completo delle attività sismiche e idrocentriche della zona posta sotto osservazione>>, aggiungendo che <<è un’attività scientifica che consentirà di dipingere un quadro esclusivamente con dati certi. Un’attività messa a disposizione degli enti pubblici>>.
Un messaggio decisamente chiaro, che lascia trapelare una serie di risultati importantissimi che arriveranno sull’isola che scompare e ricompare, dopo che l’attrezzatura OBS, Ocean Bottton Seismometer, è ritornata a terra intorno alle ore 13:30 della giornata di ieri.

http://www.centrometeoitaliano.it/ferdinandea-isola-fantasma-ingv-importantissimi-risultati-in-arrivo-10-6-2013/

michi berto

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« Risposta #11 il: 25 Giugno 2013, 19:04:36 pm »
Paura in India, scoperto enorme vulcano sottomarino vicino centrale nucleare

La  Atomic Energy Board ha iniziato le indagini per controllare lo stato del vulcano scoperto vicino l’impianto nucleare in Kalpakkam
Da quanto riportato dal Times of India, circa 5 settimane fa la Geolocical Survey ha scoperto la presenza di un vulcano situato a circa 70 chilometri dallo stabilimento nucleare indiano Madras nella regione di  Kalpakkam. Le autorità nazionali hanno subito iniziato delle ricerche e dei rilievi per controllarne l’effettivo stato, in quanto molto preoccupati da un’eventuale esplosione. Tuttavia per il momento hanno escluso ogni tipo di movimento ed il monte sottomarino non da segni di vita. L’unica testimonianza di una sua eruzione risale al 1757 dove si dice che porto’ alla luce un’isola della quale, oggi, non c’é nessuna traccia.


Alla luce di questa scoperta, il movimento attivisti popolari per la sicurezza nucleare, ha pubblicato un libro nel quale chiede alle autorità di controllare bene il vulcano e di garantire la sicurezza di tutti senza trascurare alcun dettaglio.

http://www.centrometeoitaliano.it/paura-in-india-scoperto-enorme-vulcano-sottomarino-vicino-centrale-nucleare-25-6-2013/

michi berto

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« Risposta #12 il: 28 Giugno 2013, 20:06:01 pm »
Un altro vulcano sottomarino giace nel cuore del Tirreno

Tra il Golfo di Napoli e la Sardegna c’é il Vavilof  un vulcano sottomarino del Mar Tirreno
Da non confondersi con l’omonimo monte sottomarino, presente nel mare di Ochotsk, il Vavilof si trova tra il Golfo di Napoli e la Sardegna. Venne scoperto nel 1959 dalla nave di ricerca sovietica Akademik Vavilof ,dalla quale prende il nome. E’ lungo 33 chilometri e largo 17 chilometri con un’altezza di 2800 metri si posiziona a 800 metri sottola superficie del mare. La sua origine viene datata a circa 2 milioni di anni fa e la sua formazione deriva dallo scivolamento della zolla africana sotto il Tirreno. Naturalmente é estinto e dichiarato inattivo, ma anche lui potrebbe rivelare dei rischi come il Marsili per via della sottilezza delle pareti larghe circa 10 chilometri, tipica caratteristica del vulcanismo retro-arco.

Mappa vulcani
Il suo bacino confina ad oriente con il Bacino del Marsili i quali sono divisi da una soglia larga 15 chilometri. Si ritiene che il Bacino di Valivof sia l’area di crosta oceanica più profonda del Tirreno, raggiungendo una profondità di 3500 metri.

http://www.centrometeoitaliano.it/un-altro-vulcano-sottomarino-giace-nel-cuore-del-tirreno/

gianka

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« Risposta #13 il: 03 Luglio 2013, 20:51:31 pm »
Vulcani: esperti preoccupati per i rischi del Canale di Sicilia, “fenomeni allarmanti per le aree vulcaniche”

mercoledì 3 luglio 2013, 20:12 di Peppe Caridi



Preoccupazione per le aree vulcaniche nel Canale di Sicilia, in particolare tra Mazzara del Vallo e Porto Empedocle interessate da fenomeni vulcanici e sismici ma anche dall’attivita’ delle compagnie petrolifere, e’ stata espressa da rappresentanti di Ingv, Ispra e Istituto di Scienze Marine del Cnr in audizione alla Commissione Ambiente del Senato insieme con esperti del Consorzio bonifica Delta del Po che hanno rivolto un invito a vigilare sulla desertificazione delle falde del Po interessate da un’eccessiva concentrazione salina causata dal fenomeno della subsidenza (abbassamento del fondo). In oltre due ore di audizione, si legge in una nota del presidente della Commissione, Giuseppe Marinello, ”gli esperti hanno spiegato che e’ necessario mantenere alta l’attenzione su due fronti ambientali che rischiano di diventare emergenza nazionale”. ”Sono questioni di fondamentale importanza per l’eco sistema nazionale e per questo chiederemo al ministro Andrea Orlando di monitorare la situazione” assicura Marinello.



