Nell’umida foresta tropicale tra acquitrini e fiumi, nelle regioni tra il Tabasco e il Veracruz, sorsero intorno al XVIII secolo a.C. i primi insediamenti degli Olmechi, un popolo dalle origini misteriose, scoperto dagli archeologi soltanto alla fine dell’Ottocento. L’arte degli Olmechi si esprimeva soprattutto attraverso la scultura monumentale: ritratti allegorici conosciuti come “teste colossali”, gli “altari” o “troni” di grande plasticità, e le statue antropomorfe in cui prevale la fisionomia felina.
Nelle terre che si affacciano sul Golfo del Messico, tra le regioni del Tabasco e del Veracruz, si sviluppa tra il II e I millennio a.C. una grande civiltà, quella degli Olmechi, ritenuti i precursori di tutte le grandi culture mesoamericane.
Il nome originario di quella popolazione è rimasto ignoto e gli studiosi hanno deciso di chiamarla Olmeca, utilizzando un’antica definizione azteca per quella regione del Golfo, cioè Olman, il paese del caucciù.
La civiltà Olmeca è la cultura-madre di tutte le popolazioni mesoamericane, non soltanto perché l’arte, i culti e i centri cerimoniali hanno costituito un modello al quale si sono ispirate tutte le future generazioni, ma perché olmeca era un modo di sentire e di agire, era un’ideologia prevalentemente pacifica che venne condivisa da tutte le civiltà che erano entrate in contatto con quel mondo.
Oltre alla scultura, grande maestria si rileva anche da parte degli Olmechi nella lavorazione di materiali preziosi, come giada e ossidiana. La maggior parte delle opere olmeche si trova nei Musei Archeologici di Città del Messico e di Jalapa, mentre a Villahermosa, nello Stato di Veracruz, è stato allestito negli anni Cinquanta un grande parco archeologico tra il verde di una foresta tropicale che raccoglie la statuaria di La Venta, un tempo capitale degli Olmechi e ora inghiottita dagli stabilimenti dell’industria petrolifera che ha risparmiato soltanto una piccola porzione dell’originaria area archeologica.
Questo popolo ebbe il predominio nella sua area da circa il 1200 a circa il 400 a.C. e da molti è considerata la cultura madre di tutte le successive civiltà mesoamericane.
Non è tutto: il fatto sorprendente è che gli Olmechi sembrano composti da diverse razze e nessuna di queste presenta tratti americani!
Le enormi teste di basalto trovate a seppellite a San Lorenzo hanno fattezze negroidi, tipicamente africane. Nel sito archeologico di La Venta sono state rinvenute teste dagli occhi mongoli: numerose steli infine rappresentano uomini vestiti, dai tratti europei con barbe lunghe, una caratteristica sicuramente non americana...
Dunque un miscuglio di razze che compare all'improvviso e che scompare altrettanto improvvisamente in questa zona dell'America Latina: sembra la trama di un film di Star Trek.
Anche perché sulla nostra strada c'è una traccia che sembra uscita da un film di fantascienza. Pensato e girato però molti secoli fa…
Il bassorilievo "El Rey"
http://it.wikipedia.org/wiki/Chalcatzingo , inciso nella montagna, mostra una strana scena che per molti ricercatori "eretici" ha un'interpretazione inequivocabile: ci sono delle nuvole in alto da cui cade pioggia e al centro un grande oggetto che ha la punta aerodinamica per fendere il vento e alle spalle delle fiammate che sembrano garantirne la propulsione. A guidarlo è un uomo che in mano sembra tenere un libro o una cloche...
Il punto è che qui non si tratta di astronavi (non si spiegherebbe infatti il propellente che esce da dietro) ma eventualmente di un oggetto che in qualche modo richiama i nostri aerei. Un aereo che solcava un cielo piovoso di circa tremila anni fa, e che un ignoto passante non ha potuto fare a meno di incidere nella roccia...
Ma adesso ci spostiamo dove possiamo trovare molte notizie sugli Olmechi. E' un posto che non si scorda facilmente: si chiama Xochicalco.
Quando gli Olmechi scomparvero, tutte le loro città vennero distrutte; le loro immense statue vennero sfregiate, decapitate e seppellite. Uno dei pochi luoghi che sembra essere rimasto intatto e' Xochicalco, una città-fortezza meravigliosa, che ospita diverse piramidi e che, nei secoli è stata abitata dai famosi successori degli Olmechi. Che ne hanno ereditato sapienza e ferocia…
Per noi moderni Xochicalco è il cuore della civiltà olmeca perché questo è il luogo in cui ritroviamo il maggior numero di testimonianze della loro cultura.
Un antico poema Maya racconta che gli Olmechi venivano da una terra di Pioggia e Nebbia…
"In una certa Era / Che Nessuno può calcolare / Che nessuno può ricordare"
A Xochicalco sono state rinvenute piccole statue olmeche che raffigurano uomini giaguaro. Come dicevamo i caratteri del volto di queste statue sembrano asiatici: non come i nativi di queste terre di cui tutto si può dire tranne che siano "di pioggia e di nebbia"…
Ma non era solamente il Sole a far alzare la testa ai popoli antichi: anche le stelle erano fondamentali per chi viveva qui centinaia di anni fa. La piramide di Xochicalco infatti racconta un evento curioso: ricorda un meeting scientifico degli astronomi di tutti i popoli americani, ognuno riconoscibile da qualche tratto caratteristico, che probabilmente concordarono un unico calendario astronomico.
Un'ulteriore prova delle conoscenze astronomiche di questi antichi popoli viene dagli utensili ritrovati negli scavi: lenti in grado di bruciare oggetti a distanza grazie alla luce del Sole - un'intuizione simile a quella avuta da Archimede già alcuni secoli prima di Cristo -. Ma si pensa anche che con queste lenti venissero proiettate immagini in ambiente particolari, dedicati al raccoglimento e alla riflessione...
Altre info...
http://www.edicolaweb.net/appro07h.htmhttp://www.acam.it/olmechi.htmhttp://xoomer.virgilio.it/silvano/misteri213.htmVIDEO Ulisse...