http://www.meteoweb.eu/2013/07/vulcani-esperti-preoccupati-per-i-rischi-del-canale-di-sicilia-fenomeni-allarmanti-per-le-aree-vulcaniche/213292/

michi berto

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« Risposta #14 il: 03 Luglio 2013, 21:12:16 pm »
IL VULCANO PALINURO
di Mauro Leoni Correali


Palinuro non è solo un maestoso promontorio, un rinomato posto di villeggiatura del Cilento, il nome di un bellissimo fiore (primula palinuri), simbolo tra l'altro del Parco Nazionale del Cilento, ma anche un attivissimo e pericolosissimo vulcano sommerso distante circa 30 miglia nautiche a sud-ovest del promontorio.

La stessa conformazione geologica del promontorio presuppone una genesi di carattere vulcanico; lo dimostrerebbero non solo le sue scogliere e le sue grotte ma anche le caratteristiche della "Cala fetente" e delle bollicine di gas che da qualche tempo si possono osservare nelle acque all'inizio del pontile antistante gli uffici della Guardia Costiera del porto.
Sotto il profilo geologico il Mediterraneo ha una storia piuttosto complessa e nei milioni di anni si sono verificati grandi processi che certamente non si sono ancora conclusi.
In questi contesti il Mar Tirreno si può definire "il più giovane" del Mediterraneo e non ha ancora terminata la metamorfosi di equilibrio come già avvenuto per il Mar Jonio e Mar Adriatico.
Sostanzialmente sotto le acque del Mar Tirreno si incontrano le placche tettoniche euro-asiatica e quella africana, dando origine ad un marcato bacino vulcanico con la cintura Eolica ( Isole Eolie) ed una serie di vulcani sottomarini verso sud, tale cintura confina con la "piana abissale" del Tirreno, circa 3700m nella sua parta più profonda, disseminata da numerose bocche eruttive.
Sono quest'ultime che rappresentano un concreto livello di preoccupazione per studiosi e scienziati sia perché essendo situati a notevoli profondità non è né facile né semplice monitorarli e studiarli e fondo, sia per la loro pericolosità concreta in quanto non solo attivi ma anche di dimensioni piuttosto considerevoli.
Tra i diversi vulcani, citiamo i più importanti:
-   Cassini: 40°49',20N11°43',20E - con il cono superiore situato ad una profondità di circa 1200m
-   Marsili: 39°15',00N14°23',40E – molto attivo e la cui sommità è situata a circa 500 metri di profondità. E' il più grande vulcano d'Europa con una base di circa 70Km di lunghezza e 40Km di larghezza e raggiunge 3200m circa rispetto alla piana abissale.
-   Magnaghi: 39°52',80N11°46',80E – con la sommità a circa 1500m di profondità e poco più piccolo del Marsili.
-   Vovilov: 39°52',00N12°36',00E – con bocca eruttiva piuttosto inquieta a circa 700 metri di profondità; il complesso comprende altri coni leggermente minori su una vasta area vulcanica.
-   Poseidone: 39°40',00N13°50',00E con la sommità attiva a circa 1800m di profondità.
-   Palinuro: 39°28',50N14°51',00E con accanto un cono minore (Glabro) ed entrambi piuttosto irrequieti. Il cono attivo del Palinuro è a circa 70 metri di profondità, dista poco più di 60Km dall'omonimo promontorio e la sua attività sia eruttiva che sismica sembra non abbia molte pause.

I vulcani sottomarini essendo circondati da acqua hanno ovviamente, particolarità eruttive diverse dai vulcani emersi di cui la più importante è che la lava tende a solidificarsi molto più celermente.
Studiosi e fisici dell'IGM e del CNR da tempo sono impegnati in progetti, studi e ricerche sui vulcani di cui stiamo trattando e seguono con particolare attenzione ogni evoluzione di questi "mostri" del Mar Tirreno.
Solitamente nell'intera area del Mar Tirreno non mancano assestamenti e sciami sismici, la maggior parte dei quali rilevabili solo a livello strumentale (•www.ingv.it) e ciò dimostra l'irrequietezza non solo del Palinuro ma dell'intera piana abissale Tirrenica.
Indubbiamente tutto ciò rappresenta un pericolo non indifferente per tutte le coste ed i litorali che si affacciano sul Mar Tirreno. Non è concreto solo il rischio sismico ma anche di eventuali tsunami in presenza di eventi di una certa rilevanza.
Senza voler fare inutili allarmismi, sarebbe opportuno che ad interessarsi della piana abissale del Mar Tirreno e della correlata cintura vulcanica non siano solo scienziati, esperti e tecnici dei vari Istituti Nazionali ed Internazionali ma anche Autorità ed Enti locali, in special modo sotto il profilo dell'informazione e della prevenzione.


http://www.hermes.campania.it/1112/correali2.htm